Visualizzazione post con etichetta GOVERNO. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta GOVERNO. Mostra tutti i post

lunedì 2 settembre 2013

Referendum immigrazione. Firma anche Berlusconi (e Maroni si arrabbia)

Il Cavaliere e le proposte dei radicali: “italiani hanno il diritto di esprimersi”. Il segreatario della Lega Nord:
“Abolisce leggi che ha fatto insieme a noi?”
Roma - 2 settembre 2013 – Ora c'è anche la firma di Silvio Berlusconi sotto i due referendum sull’immigrazione promossi dai radicali Italiani. E fa un certo effetto, visto che quei due referendum vogliono cancellare norme varate dai suoi governi.
Berlusconi, in realtà, ha firmato sabato pomeriggio, in un gazebo a Roma, tutte le dodici proposte di referendum, comprese quelle sulla giustizia giusta, sul divorzio breve, sull’otto per mille, sul finanziamento pubblico e sulle droghe.
''Firmo i sei referendum sulla giustizia che sono assolutamente sacrosanti. Ma firmo anche tutti gli altri, perchè voglio difendere il diritto di ogni cittadino a esprimere il proprio voto, con un si' o con un no, sui problemi che gli vengono sottoposti'' ha spiegato l’ex presidente del Consiglio.
Fatto sta che la vittoria dei “sì” sotto i referendum sull’immigrazione scardinerebbero la politica di immigrazione voluta a suo tempo dal partito del Cavaliere e dai suoi alleati leghisti.  Cancellerebbero, infatti, il reato di immigrazione clandestina e il legame finora indissolubile tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Comprensibile, quindi, che il segretario della Lega Nord Roberto Maroni l’abbia presa male. “Chiamerò Berlusconi - ha commentato il capo del Carroccio -per chiedergli che cosa è successo. Mi ha sorpreso che abbia firmato per il referendum che abolisce il reato di immigrazione clandestina e interviene sulla Bossi-Fini: sono leggi che abbiamo fatto noi quando lui era presidente del Consiglio”.
“Quindi o glielo hanno spiegato male – ha dedotto Maroni - o mi viene da pensare che non l’abbia letto bene: se invece sarà così sarà chiaro che gli unici che si oppongono all’immigrazione clandestina sono quelli della Lega”.
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-referendum_immigrazione._firma_anche_berlusconi_e_maroni_si_arrabbia_17659.html#.UiSEUMkuh7o.facebook

domenica 31 ottobre 2010

IMMIGRATI: "NOI COME RUBY" «Berlusconi aiutaci, abbiamo bisogno del tuo buon cuore».

BRESCIA, SCONTRI ALLA PROTESTA DI IMMIGRATI -FOTO

 IMMIGRATI: "NOI COME RUBY" «Berlusconi aiutaci, abbiamo bisogno del tuo buon cuore». 
 
Scontri tra forze dell'ordine e manifestanti si sono verificati poco prima delle 16 in centro a Brescia, dove si sta tenendo una manifestazione non autorizzata a sostegno degli immigrati.Un uomo è stato arrestato in seguito ai disordini. Si trattta di un bresciano coinvolto negli scontri con la polizia. La tensione è rimasta alta per ore. Un centinaio di immigrati è entrato nel cantiere della metropolitana situato tra piazza Cesare Battisti e via San Faustino. Altri sono saliti su una gru ed è stato ribaltato ed incendiato un cassonetto in via Porta Pile. In via San Faustino il corteo, formato da alcune centinaia di manifestanti, è stato fermato dalle forze dell'ordine. I due gruppi si sono fronteggiati per alcuni minuti, poi il corteo ha ripreso ad avanzare ed è stato fermato nuovamente dalle forze dell'ordine. È stato in quel momento che la situazione è degenerata e manifestanti e forze dell'ordine sono entrati in contatto. Dopo alcune decine di secondi di scontri è tornata la calma, ma forze dell'ordine e immigrati, che chiedono 'permesso per tuttì, hanno continuato a fronteggiarsi. Alcuni dei manifestanti sono anche riusciti a salire su una gru, a circa 25 metri d'altezza, dove hanno issato uno striscione con la scritta 'Sanatoria'.

IMMIGRATI: "NOI COME RUBY"
 «Berlusconi aiutaci, abbiamo bisogno del tuo buon cuore». Chiaro il riferimento alla vicenda 'Ruby' del cartello che uno dei manifestanti ha mostrato dall'impalcatura di una gru oggi a Brescia durante una protesta, ancora in corso, per la regolarizzazione degli immigrati. Quando il manifestante è sceso dalla gru ed è uscito dal cantiere della metropolitana, è stato osannato dagli altri partecipanti all'iniziativa. In questo momento sono otto le persone che si trovano in cima alla gru.

SINDACO DI BRESCIA: "INACCETTABILE" «Ciò che è successo è inaccettabile ed è purtroppo una occasione persa da parte degli immigrati e di chi li ha organizzati per instaurare un rapporto positivo con la città»: lo afferma, in una nota, il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, riguardo agli incidenti nella manifestazione organizzata dall'associazione 'Diritti per tuttì durante la celebrazione del novantesimo anno di attività del Corpo degli Alpini. «Brescia voleva festeggiare i 90 anni dei propri alpini e lo ha fatto - sottolinea il primo cittadino -. Pensare di manifestare le proprie idee non rispettando altre celebrazioni preparate da tempo diventa un atto di prepotenza e palesa l'incapacità di capire la realtà in cui a parole si desidererebbe vivere e integrarsi».



news

domenica 3 ottobre 2010

Agguato a Belpietro! un altro inside job come quello del Berluska?


LA BUGIA E LA CONTRADDIZIONE DI BELPIETRO “Ho sentito 3 colpi di pistola e ho capito che era successo qualche cosa. Ho chiamato la scorta in sostanza l’agente che mi ha accompagnato scendendo le scale fumando una sigaretta, si è trovato davanti un uomo armato che senza dire nulla gli ha puntato la pistola e gli ha sparato… l’arma si è bloccata…”

Ricapitoliamo i fatti partendo da una presunta bugia secondo cui Maurizio Belpietro sarebbe stato bersaglio di un omicida armato di pistola alle 22 di giovedì 30 settembre a casa sua, al quinto piano di un palazzo del centro di Milano.

L’indomani, a Mattino 5, attorno alle 10, Belpietro rivela che il suo agente ha sparato 3 colpi di pistola in risposta a un colpo partito dall’arma dello sconosciuto incrociato per le scale. La grande bugia del direttore di Libero raccontata in tivù da Paolo Del Debbio è confermata dalla perizia della Digos sul luogo della sparatoria, che ha accertato 3 colpi di pistola partiti tutti dall’arma dell’agente della sua scorta, finiti su un battiscopa in marmo, lungo il corrimano e su una vetrata del terzo piano.

