martedì 5 agosto 2008

......sono un extracomunitario, un clandestino vero.........

Gran figlio di Troja

Il blog di Tony Troja

Qualche mese fa sono andato in Svezia per cercare lavoro. Le mie ricerche hanno avuto uno scarso successo. Dovunque io andassi, c'era sempre una porta aperta che si chiudeva subito non appena saputa la notizia che io fossi italiano. Ho pensato, allora, che gli svedesi ce l'hanno con noi. Macchè. Ho scoperto, mesi dopo, che il Governo svedese sta adottando una politica niente male. Sta, come dire, facendo mobbing, verso chi non è autoctono, per il semplice motivo che la cultura e la lingua svedese stanno radicalmente sparendo dalla Svezia. Quindi, per preservare la storia e soprattutto la lingua (tutti in Svezia parlano un ottimo svedese, anche i bambini), prima danno il lavoro a chi è svedese e poi a tutti gli altri.

Qui in Italia, invece, facciamo l'esatto contrario. Arrivano orde di clandestini e li portiamo a Lampedusa, li mettiamo dentro un centro d'accoglienza e ce li teniamo fino a quando campano. Se gli va male, se gli va bene li spargiamo nel resto del territorio nazionale. Ho sentito il Ministro dell'Interno MARONI, dire che saranno costruiti presto altri tre centri d'accoglienza perchè in quello di Lampedusa non ce ne entrano più.

Maroni, della Lega Nord, che dice che bisogna costruire altri centri d'accoglienza?!? Ma non era lo stesso che, insieme a Bossi, aveva detto in campagna elettorale che avrebbe messo un freno all'immigrazione clandestina?!? Allora, mi vien da pensare che, forse, questi nuovi centri saranno costruiti a Milano, Bergamo e Brescia.

Sono un po' confuso…. Su una cosa, però, sono sicuro.

Stiamo facendo di tutto per sponsorizzare l'immigrazione. Clandestina e non. Oggi ha diritto più un extracomunitario che un italiano. Quante volte ho sentito di genitori che non possono iscrivere i loro figli all'asilo perchè i figli degli extracomunitari hanno la precedenza. Non solo, poi, arrivano anche i genitori extracomunitari che esigono che sia tolto il crocifisso dalle aule. Vieni a casa mia e vuoi pure comandare?!? Ma non se ne parla nemmeno!

Stiamo sponsorizzando l'immigrazione anche con il lavoro. Non c'è più un posto di lavoro da operaio che non sia occupato da un extracomunitario. Entri nelle fabbriche e vedi un sacco di marocchini e africani in genere. La cosa è data anche dal fatto che i lavori in fabbrica sono sempre più pesanti e pagati sempre meno. E quindi gli extracomunitari fanno qualsiasi lavoro, anche quelli più merdosi. Ma con uno stipendio italiano, un senegalese campa tutta la famiglia in Senegal. E quindi Parigi val bene una messa.

Sponsorizziamo l'immigrazione anche con gli enti pubblici. Le Poste Italiane, da poco, sono entrate anche nel mercato della telefonia mobile. La cosa bella è che le tariffe più convenienti sono state create per agevolare proprio gli extracomunitari. Infatti :

con Poste Mobile scegli un Paese e chiami a 16cent/min. Argentina, Bangladesh, Brasile, Colombia, Croazia, Ecuador, Egitto, Filippine, Ghana, India, Marocco, Moldavia, Montenegro, Nigeria, Pakistan, Perù, Polonia, Romania, Russia, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Tunisia e Ucraina.

Ci fosse almeno un Paese tipo la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Macchè!

Anche per quel che riguarda le badanti la sponsorizzazione è già in atto. Se una badante polacca di diciannove anni, assiste un anziano, dopo nove anni diventa la legittima proprietaria della sua pensione. La moglie e i figli dell'anziano lo prendono in quel posto e la ragazza polacca è libera di far venire il resto della sua famiglia in Italia a campare con la pensione ampiamente meritata.

Io, però, in tutto questo sono ancora un lavoratore precario che alla fine del mese deve chiedere i soldi a mamma e papà. Quando possono darmeli.

