I 10 Paesi più razzisti del mondo
La maglia nera va ad Hong Kong, mentre i più tolleranti sono gli Usa, la Gran Bretagna e il Canada. L'Italia classificata come Paese non razzista

di Anna Mazzone

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Syed è il figlio di un talebano, ma da molto tempo non ha più contatti con la sua famiglia perché dal suo Afghanistan è fuggito quando aveva 10 anni. Ora ne ha 20. Syed è un rifugiato arrivato a Roma due anni fa. Lui ce l’ha fatta, molti altri suoi compagni di viaggio no. Li ha visti morire assiderati durante la traversata delle montagne che separano l’Afghanistan dall’Iran, ha tentato di soccorrerli dopo i pestaggi della polizia iraniana nel carcere di Evin, prigione dove finiscono anche i clandestini.
Syed adesso lavora come mediatore culturale, parla perfettamente l’italiano e aiuta i ragazzi che giunti nel nostro Paese tentano di crearsi una vita normale. Per farlo però dovranno gettarsi alle spalle i ricordi orribili di un viaggio fatto di camion, stive e container bui e asfissianti, con la compagnia costante dell’odore della morte.
La testimonianza di questo ragazzo ha aperto ieri la conferenza stampa a Roma dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, in occasione della giornata mondiale a loro dedicata che si celebra oggi. “Rifugiati, non solo numeri ma persone reali con esigenze reali” è il titolo scelto quest’anno, lo stesso in cui l’Ue ha deciso di blindare i propri confini.
Una scelta operata in primo luogo dall’Italia con la politica dei respingimenti recentemente adottata, che si pone in aperto contrasto con gli obblighi internazionali: la Convezione di Ginevra prevede il diritto d’asilo alle persone che per «fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche».
Il nostro Paese l’ha ratificata. «In una giornata come questa - ha affermato Giusy D’Alconzo di Amnesty International - sarebbe un bel gesto da parte delle autorità italiane dare notizia delle 500 persone rinviate in Libia nei mesi scorsi. Destino che è toccato ieri notte ad altri 77 migranti intercettati nel Mediterraneo» e rispediti al mittente libico.
A ricordare che le persone nel mare nostrum non sono solo numeri è stato anche Asinik Tuygu, il comandante della nave Pinar che ha ricevuto, nel corso della cerimonia di premiazione per chi salva le vite in mare, la menzione speciale dell’Unhcr. Il 16 aprile scorso per Asinik era iniziata una normalissima giornata di navigazione prima di incontrare due barconi in avaria pieni di migranti in stato di choc.
«Ho chiamato subito il mio armatore per chiedergli cosa dovevo fare - racconta il comandante turco -. Avevo già iniziato a prestare i primi soccorsi». La questione ha creato l’incidente diplomatico tra Malta e Italia: entrambe non volevano accogliere i migranti prima che il nostro Paese cedesse di fronte al disastro umanitario.
Durante la partita italo-maltese giocata per quattro lunghissimi giorni in acque internazionali con il cadavere di una giovane nigeriana a bordo, a prevalere, come spesso accade in mare, più che la ragion di Stato è stato il buon senso. «Se c’è in gioco la vita umana tutto il resto è un dettaglio» ha affermato Asinik con voce commossa.