La bugia di Belpietro raccontata 11 ore dopo il fattaccio in tivù non può reggere nemmeno a un lapsus, visto che avrebbe dovuto accertarla col suo agente subito dopo il fattaccio. Il dettaglio non è da poco perché a questo punto è lecito chiedersi perché quell’agente abbia dovuto sparare 3 colpi di arma da fuoco contro qualcuno che non ha sparato, da cui non ha subito violenza o rapina, ma soltanto perché avrebbe sceso velocemente le scale del condominio. Messa così l’agente della scorta di Belpietro rischia l’accusa di tentato omicidio, sempre che il presunto malcapitato omicida esca allo scoperto dichiarando di essere fuggito dai colpi di pistola impazziti di un agente.

Allo stato dei fatti è più lecito chiedersi se non sia per la conseguenza degli spari dell’agente che il malcapitato se la sia data a gambe. Del resto non sarebbe la prima volta che un improvviso mal di pancia costringa una veloce corsa lungo le scale verso un bagno o dietro qualche cespuglio. E’ pur vero che non si ha notizia di tracce di deiezioni nel cortile del palazzo di Belpietro, ma nemmeno una foglia pare essersi mossa dalla siepe del cortile confinante che dà su via Borgonuovo, unica via di fuga possibile per il presunto omicida fuggiasco.

Alla luce dei fatti fin qui appurati non c’è traccia di umanità che abbia voluto sparare a Belpietro armato di pistola (giocattolo che si usa solo per i colpi in banca non certo per commettere omicidi) tantomeno del suo presunto inceppamento. Tutti da dimostrare per il presunto omicida, sfuggito a ben 3 colpi di un agente che ha fornito un dettagliato identikit degno più da colpo di fulmine culminato con bacio alla francese che da fortuito e concitato incontro-scontro a suon di pallottole. L’agente della scorta di Belpietro ha descritto i connotati del presunto omicida con zigomi marcati, labbro superiore carnoso e sporgente, capelli a ciuffo e occhi con grandi pupille. Dettagli strani da cogliere in un contesto così, lungo le scale con poca luce e in pochi attimi, come strano è che un omicida armato intenda compiere un delitto al quinto piano di un palazzo la sera tardi, senza prevedere che l’allarme provocato al vicinato dei 4 piani sottostanti dal rumore degli spari avrebbe messo a rischio la sua fuga.

Strano pure che un omicida sia così ingenuo di vagare per le scale con la pistola in vista proprio davanti alla scorta del suo presunto bersaglio già lontano. Com’è strano che la cieca voglia di ammazzare Belpietro induca il presunto omicida a risparmiare la vita della scorta. Ammazzarli tutti e 3 (compreso il secondo agente rimasto in auto ad aspettare) al momento della sosta davanti la casa di Belpietro o all’ingresso dell’androne del palazzo, avrebbe comportato il rischio dell’omicidio plurimo che non sarebbe stato molto più pesante dell’omicidio premeditato, ma avrebbe garantito meno rischi e maggiori possibilità di fuga al malintenzionato.

Insomma è troppo strano che il presunto omicida punti l’arma proprio contro l’agente già lontano dal vero presunto obiettivo del delitto (Belpietro) senza sparare. Com’è strano che un presunto omicida rischi così tanto per così poco: Maurizio Belpietro. Dal quale sarebbe lecito aspettarsi un editoriale in prima pagina in cui spiega (date alla mano) che da quando governa il suo finanziatore Berlusconi, in Italia stragi ed attentati sono diventati per fortuna uno spiacevole e lontano ricordo. Se non avesse tempo di scriverlo lo dica a Del Debbio. Sia mai che decida di invitare a Mattino 5 la famiglia Falcone, Borsellino o i parenti della bimba morta nell’attentato di via Georgofili. Per quell’episodio il presidente del consiglio è indagato per strage assieme a Dell’Utri. Mi sembra sia una notizia assai più consistente della fin qui bufala sull’attentato a Belpietro.

banner7 300x88 Belpietro raccontala a qualcun altro

http://informarexresistere.fr/belpietro-raccontala-a-qualcun-altro

martedì 2 febbraio 2010

BERLUSCONI :Meno extracomunitari uguale meno criminali.

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Roma, 28-01-2010

Meno extracomunitari uguale meno criminali. Silvio Berlusconi fa sua l'equazione che vede immigrati e delinquenti legati da una relazione inscindibile. Il premier ne parla dopo il consiglio dei ministri a Reggio Calabria, rivendicando il pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina, che ha dato risultati "molto positivi". Un fatto importante, sottolinea Berlusconi, perche' una "riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali".

La tesi non e' nuova, ed e' quasi quotidianamente proclamata dalla Lega Nord. E' pero' la prima volta, forse complice l'incipiente campagna elettorale per le regionali, che il premier parla degli "extracomunitari" come potenziali manovali del crimine.

Una volta di piu', colpisce la distanza dall'altro "co-cofondatore" del Pdl Gianfranco Fini, che nelle stesse ore in cui Berlusconi parlava in Calabria dava voce a una visione opposta del problema immigrazione. Secondo Fini, che parlava alla presentazione di un libro sull'Unita' d'Italia, nella costruzione dell'idea di Nazione bisogna evitare "la tentazione dell'etnicismo e del revanscismo" puntando invece sull'idea democratica aperta "ai nuovi cittadini". E' dunque un'Italia sempre piu' multietnica quella che Fini immagina, dove gli immigrati e i loro figli sono un fattore di crescita e non un nemico da guardare in cagnesco.

Una posizione condivisa dall'opposizione, che cavalca la polemica contro Berlusconi accusando il premier di razzismo e di subalternita' al pensiero leghista. "Una frase cosi' - dice il leader del Pd Pier Luigi Bersani riferendosi alla dichiarazione del premier - ci mette fuori da qualsiasi contesto moderno. Un governo non puo' sempre agitare le paure, deve saper anche guidare il paese alla razionalita"'. Livia Turco, parlamentare democratica e autrice della prima legge sull'immigrazione (la Turco-Napolitano), taccia Berlusconi di "volgarita"', ricordando il contributo degli immigrati al mantenimento dello stato sociale.

L'Idv non e' da meno nel censurare le parole del premier: "L'Italia - sostiene il capogruppo Massimo Donadi - ha bisogno di leggi severe ma giuste, non di inutili slogan razzisti che alimentano il clima di intolleranza".

Ma e' proprio vero che gli extracomunitari sono attirati dal crimine? Una ricerca della Caritas sul tasso di delinquenza tra gli immigrati lo nega. Dalle tabelle viene fuori che gli extracomunitari in regola infrangono la legge in una percentuale di pochissimo superiore a quella degli italiani: a delinquere e' infatti l'1,4 per cento degli stranieri contro lo 0,75 per cento degli italiani. "E' falso, percio' - sostengono i ricercatori della Caritas - dire che il tasso di criminalita' degli immigrati e' molto superiore a quello degli italiani".

