venerdì 30 agosto 2013

"Specialist of the 64" banned from public transport

"Specialist of the 64" banned from public transport

29.08.2013

A notorious pickpocket known as the "Specialist of the 64" – in reference to his preference for targeting tourists on Rome's 64 bus – has been banned from travelling on public transport in all Italian cities.

In spite of being arrested multiple times over the last 20 years the serial pickpocket, originally from Puglia in southern Italy, continued to remove wallets from unsuspecting tourists on the 64, a normally crowded bus that travels from Termini train station to the Vatican and is synonymous with pickpockets.

After police caught the 57-year old thief in the act for the umpteenth time – relieving an American tourist of a wallet near Largo Argentina – the courts decided to take decisive action to end the pickpocket's "career", barring him from public transport and confining him to within four blocks of his home between 06.00 and 17.00 every day.

The "specialist" was one of five pickpockets arrested by undercover police aboard the capital's buses and trams on 27 August. The other thieves included an Algerian, a Macedonian and an Italian male and female double-act.

Earlier this month the 64 was identified by the British government in a safety guide for tourists coming to Rome. The British Consul David Broomfield warned "Visitors to Italy and especially to Rome should be aware of the high risk of personal theft, bag snatching, pick pocketing, that is endemic on public transport and at main tourist attractions in Rome."

The travel alert was rejected by Rome's mayor Ignazio Marino who responded "The incidence of petty crime in several European and American cities is much higher than in Rome. The capital is complex like many big cities but it is hospitable."
http://www.wantedinrome.com/news/2002526/specialist-of-the-64-banned-from-public-transport.html

martedì 27 agosto 2013

Kyenge, quattro mesi di insulti e razzismo: la vita agra del primo ministro afro-italiano

Kyenge, quattro mesi di insulti e razzismo:
la vita agra del primo ministro afro-italiano

Da "scimmia" a "prostituta", l'ininterrotta sequela di offese rivolte contro l'esponente del governo di origini congolesi da parte di parlamentari, dirigenti, amministratori, consiglieri comunali di Lega e Pdl. Con le relative "scuse" e spiegazioni "politiche"
ROMA - 'Noi non siamo razzisti, è lei che è negra'. Politicamente scorretta, la famosa battuta riassume purtroppo un atteggiamento diffuso nella politica di destra e centrodestra rispetto a Cécile Kyenge, cittadina italiana di origine congolese, primo ministro di colore nella storia della Repubblica. Sin dai primi giorni dopo la sua nomina al ministero dell'Integrazione, in dichiarazioni pubbliche con l'ammicco, in post su blog e frasi su Facebook e Twitter, lo stato d'animo di moltissimi esponenti della destra parlamentare rispetto a Kyenge - la Lega è la prima, ma la 'pancia istituzionale' del Pdl non è stata da meno - ha trasudato una non contenibile insofferenza spesso precipitata nell'insulto razzista.

Il metodo è sempre uguale: prima si lancia l'insulto, poi si chiede scusa, si annunciano espiazioni, si assicura che il razzismo non c'entra nulla e che si tratta di ragioni politiche. In realtà, come conferma anche l'ultimo caso dell'assessore di Diano Marina (Imperia), che ha assimilato il ministro a una prostituta (salvo poi pentirsi e scusarsi), le improbabili spiegazioni successive, con la particolarità di epiteti e insulti scelti, rivelano un sostrato culturale colonial-fascista che l'avvento della società multiculturale e multirazziale ha riportato a galla in una parte del paese. Non si può spiegare altrimenti il martellamento a cui Cécile Kyenge è stata sottoposta nei suoi quattro mesi da ministro. Eccone un parziale, ma impressionante, riassunto.

Le prime offese contro Kyenge arrivano ad appena due giorni dalla sua nomina. Pesanti insulti fanno la loro comparsa sui siti della galassia nazi. "Scimmia congolese", "Governante puzzolente", "Negra anti-italiana", sono le offese che si leggono su Stormfront, Duce.net e le pagine dei gruppi attivi su Facebook. In concomitanza, l'europarlamentare leghista Mario Borghezio, conia lo slogan "ministro bonga bonga". Per il quale sarà anche espulso dal suo gruppo a Strasburgo (l'EDF).

Il 2 maggio sul muro esterno del liceo scientifico Cornar, a Padova, compaiono frasi ingiuriose contro il ministro e quattro giorni dopo è la volta di un consigliere leghista di Prato, che ancora su Facebook dedica alla Kyenge l'epiteto 'nero di seppia'. Prima dell'improbabile autodifesa: soltanto una zingarata.

Meno di una settimana dopo l'attacco viene ancora dal Carroccio. L'autore è il segretario lombardo Matteo Salvini. Il triste pretesto è la follia di Mada Kabobo, che uccide tre persone a picconate a Milano. "I  clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate: Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non è reato, istiga a delinquere".

Si scaglia contro il ministro dell'Integrazione, qualche settimana dopo, anche un consigliere Pdl del quartiere San Vitale a Bologna: "Meticcia sarà lei" - scrive Alessandro Dalrio su Facebook - commentando una visita in città della Kyenge. Ma, tra gli episodi più gravi, va senz'altro registrato il post di Dolores Valandro, consigliera leghista padovana che sempre su Facebook, il 13 giugno, riserva parole shock al ministro: "Ma mai nessuno che la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato?". L'autrice sarà poi espulsa dal partito e condannata a 13 mesi per direttissima. Ancora più disarmante la sua giustificazione: "Non sono cattiva, era solo una battuta". Neanche le polemiche che si scatenano frenano però gli esponenti del Carroccio. Sette giorni dopo dalla pagina ufficiale Facebook della sezione della Lega di Legnano (Verona) parte un nuovo attacco alla Kyenge. Colpevole di aver definito gli immigrati una risorsa. "Se sono una risorsa... va a fare il ministro in Congo! Ebete".