Adesso, però, voglio giustizia. Sono siciliano e abito al nord. Per anni sono stato chiamato MAROCCHINO. Non spetterebbe anche a me, allora, un posto fisso in fabbrica e una tariffa comoda per chiamare la mia mamma in Terronia?

Meno male che il nano c'è…

"Entro l'anno nuovo decreto flussi"

Pronto un provvedimento-fotocopia di quello del governo Prodi
Giovanardi: "Via libera all'assunzione di 170 mila stranieri

Immigrati, l'Italia riapre le porte
di VLADIMIRO POLCHI

Immigrati, l'Italia riapre le porte "Entro l'anno nuovo decreto flussi"

Immigrati in un centro di accoglienza

ROMA - L'Italia è pronta a riaprire le sue porte: migliaia di lavoratori extracomunitari potranno a breve mettersi in regola. Riparte, infatti, la "lotteria delle quote": subito dopo l'estate verrà approvato l'atteso decreto flussi 2008. I posti in palio? 170mila. Un modo per rispondere alle oltre 740mila domande d'assunzioni già presentate nel corso dell'anno e solo in minima parte accolte (finora poco più di 61mila).
Con il decreto flussi si fissano annualmente le "quote" di extracomunitari, che possono entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato o autonomo.

In realtà, come sanno bene tutti gli immigrati, il decreto è da anni (in mancanza di sanatorie) l'unica chance per uscire dalla clandestinità e mettersi in regola. L'iter però non è semplice, né privo di rischi: si fa domanda d'assunzione, si rientra nelle quote, si esce dal Paese col nulla osta e si rientra con un visto d'ingresso. Insomma, esci clandestino, rientri regolare. Sempre che, attraversando le frontiere, non ti venga consegnato un foglio d'espulsione.

Il "trucco" però riesce a pochi. Basta vedere come sono andate le cose col decreto 2007: 170mila i posti messi in palio, oltre un terzo per colf e badanti (nel 2006 le quote erano state ben di più: 470mila) La novità del 2007? Domande solo on line. Una valanga: le richieste d'assunzione presentate sono state oltre 740mila (di cui 475mila per lavoro domestico e d'assistenza alla persona). E che fine ha fatto questa montagna di pratiche?

Al primo agosto di quest'anno, solo 61.493 fortunati hanno ritirato il nulla osta all'assunzione, mentre quasi 8mila hanno avuto risposta negativa dalle questure. Il Viminale si è infatti trovato a dover gestire una mole di lavoro eccezionale e - va detto - ha fatto il possibile per accelerare i lavori di smaltimento delle domande. Il vero intoppo, in questa fase, sembrano essere le direzioni provinciali del lavoro, che infatti hanno "cestinato" oltre 27mila pratiche.

Molte le associazioni (come le Acli) e i sindacati che in questi mesi hanno chiesto la riapertura delle quote per soddisfare tutte le domande. Il governo prima ha negato la possibilità di ogni sanatoria, poi ha fatto decadere anche la possibilità di una regolarizzazione ad hoc per le badanti. L'unica concessione? Un decreto flussi 2008.

La notizia arriva da una risposta scritta data dal sottosegretario, Carlo Giovanardi, il 31 luglio 2008 a un'interrogazione delle deputate Pd, Livia Turco e Margherita Miotto. Notizia confermata in queste ore dai tecnici dei ministeri competenti: Interno e Welfare. "Entro fine anno - scrive Giovanardi - dovrebbe essere emanato un nuovo decreto di programmazione dei flussi d'ingresso per l'assunzione dall'estero di cittadini extracomunitari a carattere non stagionale. Tale decreto non potrà comunque superare le 170mila unità".