I fedelissimi del premier sostengono pero' che le parole di Berlusconi sono state travisate. 'Le polemiche - dice il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - sono completamente fuori luogo. E' evidente che il riferimento era agli immigrati che giungono in Italia per delinquere attraverso organizzazioni criminali". Il clima politico e' pero' poco favorevole a interventi pro-immigrati. Dalla legge comunitaria in Senato e' stata stralciata la regolarizzazione degli immigrati senza contratto: sarebbe stata, spiega Gasparri, una "affrettata sanatoria per extracomunitari o lavoratori in nero". La Lega applaude: e' stata scongiurata, dice il capogruppo Federico Bricolo, una "sanatoria indiscriminata per i clandestin
fonte

sabato 10 ottobre 2009

Financial Times contro Silvio: “Italia starebbe meglio senza”

Come volevasi dimostrare. Il Financial Times torna alla carica. E ovviamente il bersaglio è sempre lui, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, visto come fumo negli occhi. Tanto fastidioso da indurre nuovamente il quotidiano economico-finanziario del Regno Unito a parlare (e male, sia ben chiaro) degli italici affari. “L'Italia starebbe sicuramente meglio senza di lui” è la conclusione a cui arriva il Financial Times, in un editoriale intitolato ‘La crisi di Berlusconi’, con un sottotitolo che è un invito ai suoi alleati a “iniziare a considerare l'idea di scaricarlo”. Certo, se lo dice l’autorevole giornale d’Oltremanica…

Delle “tragedie e trionfi” che hanno contrassegnato i suoi 15 anni di vita politica .- si legge nell’aricolo - “il colpo ricevuto dalla Corte Costituzionale è la più seria battuta d'arresto con cui si sia scontrato”. Berlusconi è “chiaramente indebolito”, anche se “questo è ben lontano dall'essere un colpo mortale”, perché “il sistema giudiziario italiano è debole e avrà bisogno di tempo prima di arrivare a un verdetto definitivo nei processi che lo coinvolgono”. Ma il premier, prosegue il quotidiano londinese, “è politicamente forte: ha la maggioranza in Parlamento mentre il centrosinistra è in crisi e i suoi partner si rifiutano di sfidarlo. Berlusconi, guardando sconsolato lo stato deprimente della politica italiana, è sceso in campo per dare a se stesso un piattaforma per difendersi dalle accuse di corruzione. Ed è stato tragico per l'Italia e per l'Europa che l'abbia fatto”. Il capo del governo italiano, si legge ancora, può “rivendicare di avere avuto il mandato degli italiani che conoscevano da tempo le accuse contro di lui, ma l'Italia - secondo l’analisi del Regno Unito - non è maturata politicamente a causa del suo dominio della scena e si è impantanata nelle dispute tra giudici e politici sul destino di Berlusconi, senza riuscire a stabilire una chiara distinzione tra potere politico e potere dei media”.

E il nuovo strale d’Oltremanica si è abbattuto sul Cavaliere. Al quale solo tre giorni fa il Financial Times aveva dedicato l’apertura del giornale. Titolo: "Berlusconi sfida le accuse di corruzione". L'articolo ricostruisce la vicenda del Lodo Mondadori e le reazioni del premier, mentre a pagina 2 un altro articolo, "Gli alleati di Berlusconi lottano per togliere l'assedio", propone un'analisi politica. Berlusconi, già «politicamente indebolito dagli scandali sulla sua vita privata, ha ribadito ieri sera che porterà a termine il suo mandato». Tuttavia le accuse di corruzione “possono anche non avere immediate conseguenze legali per Berlusconi - spiega il quotidiano -, ma riportano sotto i riflettori i suoi affari e la sua influenza sui media italiani”. E danno “la sensazione di un primo ministro sotto assedio, protetto solo dalla sua influenza sui media, dalla sua ricchezza personale e dall'immunità giudiziaria che gli viene garantita dall'ampia maggioranza in parlamento”. Per il Financial Times, «il sostegno al governo di centrodestra sta declinando. Nessun importante uomo d'affari si è dichiarato pubblicamente contro Berlusconi o chiesto le sue dimissioni, ma in privato alcuni hanno espresso preoccupazione per quello che vedono come una paralisi del governo distratto dai suoi problemi legali”, scrive ancora il giornale, sottolineando però anche “la mancanza di un'alternativa dal centrosinistra lacerato da lotte interne, e l'assenza di un chiaro successore nei suoi stessi ranghi”.fonte

giovedì 10 settembre 2009

Governo: Berlusconi, In 150 Anni Di Storia Sono Il Miglior Premier


La Maddalena, 10 set. - (Adnkronos) - "Credo sinceramente di essere stato e di essere di gran lunga il miglior presidente del Consiglio che l'Italia abbia potuto avere in 150 anni della sua storia. Lo dico sulla base di cio' che ho fatto e faccio e che gli italiani conoscono bene e questo mitivo penso che mi attribuiscono il 68,4% di fiducia e ammirazione". A sottolinearlo e' stato il premier Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa a margine del vertice italo-spagnolo alla Maddalena.
FONTE

domenica 5 luglio 2009

SICUREZZA, GIOVANARDI: ORA REGOLARIZZARE BADANTI E COLF

SICUREZZA, GIOVANARDI: ORA REGOLARIZZARE BADANTI E COLF BOLOGNA - Una regolarizzazione per gli extracomunitari che sono già in Italia senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro in corso. A chiederla al governo, attraverso un provvedimento d'urgenza simile alla regolarizzazione attuata nel 2002, prima dell'entrata in vigore della legge Bossi-Fini, è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia Carlo Giovanardi. Obiettivo, gestire l'emergenza di colf e badanti - circa mezzo milione di persone ora in Italia, che si troverebbero 'fuori-legge' con l'ok al pacchetto sicurezza - e rendere più efficaci le nuove norme varate dal Parlamento. Giovanardi l'ha spiegato all'ANSA precisando che non si tratta di una sanatoria, perché non indiscriminata ma rivolta ai cittadini extracomunitari già in Italia e il cui datore di lavoro sia disponibile ad assumerli e quindi regolarizzarli.