A metà luglio il caso più grave dal punto di vista istituzionale. E' il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, a provocare un'indignazione politica bipartisan. "La Kyenge? Sembra un orango", dice alla festa leghista di Treviglio. Scosso il Quirinale, furioso il premier Letta, il Pd che chiede le dimissioni dell'ideatore del Porcellum. Inutile: Maroni condanna l'episodio, ma il partito non forza la mano e Calderoli resta al suo posto." Solo una battuta simpatica, ho telefonato per scusarmi" dirà l'interessato, prima di consegnare un mazzo di fiori in Aula al ministro. La retromarcia non gli evita di essere indagato per diffamazione e discriminazione razziale. Il caso arriva fino all'Onu che definisce scioccante l'affermazione del leghista. Reagisce la società civile e il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, dichiara: "Calderoli a Eataly non può entrare, per motivi di igiene".

Sembrerebbe abbastanza per consigliare anche ai più esagitati una pausa di riflessione. Ma quella leghista per la Kyenge è una vera ossessione. Due giorni dopo le offese del vicepresidente del Senato, è il segretario della Lega Emilia, Fabio Rainieri, ad attaccare: "Il ministro Kyenge è entrata in Italia da clandestina". Il 18 luglio è invece la volta di Agostino Pedrali, assessore al comune di Coccaglio (Brescia): "Sembra una scimmia", scrive su Facebook. "Parassita" è invece l'insulto  che le riserva Luciano D'Arco, consigliere indipendente (ma ex leghista) di Casalgrande, nel Reggiano.

Un climax che porta a un altro episodio inquietante: il lancio di banane contro il ministro intervenuto alla festa Pd di Cervia. "Uno schiaffo alla povertà" e "uno spreco di cibo" è la replica ironica della Kyenge, chericeve solidarietà bipartisan da tutto il mondo politico. Gianluca Pini, segretario della Lega in Romagnainvita il ministro alla festa della Lega per provare a riportare il confronto su un piano civile, Terreno non congeniale a tutti. Se è vero che lo stesso giorno è un consigliere ex An di Prato, Giancarlo Auzzi, a scrivere su Facebook: "Banane? E' quello che si merita, un rappresentante di questo governo". Negli stessi giorni, un nuovo affronto leghista si registra a Cantù, quando due consiglieri (e un terzo ex del Carroccio) lasciano l'aula del consiglio comunale all'arrivo del ministro.

"Maroni fermi gli attacchi contro di me", replica lei all'indomani, o non vado alla festa della Lega. Appello che resta inascoltato. Anzi un altro esponente leghista di prima linea, l'ex ministro Roberto Castelli, rincara la dose: "E' una totale nullità". Salta così l'incontro, ma non si fermano gli insulti. L'ennesima offesa da un componente della giunta di Lograto, centro del Bresciano: "Vaff... musulmana di m..", scrive su FacebookGiuseppe Fornoni. Ad agosto, infine, Matteo Salvini annuncia un referendum contro il ministerodell'Integrazione: "Inutile e da abolire".
http://www.repubblica.it/politica/2013/08/25/news/la_politica_razzista_all_attacco_del_ministro_kyenge-65259183/#gallery-slider=65305952

giovedì 22 agosto 2013

Borghezio: "Faccetta nera presagio di un’Italia meticcia"

   Borghezio: "Faccetta nera presagio di un’Italia meticcia"



L’eurodeputato leghista: “Siamo nelle mani di Cecìle Kyenge e dell’ideologia mondialista. I loro protetti possono tranquillamente distruggere i Cie”
Roma – 21 agosto 2013 – Mario Borghezio torna ad attaccare la ministra dell’integrazione e l’Italia multietnica, rispolverando anche un motivetto fascista.

“La signora Kyenge  coglie ogni occasione, persino calcistica per bacchettarci con lezioni di democrazia, bon ton, diritto, politica interna ed internazionale, in un prossimo domani anche filosofia e religione... Nel governo, la Kyenge non e' solo un semplice ministro senza portafoglio dell'integrazione, e' ormai colei che detta l'intera politica dell'immigrazione, dallo ius soli alla Bossi-Fini, per finire con i 'buu' ai calciatori di colore'' dichiara l’eurodeputato della Lega Nord.

“Questo – aggiunge - e' un problema politico, che la dice lunga sull'ideologia mondialista del governo presieduto dal 'trilateral' Letta. Chi ha votato per i partiti 'moderati' che sostengono il governo, se ne facciano una ragione: siamo completamente nelle mani di Cecile Kyenge”.
“Faccetta nera, lo capiamo solo ora, non era come sembrava un canto colonialista, ma un presagio di una futura Italia meticcia, dove i loro protetti clandestini possono tranquillamente distruggere i Cie, pagati con le nostre tasse, e per noi, se ci permettiamo di muovere qualche critica, e' pronta l'accusa di razzismo'', conclude Borghezio.
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-borghezio_faccetta_nera_presagio_di_un_italia_meticcia_17610.html



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