E' accaduto alla stazione di Palermo: l'uomo è gravissimo
I nigeriani: non siamo eroi, il cuore ci ha detto di intervenire
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![]() Berlusconi: abbiamo posto fine ai barconi a Lampedusa. Ma a Lampedusa arriva barcone con 73 immigrati |
24 Maggio 2009 L'Italia rispetta il diritto d'asilo: Silvio Berlusconi lo ha sottolineato in una sua intervista andata in onda su Telereporter. 'C'e' il diritto d'asilo che noi rispettiamo': ha detto il premier parlando di immigrazione che, ha sottolineato, e' una questione che 'riguarda tutta l'Unione europea e ogni Stato - ha aggiunto - ha diritto di tenere chiuse le sue frontiere e di aprirle soltanto a chi va in quello Stato scappando da una situazione di mancanza di liberta' o di pericolo. E allora c'e' il diritto d'asilo che noi assolutamente riconosciamo'. 'Oppure - ha aggiunto - l'immigrazione deve essere regolare, di persone che entrano nel nostro Paese in modo regolare per inserirsi nel costume e nelle tradizioni e rispettare le leggi'. Non si placano le polemiche sul fronte immigrazione, con Massimo D'Alema che ricorda come in Italia ad uno come Obama si dovrebbe chiedere il permesso di soggiorno. Intanto il Viminale ha reso noto che questa settimana sono stati rimpatriati 68 extracomunitari irregolari, in gran parte nigeriani, marocchini e tunisini sbarcati a Lampedusa. E nell'isola c'e stato anche l'arrivo di un gommone con 73 migranti, intercettato dalla Guardia Costiera. Era da almeno un paio di giorni che la procura antimafia di Bari e la polizia erano in possesso di elementi che facevano ipotizzare l'imminente partenza dalla Libia di imbarcazioni con clandestini diretti in Italia. Frutto dell'indagine del pm di Bari Giuseppe Scelsi che a fine marzo ha seguito con intercettazioni telefoniche i commenti dei trafficanti nigeriani che avevano organizzato il viaggio concluso con il naufragio di due barconi e la morte di oltre 600 immigrati. Nella giornata il dibattito politico si e' sviluppato all'incontro dei giovani editori a La Bagnaia. 'Anche Obama e' figlio di un immigrato di seconda generazione: se vivesse in Italia dovrebbe chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno', ha detto D'Alema, spiegando che 'nel mondo vincono le societa' aperte. Se si ha paura degli immigrati e dell'Islam la vecchia Europa non puo' che perdere. Chi viene qui deve rispettare le nostre leggi e la Costituzione cosi' come noi italiani, ma poi serve una politica della integrazione'. D'Alema ha anche detto di condividere 'pienamente' le parole che Gianfranco Fini 'ha piu' volte usato sul tema; non posso invece condividere certe parole e certe proposte avanzate da parlamentari che - ha aggiunto D'Alema - non aiutano la convivenza alla quale bisogna educare'. Da parte sua il presidente della Camera ha detto: 'Dove sta scritto che la destra nei confronti dell'immigrazione debba essere solo 'respingiamoli', il che e' anche cosa giusta nel caso dei clandestini? Io dico integriamoli'. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini l'Europa 'deve portare lo sviluppo nei paesi da dove arrivano flussi migratori di persone'. Frattini ritiene che 'l'Europa debba andare alle radici profonde dell'immigrazione; per questo dobbiamo portare lo sviluppo nei loro paesi; quando arrivano a Lampedusa e' troppo tardi'. Quanto agli immigrati, per Frattini bisogna 'distinguere tra legalita' e illegalita', tra persone oneste e quelli che entrano illegalmente e lavorano nell'economia in nero. Legalita' e illegalita' non sono la stessa cosa, altrimenti agli immigrati che sono legali che lezioni diamo?'. Di Europa ha parlato anche il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi: 'Sull'immigrazione l'Europa ha lasciato sola l'Italia, a dimostrazione che questa Europa non funziona, e' assente dal Mediterraneo e l'immigrazione e' diventata un problema gravissimo'. Ronchi ha anche ribadito che 'le politiche sull'immigrazione adottate del governo sono perfettamente in sintonia con quelle europee'. Mentre il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, ha detto che i respingimenti sono un 'nostro pieno diritto e continueremo, ne faremo di piu', perche' il diritto internazionale, gli accordi fatti con molti paesi a partire dalla Libia, ci consentono di respingere chi entra illegalmente in Italia'. Ma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ritiene che si debbano 'evitare respingimenti indifferenziati' per rispettare le 'singole vicende umane'. |
Guantanamo Libya. The new Italian border police
Nothing strange, says the lawyer Abdussalam Edgaimish. Libyan law does not provide free legal aid for crimes punishable by less than three years. Edgaimish is the director of the Bar of Tripoli. He welcomes us in his office, in the First September road. He explains us that the practice of arrest and detention of immigrants have nor legal basis neither a validation from the court. Any Libyan citizen, according to the law, could not be deprived of liberty without a warrant of arrest. But for foreigners it is not the same. Police raids are usual. The practice is that of house-to-house raids in the suburbs of Tripoli. Mustafa O. Attir think the same. He is professor of sociology in the Tripoli University of El Fatah. "It is not simply a problem of racism. Libyans are kind with foreigners. It is a matter of police." Attir knows what he says. He visited Libyan prisons as a researcher in 1972, 1984 and 1986. Police officers have no education – he tells us - and are instead educated to the concept of punishment. ![]() Read also: Libya: inside the immigrants detention centre of Misratah Border Sahara: the detention centres in the Libyan desert Download the Fortress Europe 2007 Report: Escape from Tripoli |