''Le nuove norme sulla sicurezza saranno efficaci soltanto se accompagnate da un provvedimento indirizzato agli extracomunitari gia' in Italia con un rapporto di lavoro in essere che non possono trasformare in contratto di lavoro in quanto irregolari - dice Giovanardi all'ANSA - Come responsabile delle politiche familiari di questo governo, chiedo al presidente del Consiglio di mettere all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri un provvedimento d'urgenza, come quello che funziono' benissimo nel secondo governo Berlusconi, soprattutto per quanto riguarda l'emergenza colf e badanti''. Una richiesta sostenuta dall'auspicio che ''i nuovi strumenti a disposizione di forze dell'ordine e magistrati non rimangano 'grida' senza alcun effetto'', per cui, ha concluso Giovanardi, ''ora si puo' e si deve risolvere questo problema che riguarda centinaia di migliaia di famiglie italiane e centinaia di migliaia di lavoratori extracomunitari''.

lunedì 2 febbraio 2009

Cattivi contro i clandestini

«stupri in diminuzione, Non bisogna confondere le emozioni con il fenomeno»
Maroni: «Cattivi contro i clandestini»
Il ministro degli Interni risponde a Pisanu: «Non bisogna essere buonisti, ma determinati». Pd: «Parole pericolose»
Il ministro Maroni ad Avellino (Emmevì)ROMA - «Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi, determinati, per affermare il rigore della legge». Lo ha detto il ministro degli Interni Roberto Maroni intervenendo ad Avellino alla manifestazione «Governincontra». Maroni ha inteso così rispondere «a chi in questi giorni - ha ricordato - ci ha accusato di fare discorsi da osteria padana».
RISPOSTA A PISANU - Le parole del ministro suonano come una risposta a quelle dell'ex titolare del Viminale, che in un'intervista al Corriere della Sera ha parlato di immigrazione attaccando la Lega: «È un fenomeno che orienterà i processi economici e sociali dell'Europa per un secolo, non lo si può affrontare con l'orecchio teso alle voci delle osterie della Bassa padana. Esiste un clima emotivo che eccita gli istinti più bassi ed esistono fatti inaccettabili, le violenze, gli stupri che lo alimentano. Ma la tolleranza zero è uno slogan fortunato che non vuol dire nulla». Secondo l'ex ministro, l'Italia dovrebbe accogliere 200-300mila immigrati all'anno. «In Italia non esiste una politica dell'immigrazione - aggiunge -, il Parlamento non via ha mai dedicato una seduta, si è limitato a piccoli provvedimenti sulla spinta di fatti che avevano scosso l'opinione pubblica e la responsabilità della Lega non può essere nascosta». Pisanu, interpellato dopo le dichiarazioni del collega di maggioranza, si è limitato a dire: «Si commenta da solo».
PD: «PAROLE PERICOLOSE» - Parole che il Pd definisce «pericolose. «Per affermare il rigore della legge non bisogna essere né buoni né cattivi, bisogna esser seri dando alle forze dell'ordine gli strumenti necessari e cessando la propaganda - dice il portavoce Andrea Orlando -. Di questi giorni in cui la cattiveria non manca, pensiamo al tragico episodio di Nettuno, dal ministro Maroni ci aspettiamo più misura nell'utilizzo di parole che possono essere pericolose. In una sola giornata esponenti della maggioranza come Maroni e Pisanu hanno detto cose opposte: è un altro segnale di divisione su un argomento di grande importanza».
FERRERO: «RAZZISMO» - Con Pisanu si schiera il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, secondo cui l'ex ministro fa bene a denunciare «gli atti di razzismo che continuano a verificarsi nel nostro paese, ma il problema che non vede è che non si può tollerare e accettare che sia un ministro dell'Interno a professarsi apertamente razzista e xenofobo». Secondo Ferrero, »Pisanu si rende conto che le posizioni più razziste e xenofobe stanno prendendo sempre più piede nella sua coalizione. Razzismo e xenofobia sono arrivate ai vertici massimi delle istituzioni».
«STUPRI IN CALO» - Ad Avellino Maroni ha anche affrontato l'argomento degli stupri, sottolineando che il fenomeno è in calo: «Non confondere le emozioni con il fenomeno: i reati e anche quelli a sfondo sessuale sono in calo. In pochissimo tempo i risultati ci sono stati: non c'è oggi un'emergenza sicurezza. Nel 2008 rispetto al 2007 sono diminuiti i reati dell'11 per cento, del 12 per cento sono diminuite le rapine. È diminuito anche il numero di reati contro le donne, di violenza sessuale, del 9 per cento. Se ne fa un gran parlare a causa di episodi terribili, ma non confondiamo l'indignazione e l'emozione». Maroni ha sottolineato che sul tema della sicurezza vanno messe da parte le polemiche: «È interesse di tutti, destra e sinistra, affrontare il tema della sicurezza come un obiettivo comune. Purtroppo sento ancora polemiche che non servono e che portano all'allarmismo».
FEDERALISMO - Infine Maroni ha parlato del federalismo, augurandosi che finiscano le divisioni tra Nord e Sud: «Dobbiamo finirla di dividerci, dobbiamo invece ritrovarci. Il federalismo fiscale è una sfida vera e importante di cui non bisogna avere paura. Non è una fregatura per nessuno, è una riforma importante».
02 febbraio 2009
Repubblica on line

sabato 29 novembre 2008

Non è reato far entrare clandestinamente i figli

sabato 29 novembre 2008, 14:31

Immigrati, la Cassazione "allarga" le frontiere: "Non è reato far entrare clandestinamente i figli"


Roma - L'immigrato che ha un lavoro da noi può fare entrare clandestinamente i figli per "non abbandonarli" nel Paese d'origine. Il comportamento non merita censure, è giustificato dallo "stato di necessità". Lo sottolinea la Cassazione (Prima sezione penale, sentenza 44048) nel bocciare il ricorso della Procura di Trieste contro l'assoluzione dal reato di favoreggiamento dell'ingresso clandestino nel nostro territorio accordata ad un macedone, con un lavoro regolare, che aveva fatto entrare clandestinamente la figlia dodicenne rimasta sola in Macedonia.

La sentenza della Cassazione Ilco R., un macedone 39enne con un lavoro stabile in Italia, aveva portato con sè la moglie e un figlio, per i quali aveva ottenuto il ricongiungimento, mentre aveva fatto entrare clandestinamente la figlia di 12 anni costretto dalla "necessità di non abbandonarla" nel luogo d'origine. Ne era scaturita una denuncia per favoreggimanento dell'ingresso clandestino conclusasi con una assoluzione piena da parte del Tribunale di Trieste, nel dicembre 2007. Contro l'assoluzione, la Procura di Trieste ha fatto ricorso in Cassazione lamentando la "carenza dello stato di necessità" da parte di Ilco R., sulla base del fatto che il padre avrebbe potuto abbandonare il lavoro in Italia e cogliere "le opportunità dell'espansione dell'economia macedone" per non abbandonare la figlia.