Sarà insomma un decreto fotocopia di quello del 2007, che verrà varato subito dopo l'estate. Ripartirà così la corsa alle domande, i vari clic day, le lunghe attese. Non si esclude però anche il ripescaggio delle domande già presentate.
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/politica/immigrazione-flussi/immigrazione-flussi/immigrazione-flussi.html
(5 agosto 2008)
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La nuova pattumiera è il Ghana

Il paese africano usato come discarica dei rifiuti elettronici nocivi
L'organizzazione ha ricostruito la rotta delle nuove navi dei veleni

E-waste, denuncia di Greenpeace
La nuova pattumiera è il Ghana

Le stime Onu parlano di 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno
Contengono elementi tossici che mettono a rischio ambiente e salute umana

di ANTONIO CIANCIULLO


E' il remake di un film degli anni Ottanta, un brutto film. Gli slum africani utilizzati come pattumiera dei veleni dei paesi ricchi, i primi vani tentativi di bloccare il traffico, la rivolta dei nigeriani che, esattamente vent'anni fa, sequestrarono una nave italiana, con 24 uomini di equipaggio, come arma di pressione per costringerci a risanare la discarica pirata di Port Koko. Adesso ci risiamo. Nella versione tecnologicamente avanzata dell'e-waste, il rifiuto elettronico che fluisce sempre più abbondante. La nuova pattumiera del mondo industrializzato è il Ghana: è qui che finisce una buona parte degli oggetti che fino a un istante prima dell'abbandono sembravano indispensabili e che all'improvviso si sono rivelati inutili, cancellati nella possibilità d'uso da memorie più potenti, software più avanzati.

GUARDA LE FOTO

La denuncia viene da Greenpeace che, con un'azione di "spionaggio industriale" è riuscita a ricostruire il percorso delle nuove navi dei veleni. Il punto di partenza per l'Europa è Anversa, in Belgio, dove confluiscono scarti elettronici provenienti da Olanda, Germania, Italia, Danimarca e Svizzera. Non si tratta di piccoli numeri. Le stime Onu parlano di 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici prodotti ogni anno: i Raee, ovvero i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, rappresentano la tipologia di rifiuti pericolosi in più rapida crescita a livello globale (3-5% annuo, nel 2006 ogni cittadino europeo ne ha prodotto tra 17 e 20 chili all'anno). Contengono elementi tossici e persistenti (metalli pesanti, ftalati, pcb) che rappresentano un rischio per l'ambiente e la salute umana nelle fasi di trattamento, riciclaggio e smaltimento.

Dunque roba da maneggiare con attenzione. Ma le foto che potete vedere mostrano cosa succede veramente. Oggetti pericolosi trattati senza nessuna precauzione anche da bambini, materiale tossico bruciato vicino alle case, pozze di liquame contaminato in cui tutti sguazzano. E' questa la fine che fa una buona parte dell'e-waste occidentale: si perdono le tracce del 75 per cento dei rifiuti tecnologici prodotti nell'Unione Europea e di oltre l'80 per cento di quelli prodotti negli Stati Uniti. In parte restano nei garage e nelle cantine, in parte vengono smaltiti illegalmente nei paesi in cui sono stati usati, ma in buona parte salgono sulle navi dei veleni per arrivare nei luoghi in cui i lavoratori, spesso bambini, sono esposti ai rischi legati al cocktail di composti chimici che questi rifiuti sprigionano quando vengono trattati in modo non adeguato.

In Ghana l'indagine di Greenpeace ha messo in evidenza una rete di cimiteri clandestini. Le navi ufficialmente cariche di "beni elettronici di seconda mano" arrivano nel più grande porto del paese, a Tema, e da lì prendono la strada del centro di smaltimento di Agbogbloshie, ad Accra, la capitale. Oppure si sperdono nel marasma dei piccoli cimiteri sparsi un po' ovunque. Greenpeace ha fornito i dati relativi a quello di Korforidua, ma è un esempio tra tanti.

Un disastro ambientale, sociale, umano che rappresenta l'altra faccia del disastro politico che ci coinvolge direttamente. Vent'anni fa l'Occidente chiuse gli occhi sulle rotte dei veleni finché il contenzioso internazionale divenne troppo aspro per ignorarlo. Ora la capacità di risposta dei paesi che subiscono l'arrivo clandestino dei rifiuti elettronici (dall'Africa alle piazze asiatiche) è più alta ed è prevedibile che la tensione tornerà a salire molto presto.
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/ambiente/africa-rifiuti-elettronici/africa-rifiuti-elettronici/africa-rifiuti-elettronici.html
(5 agosto 2008)


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