I motivi della Corte Piazza Cavour ha respinto il ricorso della Procura e ha sottolineato che il pm "affida la sua censura a considerazioni meramente congetturali afferenti improbabili o evanenscenti scelte alternative di Ilco R. la cui valutazione, a fronte dell'argomentazione dell'impugnata sentenza, non può avere ingresso in questa sede". Per la Cassazione, dunque, il padre immigrato che ha fatto entrare clandestinamente la figlia va assolto perchè ha agito "in stato di necessità" per evitarne "l'abbandono".
FONTE

giovedì 30 ottobre 2008

RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE ...CAMBIA

Circolare Prot. n. 4660 del 28 ottobre 2008

Nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare ai sensi dell'art. 29 del Testo Unico immigrazione, come modificato dal decreto legislativo n. 160 del 3 ottobre 2008.





martedì 23 settembre 2008

BUCO NERO

Nel buco nero di Castelvolturno dove la vita vale 25 euro al giorno

Eduardo Di Blasi


lampedusa sbarchi immigrati 220
Si chiama Nency, ma il nome l'ha da tempo napoletanizzato in Nunzia. Viene dal Kenya, anche se quando le poni la domanda risponde: «Da Roma, ho fatto due anni per spaccio di droga a Rebibbia». Ha quasi cinquant'anni, i capelli bianchi, tre figlie e un ex marito che le passa 500 euro al mese. È una madre di famiglia che in questi due anni ha inventato una bugia («ho detto che sono andata in convento») per non raccontare alle figlie una verità difficile da nascondere.

Oggi, uscita da quel convento, è tornata a Castel Volturno e ha lasciato le figlie a Roma. Ha fame, in tasca non ha nemmeno i soldi per le sigarette, gira per strada con uno scialle leggero mentre inizia a fare veramente freddo. Eppure è tornata qui. Perché? Perché solo qui Nunzia può sopravvivere, può arrangiarsi, può grattare qualcosa per se, può nascondersi assieme agli altri suoi connazionali nell'enorme buco nero che da quasi trent'anni cancella le storie degli africani d'Italia. Troverà un tetto, troverà dei soldi, spacciando o mettendosi sul ciglio della strada a vendere quello che resta di se stessa. Ce la farà: sopravviverà. Troverà la sua fetta di vita alle spalle della Domitiana, in queste case basse attraversate da stradine piene di rifiuti e di facce di neri. Manderà i soldi a casa da questo nuovo convento senza indirizzo. Nessuno le chiederà nulla.
Come nessuno chiederà mai niente ad Alex, ghanese di 30 anni, faccia incazzata mentre cerca di mettere in fila due parole in italiano. Nessuno gli chiederà nulla, tranne l'affitto per il letto (150 euro al mese) e le sue braccia, che sono in vendita tutte le mattine alle cinque, in una piazza di Pianura, davanti al bar Ferrara. Una giornata di lavoro senza alcuna copertura assicurativa viene via per 20-25 euro, sei giorni la settimana domenica esclusa, sempre che il padrone non decida che preferisce picchiarti e non darti nulla, perché tu, in fondo, non sei niente.
Ecco perché nessuno chiede loro nulla, perché loro non esistono. Sono ventimila gli immigrati irregolari nella provincia di Caserta, almeno 11mila quelli di Castel Volturno, che sono per la stragrande maggioranza africani.

«Non esiste un posto così nel mondo», avvisa Antonio Casale, direttore del centro Fernandes, da 12 anni fiore all'occhiello della Caritas di Capua nel cuore di questo buco nero. Non esiste, non fa fatica a rispondere, perché qui, in 30 anni, non è successo niente. «Prima arrivavano i francofoni del Benin e della Costa D'Avorio, poi è stata la volta dei ghanesi, dei togolesi, dei nigeriani. Oggi arrivano i sudanesi, i liberiani, sempre più poveri e più ignoranti». Arrivano a Castel Volturno per due motivi fondamentali. Il primo è che in nessun posto del mondo un immigrato irregolare potrebbe trovare una casa. Non ci sono barboni a Castel Volturno. Tutti hanno un tetto dove ripararsi in questo paradiso di seconde case cadenti. La seconda ragione è che qui ci sono gli altri africani, da sempre. E allora puoi creare una microcomunità.
Eccolo il «modello Castel Volturno», la non integrazione di bianchi e neri che ha portato a quella che Casale definisce «la separatezza». Nel buco nero senza legge, dove anche un occupante di casa napoletano può chiedere l'affitto a un africano e la cosa sembra normale, dove le automobili non solo non hanno l'assicurazione esposta, ma alcune nemmeno il posto dove esporla, le comunità vivono per conto proprio.

«Hanno i loro negozi, i loro quartieri, anche le loro chiese». Tutti. Ognuno per sè. Ecco perché anche quelli che vivono qui da dieci anni non parlano una parola di italiano: perché sembra non dovergli servire. «Se ne accorgono appena vanno via da Castel Volturno». È un circolo vizioso che crea questi mondi paralleli, questi traffici leciti e illeciti. È l'obiettivo di trovare i sessanta euro a settimana, le due-tre giornate di lavoro.

«Cacciar via gli immigrati non è la soluzione al problema di quest'area. Per Castel Volturno e il litorale Domizio occorre altro: un organico progetto di riqualificazione». A parlare è l'arcivescovo di Capua, monsignor Bruno Schettino, che presiede la fondazione Fernandez, che accoglie ogni giorno 60 immigrati con un servizio mensa che offre il pranzo a 100 persone. «Hanno paura ed è comprensibile: per mia esperienza personale questa è gente che non fa alcun male». Ma quel che ci vuole è una strategia: «Il discorso è più ampio e non si risolve mandando via alcune centinaia di stranieri, che qui fanno lavori che altri non intendono svolgere».

Fabio Basile, anche lui da anni nella trincea di Castel Volturno a metterci tutto quello che può metterci la società civile in un processo del genere (è tra gli animatori del centro sociale "Ex canapificio" di Caserta da sempre impegnato sul mondo migrante), non fa fatica a descrivere il modello suddetto: «È così, e nessuno se ne importa. Il governo, ancora una volta, pensa di farne un problema di sicurezza pubblica, ma qui è chiaro che stiamo parlando d'altro».
Vediamo bene di cosa stiamo parlando allora. «Noi siamo un piccolo comune campano con i problemi di una metropoli», sintetizza il sindaco di Castel Volturno Francesco Nuzzo e per fare un esempio dell'enorme mole di lavoro che si trova a fronteggiare nella sua scomoda posizione spiega: «Abbiamo ventimila irregolari, venti vigili urbani e una sola assistente sociale, perché con i tetti di spesa non possiamo assumerne nemmeno un'altra, e non sto dicendo che ne servono due».
Non va meglio a polizia e carabinieri che dovrebbero presidiare un territorio in cui le regole non solo non esistono, ma sembra quasi non possano esistere, con la camorra che possiede case, negozi e bar, che spara e commercia, costruisce, investe, interra rifiuti speciali e fa mozzarelle. E queste centinaia di facce scure, schiavi composti di questa terra, che solo per identificarli ci vorrebbero 5mila giorni e per sequestrargli la macchina un deposito giudiziario di diversi chilometri quadri. Angelo Papadimitra, segretario della Cgil di Caserta, non ha dubbi: «Da questa storia si esce solo con una legge speciale per Castel Volturno. Ci vuole una sanatoria». Invece il governo si fa portabandiera di un nuovo «ordine pubblico», in un posto in cui i sei africani ammazzati giovedì scorso aspettano ancora un funerale. Tra sabato e domenica non si è trovato nessuno che facesse l'autopsia di quei corpi crivellati di colpi.

Pubblicato il: 22.09.08
Modificato il: 22.09.08 alle ore 8.37


http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79205

sabato 20 settembre 2008

domenica 31 agosto 2008

ITALIA E LIBIA

L'amicizia libica costa cinque miliardi di dollari


Scritto da Angelo D'Addesio
domenica 31 agosto 2008
Image
...
E' stata un'amicizia dura da conquistare quella fra l'Italia e la Libia, ma a quanto pare sembra sancita definitivamente dal Trattato di Amicizia e Cooperazione, a suon di miliardi di dollari, ben 5, che l'Italia sborserà in modo scaglionato per i prossimi 25 anni al paese africano, come risarcimento compensativo per la pesante aggressione subita nel 1911 e perpetuata fino al 1943, durante gli anni del dominio coloniale.

In questo accordo Muammar Gheddafi ha sfogato tutto il sentimento di umiliazione suo e della popolazione libica, uccisa durante il biennio 1911-1912 in sanguinosissime battaglie nel deserto, oppure deportata nella repressione che ne seguì, in cui il 50% della popolazione civile furono spinti alla prigionia, alla fuga nel deserto ed al confino nelle isole italiane, tra cui numerosi parenti del leader libico, come il nonno ferito a morte ed il padre gravemente menomato. Eppure questo accordo sancisce anche il definitivo rientro della Libia nel panorama delle potenze africane emergenti sul piano economico, energetico oltre che storico, al fianco dell'Egitto, della Nigeria e del Sudafrica.

Dopo il grande isolamento, l'avversione degli Usa, gli anni della guerra fredda, oggi la Libia può contare sulla riappacificazione statunitense, su un seggio provvisorio all'Onu e sul rapporto di timore/rispetto con l'Unione Europea. Il rapporto con l'Italia, poi, è dettato da interessi reciproci che vanno molto al di là dei semplici corsi e ricorsi storici. L'accordo sottoscritto dal premier Berlusconi a Tripoli, configura non solo un risarcimento danni ma rafforza anche la serie di notevoli investimenti italiani in Libia: la costruzione della grande autostrada litoreanea Tripoli-Bengasi, lunga 2000 km per un costo di 6 miliardi, ricalcante la vecchia Via Balbia, la prima grande strada in Africa, di ideazione italiana, che unificava la Tripolitania e la Cirenaica, la costruzione lungo il tragitto di numerose infrastrutture, la costruzione di due nuovi grandi ospedali, la predisposizione di un piano di miglioramento scolastico con borse di studio per studenti libici in Italia ed indennizzi per mutilati di guerra e la restituzione delle opere d'arte trafugate in Italia, fra cui la Venere di Cirene, già consegnata durante l'incontro ed oggetto di un contenzioso chiusosi in favore libico, con una sentenza del Consiglio di Stato, il giugno scorso. Passi in avanti anche per la restituzione dei visti per i 20.000 italiani cacciati dalla Libia dopo il golpe nel 1970, sebbene i rimpatriati non siano del tutto in sintonia con la scelta del governo.

Dietro tutto questo, il cartello delle grandi imprese energetiche ed edili impegnate in fruttuosi accordi ed il rafforzamento del partenariato sull'immigrazione. Proprio lo scorso anno l'ENI ha ottenuto il rinnovo per 25 anni delle concessioni per l'estrazione di gas e petrolio e la medesima si farà carico dei costi per la costruzione di autostrada ed altre infrastrutture. Altri lavori coinvolgeranno Impregilo, Finmeccanica, perfino l'Università di Palermo che ha instaurato preziosi rapporti con quella di Bengasi. Infine l'ultimo grande contrappeso per l'Italia è il rafforzamento dell'accordo sottoscritto da Amato nel 2007, ovvero pattugliamenti congiunti di Italia e Libia nel canale di Sicilia e intensificazione dei controlli, anche a mezzo radar, ai confini con Ciad, Niger e Sudan, collaborazioni con guardia costiera e forze dell'ordine.

La guerra ai "mercanti di schiavi" passa per questo accordo, anche se fino ad una settimana fa l'emorragia di immigrati dalla Libia è proseguita ed un peschereccio con 48 persone è partito dalle coste della Tripolitania ed è stato riportato in Libia qualche giorno dopo e la soluzione dei respingimenti in mare non è umanamente la migliore, visto che il regime di Gheddafi non ha di certo mano tenera con i profughi che per legge sono destinati ai centri di detenzione per un certo periodo di tempo, dove solo quest'anno, sono finite 60.000 persone. La speranza è tutta in una cooperazione energetica ed in un aiuto efficace sull'immigrazione, nulla più della linea seguita dai governi precedenti. Solo il tempo potrà dire se sarà valsa la pena e se questo precedente non porterà Eritrea e Somalia in futuro (e non sarebbe uno scandalo, anzi l'Eritrea sembra intenzionata in questa direzione) a seguire l'esempio del vicino libico.

giovedì 14 agosto 2008

Prostituta fotografata in cella (NIGERIAN)



(Da Repubblica on line)
Prostituta fotografata in cella.Il magistrato apre un'inchiesta
Il Pm Francesco Gigliotti ha affidato alla questura di Parma l'indagine sulla vicenda della fotografia della prostituta nella cella della polizia municipale. Via ai primi interrogatori
di Stefania Parmeggiani

Il Pm Francesco Gigliotti ha aperto un fascicolo di atti non costituenti reato, per fare chiarezza sulla vicenda della prostituta fermata venerdì scorso dai vigili urbani di Parma e fotografata seminuda per terra in una camera di sicurezza. Al momento non ci sono indagati. Il magistrato ha affidato alla Questura le indagini preliminari. Per questo oggi la squadra Mobile della città emiliana ha sentito Mario Robusti, che ha scattato la foto per Repubblica Parma (La storia della fotografia). Nei prossimi giorni saranno sentiti anche gli altri fotografi e giornalisti presenti al blitz di venerdì notte, per ricostruire esattamente quello che è successo durante i controlli e successivamente nel comando della municipale. Al corpo dei vigili, inoltre, il pm chiederà una relazione. L'immagine della giovane prostituta nigeriana, accasciata sul pavimento di una cella del comando della polizia municipale di Parma, è divenuta un caso nazionale. Riportata da tutti i principali quotidiani e telegiornali del Paese ha sollevato dubbi e interrogativi, spingendo il presidente del Senato a chiedere chiarimenti al Prefetto e il pm Francesco Gigliotti ad aprire un fascicolo.Eppure, per l'assessore alla Sicurezza del Comune di Parma Costantino Monteverdi non ci sono dubbi: "Nessuna inchiesta interna sul caso della prostituta fotografata". Nemmeno dopo l'intervento della seconda carica dello Stato perchè "è già tutto chiaro, basterà una chiacchierata del sindaco col Prefetto e il rappresentante del Governo riferirà a Schifani". Considera le polemiche eccessive e l'immagine da cui sono nate "solo un tentativo di scoop".Il sindaco Pietro Vignali spiega di essere già in contatto con la presidenza del Senato: "La relazione dei vigili conferma la regolarità del loro comportamento verso la prostituta fermata. La donna, che non aveva con sè i documenti, è stata trattata con dignità e rispetto. Dalla ricostruzione fatta dalla polizia municipale ( Il giorno del no comment) mi risulta che si sia gettata a terra da sola. Inoltre le è stato offero di prendere parte a un programma di recupero, ma la sera dopo era già, nuovamente, sulla strada. Significa che è "recidiva". Sono in contatto con la Presidenza del Senato per rassicurare su questo. Ribadisco che i controlli anti prostituzione sono necessari per evitare il peggioramento della vivibilità della nostra città, ma anche per recuperare le ragazze dalla strada, Parma in termini di civiltà non ha nulla da imparare da nessuno. E non esiste alcun sindaco sceriffo: quella di venerdì notte era un'operazione di routine, come se ne fanno tutti i giorni". (Il comunicato stampa)Le rassicurazioni di sindaco e assessore non basteranno, da sole, a placare la polemica. Infatti, dalla Prefettura fanno sapere che l'iter da seguire non sarà quello di una chiacchierata informale, bensì l'ordinaria procedura che segue ogni interrogazione parlamentare. Stanno già preparando il fascicolo con tutti i dettagli di quanto è avvenuto nell'operazione anti-prostituzione di venerdì scorso, da inviare a Roma a disposizione del presidente del Senato e del ministero dell'Interno.Nel frattempo continua la bufera politica (Tutte le reazioni), con il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Giorgio Pagliari che chiede chiarimenti durante la prima assise utile "non per creare confusione, ma perchè non ci possono essere dubbi sull'operato della polizia municipale". E perchè "non si può perseguire la sicurezza dei cittadini non rispettando i diritti umani". Marco Ablondi di Rifondazione comunista è ancora più netto e chiede "il ritiro immediato delle deleghe all'assessore Monteverdi". (La posizione della minoranza)Critico anche il segretario generale della Cgil Paolo Bertoletti, che accusa il sindaco di essere impotente edi sviare il problema, i comunisti italiani e il garante dei detenuti del Lazio, che ritiene l'episodio gravissimo, "mai accaduto prima".Non solo la politica locale, ma anche quella nazionale continua a interrogarsi sulla fotografia e sull'utilità delle retate anti-prostituzione. Il Presidente del Senato,Renato Schifani, in merito alla giovane extracomunitaria fotografata all'interno di una cella "in condizioni di estremo abbandono", ha chiesto chiarimenti sull'episodio al Prefetto della città emiliana. ''La drammatica foto pubblicata - si legge in una nota di Palazzo Madama - rischia infatti di trasmettere una immagine del nostro Paese diversa da quella che è in realtà e di quanto si sta facendo a tutela dell'ordine pubblico, ma nel rispetto dei diritti inviolabili della persona. Chi intende adottare il criterio della tolleranza zero è tenuto a farlo non sottraendosi mai alla tutela della dignità della persona e della sua privacy. Pertanto il presidente del Senato auspica che venga fatta al più presto opportuna e doverosa chiarezza sull'intero accaduto". Chiarezza, però, secondo l'assessore Monteverdi non è necessaria perché, a suo dire, l'unica verità da spiegare è che "c'è stato un tentativo di scoop". Subito dopo, però, racconta la notte "di ordinari controlli" e difende l'operato dei suoi uomini, che hanno dimostrato "come sempre grande umanità". La ragazza, infatti, sarebbe stata lasciata in quella cella a dormire per terra "solo per un'ora", "il tempo che si calmasse" e liberata l'indomani dopo che "i vigili gli hanno offerto la colazione" (l'intervista integrale).
Ma Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari della polizia di Stato dice: "A Parma la polizia municipale in questo tipo di operazione non ha coinvolto la Questura, perché le extracomunitarie devono essere accompagnate negli uffici della polizia di Stato in cui vi sono le attrezzature e gli archivi che permettono di identificare un soggetto che può stare legalmente in Italia, oppure no. I vigili urbani, forse - aggiunge Letizia - volevano fare un fermo di identificazione, ma non hanno gli strumenti tipici della polizia scientifica per farlo, perché non hanno gli strumenti. Manca ai vigili urbani quella professionalità e sensibilità tipica delle forze dell'ordine. Il poliziotto quando ha davanti una prostituta sa benissimo che ha di fronte una vittima e come tale procede. Non vorrei che è stata fatta una scelta culturale che li ha portati a pensare che di fronte si solo una prostituta. Non vorrei che fosse successo questo''.I radicali Marco Perduca e Donatella Poretti chiedono al ministro degli Interni, tra le altre cose, "per quali motivi l'operazione è stata preannunciata alla stampa con il coinvolgimento di giornalisti e fotografi, unitamente alla presenza dell'assessore senza che venisse adottata alcuna precauzione a garanzia e tutela delle persone fermate" e se è vero che nel comando dei vigili urbani di Parma "esiste una struttura di detenzione di sicurezza dotata di imbottiture perimetrali, tali da proteggere l'incolumità di ospiti irrequieti". Critici anche gli esponenti emiliano-romagnoli del Prc, Nando Mainardi e Leonardo Masella: "E' la conferma che l'emergenza securitaria lanciata dal Governo, attraverso il decreto che attribuisce ai sindaci maggiori poteri in termini d'incolumità pubblica e sicurezza urbana, punta a colpire i più deboli socialmente mentre lascia inalterati i grandi e veri fattori di insicurezza che attraversano il Paese". Indignato anche Pino Sgobio del Pdci, ex capogruppo del partito alla Camera: "Non si può in alcun modo accettare che sui diritti umani l'Italia scivoli verso il baratro".«Il presidente del Senato Renato Schifani ha chiesto chiarimenti al prefetto di Parma sulla vicenda della prostituta fotografata inerte in un commissariato di polizia e ha fatto bene. Anche se rimane l'unico esponente della maggioranza a stigmatizzare l'episodio». Dichiarano, invece, Albertina Soliani e Carmen Motta, rispettivamente senatrice e deputata del Pd, entrambe di Parma. «Il presidente Schifani – aggiungono le parlamentari democratiche - ha sollevato finalmente il problema di come si debba garantire la sicurezza e nello stesso tempo assicurare sempre, in ogni circostanza, il rispetto per la dignità di ogni persona e dei diritti umani universali. Si tratta di un fatto di civiltà per la città di Parma e per tutto il nostro paese». «Nei prossimi giorni interrogheremo il governo insistendo perché sia avviata subito una seconda fase negli interventi per la sicurezza nella quale sia fortemente salvaguardata la cultura della dignità delle persone, evitando superficiali spettacolarizzazioni e realizzando politiche serie a favore di tutti i cittadini senza creare inutili allarmismi come è successo per il pacchetto sicurezza».
(12 agosto 2008)

Famiglia Cristiana ed il Governo

SICUREZZA: F.CRISTIANA,SPERIAMO NON RINASCA FASCISMO ITALIA

ROMA - E' polemica aperta ormai tra il governo e Famiglia Cristiana, dopo il nuovo attacco di oggi del settimanale sugli ipotetici rischio di un ritorno al fascismo. Nel respingere le accuse di ''cattocomunismo'' lanciate da esponenti del centrodestra, Famiglia Cristiana cita un rapporto dell'organizzazione Esprit augurandosi che ''non sia vero il sospetto'' che in Italia stia rinascendo il fascismo ''sotto altre forme''. In un editoriale firmato da Beppe del Colle, il settimanale cattolico torna a criticare aspramente le misure varate dal governo italiano in tema di sicurezza, soprattutto ''la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom'' e ricorda come in Europa sia tornata alla mente, ''come un simbolo'', la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle SS. ''Ora basta'', si legge nell'editoriale sul numero in edicola di questa settimana che replica soprattutto al sottosegretario alla Famiglia. Giovanardi, scrive Famiglia Cristiana, ''non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Nessuna autorita' religiosa - puntualizza il settimanale - ci ha rimproverato nulla del genere. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi 'eticamente irrinunciabili': divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, 'dico', diritti della famiglia; abbiamo condannato l'inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta''. ''Non siamo mai cambiati - aggiunge del Colle - nel modo di affrontare le realta' del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perche'? Perche' critichiamo l'attuale Governo, come abbiamo fatto con tutti i Governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo''. La replica di Giovanardi non si fa attendere. 'Di fascista ci sono solo i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle', controbatte il sottosegretario con delega per la Famiglia. ''Per fortuna - aggiunge Giovanardi - gli argomenti usati e le immagini evocate si squalificano da sole, mentre rimane il rammarico che un settimanale che entra in tutte le Parrocchie italiane tenti di coinvolgere una parte del mondo cattolico in una campagna connotata da pregiudizi e livore ideologico senza precedenti''. Intanto, per il direttore del settimanale, don Antonio Sciortino, arriva la querela del capogruppo Pdl al Senato Gasparri per le dichiarazioni in una intervista a La Stampa.[T] 'Non sono gli editoriali a cambiare la realta'', interviene il presidente dei deputati leghisti, Roberto Cota, sottolineando che 'il mondo cattolico condivide le misure sulla sicurezza adottate dal governo e approvate dal Parlamento'. A difesa del settimanale scende in campo il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti. 'Famiglia Cristiana e' un giornale libero. Quando governava il centrosinistra -ricorda Giulietti-, sempre sui temi della poverta', rivolse dure critiche alla maggioranza di allora. E l'opposizione le saluto' con cori da stadio'. L'Udc invita a evitare estremismi: 'Le critiche di merito al provvedimento sui rom sono fondate e legittime ma e' ridicolo tirare in ballo il fascismo cosi' come rispolverare gli slogan sul cattocomunismo', dice il portavoce Francesco Pionati.

lunedì 4 agosto 2008

IMMIGRAZIONE - DALLA CORTE COSTITUZIONALE: INDENNITA' DI ACCOMPAGNAMENTO PER LO STRANIERO STABILMENTE RESIDENTE IN ITALIA MA SENZA CARTA DI SOGGIORNO

(2008-08-04)

Per la Corte Costituzionale italiana è illegittima la norma che nega l'indennità di accompagnamento allo straniero, stabilmente e regolarmente in Italia, che non ha carta di soggiorno perchè le sue condizioni di salute lo rendono totalmente inidoneo al lavoro e gli impediscono di produrre un reddito sufficiente per mantenere se stesso e i suoi familiari.
Lo ha stabilito la Corte Costituzionale accogliendo l'eccezione sollevata dal tribunale di Brescia in merito alla controversia tra una cittadina albanese, l'Inps e il ministero delle Finanze.

Con la sentenza n° 306 del 29/30 luglio 2008 la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 80, comma 19, Legge Finanziaria per l'anno 2001 e dell'art. 9, comma 1, del D.Lgs. 286/1998 – come modificato dall'art. 9, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n. 189 e poi sostituito dall'art. 1, comma 1, del decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 3 – nella parte in cui escludono che l'indennità di accompagnamento, di cui all'art. l della legge 11 febbraio 1980, n. 18, possa essere attribuita agli stranieri extracomunitari soltanto perché essi non risultano in possesso dei requisiti di reddito già stabiliti per la carta di soggiorno ed ora previsti, per effetto del decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 3 (Attuazione della direttiva 2003/109/CE relativa allo status di cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo) per il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.(04/08/2008-ITL/ITNET)

http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=3872

UE: CORTE GIUSTIZIA, SI' A LIBERA CIRCOLAZIONE CONIUGE EXTRACOMUNITARIO

(ASCA) - Roma, 25 lug - La Corte di Giustizia europea ha stabilito che il coniuge extracomunitario di un citttadino dell'Unione puo' circolare e soggiornare con questo cittadino all'interno dell'Unione senza aver prima soggiornato legalmente in uno Stato membro.

Il tribunale di Lussemburgo precisa che il diritto del cittadino di un Paese terzo, familiare di un cittadino dell'Unione, di accompagnare o di raggiungere il detto cittadino non puo' essere subordinato alla condizione che egli abbia prima soggiornato legalmente in un altro Stato membro.
La Corte spiega che, secondo la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini dell'Unione , ciascun cittadino ha il diritto di circolare e soggiornare nel territorio di un altro Stato membro in qualita' di lavoratore o studente o se dispone di un'assicurazione malattia che copra tutti i rischi e di risorse economiche sufficienti, affinche' non divenga un onere a carico dell'assistenza sociale.

I familiari di un cittadino dell'Unione europea, aggiunge la Corte, hanno il diritto di circolare e soggiornare negli Stati membri insieme al detto cittadino e possono fare ingresso in uno Stato membro se possiedono un visto d'ingresso o una carta di soggiorno emessi da uno Stato membro.

http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=769001&canale=ORA&articolo=UE:%20CORTE%20GIUSTIZIA,%20SI'%20A%20LIBERA%20CIRCOLAZIONE%20CONIUGE%20EXTRACOMUNITARIO

sabato 2 agosto 2008

http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=770125&canale=ora&comunicati=&articolo=IMMIGRATI:%20SINDACO%20LAMPEDUSA,%20VATICANO%20APRA%20CONVENTI%20E%20SEMINARI


EXTRA.COM

EXTRA OSPITI

FeedBurner FeedCount

Live Traffic Feed

NeoEarth