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martedì 27 maggio 2014

Kyenge elected to the European Parliament

Kyenge elected to the European Parliament

Cécile Kyenge, Italy’s former Minister for Integration promised to keep fighting against racism throughout Europe

Cécile Kyenge, Italy’s former Minister for Integration has been elected to the European Parliament.

Ms Kyenge, who was a Democratic Party candidate in the North East constituency, garnered more than 92,000 votes.

“Thanks to all. I’ll represent Italy in Europe with passion and pride,” Ms Kyenge said.

In April 2013 Ms Kyenge became the first ever black person to become a minister in Italy. She soon became the target of continuous violent racist attacks from extreme right politicians, activists, and journalists.
Ms Cécile Kyenge yesterday at 7:00 am outside the polling station at Gaggio in Castelfranco Emilia. She was the first to vote at the polling station before encouraging all to go and cast their votes
Most of the criticism against Ms Kyenge had nothing to do with her performance as minister. They were mainly based on the colour of her skin – her being black.

She however, never lost control. She handled disgraceful racist insults and attacks with calm and grace without ever displaying anger or uttering a provocative statement.

During her campaign for the European parliamentary elections, Ms Kyenge promised to keep fighting against racism throughout Europe. She also promised to fight for fair EU immigration and asylum policies and to ensure that equality, diversity and human rights are at the centre of EU’s policies and practices.
By Stephen Ogongo Ongong’a

http://theafricanews.com/immigration-news/italy/6119-kyenge-elected-to-the-european-parliament.html

martedì 14 aprile 2009

Un altro vile episodio di razzismo

L'AGGRESSIONE LUNEDì NOTTE A TOR BELLA MONACA

«Hai una macchina troppo vecchia»Lo picchiano e gli fanno perdere un occhio
La vittima è un 30enne senegalese colpito da due italiani
Prima lo ha preso in giro perché guidava una vecchia auto, secondo lui un modello fuori moda. Poi lo ha colpito con una bottiglia al capo fino a romperla, accompagnando l'aggressione con insulti razzisti. Vittima dell'ultimo episodio di xenofobia fra Tor Bella Monaca e Casilino è stato lunedì notte un cittadino senegalese di 30 anni ora ricoverato in prognosi riservata in ospedale. L'uomo, curato dai medici del Policlinico di Tor Vergata, perde la vista da un occhio per i colpi ricevuti dall'aggressore, B.M., 20 anni, pregiudicato, arrestato dai carabinieri nella sua abitazione sempre a Tor Bella Monaca. Il giovane è accusato di lesioni gravissime, aggravate dall'odio razziale. Per lo stesso reato è stato denunciato un suo amico sedicenne, che ha partecipato all'aggressione.
L'AGGRESSIONE - Il senegalese è stato affrontato dai due fuori da un bar di via Casilina. Erano le due di notte. Spalleggiato dal minorenne e anche da altri giovani, B.M. ha iniziato a prendere in giro il trentenne. Alla reazione della vittima ne è nato un violento litigio, al culmine del quale il ragazzo ha afferrato una bottiglia e si è avventato sull'altro colpendolo più volte. Proprio in quel momento è intervenuto un avventore del bar che ha cercato di proteggere il senegalese ma il suo tentativo è fallito. Dopo la fuga dell'aggressore e dei suoi complici, la vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri. Più tardi gli investigatori della compagnia di Frascati e della stazione di Tor Bella Monaca hanno rintracciato B.M. a casa dove, nel corso di una perquisizione, è stata sequestrata anche la sua maglietta ancora sporca di sangue. Il ventenne è stato condotto nel carcere di Regina Coeli.
L'AGGRAVANTE - Al 20enne arrestato anche l'aggravante dell'odio razziale. L'aggressione, infatti, fanno notare i carabinieri della compagnia di Frascati, è stata preceduta da vari insulti tra cui «negro di m...». Le lesioni personali gravissime, contestate per la lesione permanente a una funzione vitale, in questo caso la vista, sono state aggravate, perché oltre all'uso della bottiglia l'aggressore ha ingiuriato l'uomo con frasi razziste. Il pregiudicato rischia, spiegano gli investigatori, dai sei ai 12 anni di carcere. L'aggravante farà salire la pena.

Rinaldo Frignani14 aprile 2009
dal Corriere della Sera on Line
commento:
chi gli ridarà l'occho?

giovedì 2 aprile 2009

No comment

Foggia Do­po mesi di difficile conviven­za diversificate anche le fermate
Bus, una «linea» solo per gli immigrati
Decisione dell’azienda dei trasporti: residenti e immigrati viaggeranno su automezzi differenti


Il bus per gli immigrati
FOGGIA — Immigrati del centro di accoglienza e resi­denti a Borgo Mezzanone non viaggeranno sugli stessi autobus e non attenderanno i mezzi alle stesse fermate. Do­po mesi di difficile conviven­za spesso degenerata in risse l’Ataf ha deciso di potenziare i collegamenti da Foggia ver­so la borgata della linea 24 di­versificando però le fermate. Una decisione assunta an­che dopo alcuni incontri in prefettura. Il nuovo servizio entrerà in vigore da lunedì contemporaneamente alle va­riazioni di orari e percorsi su altre quattro linee: la 10, 11, 14 e la 31. Borgo Mezzanone è servita dalla linea di auto­bus 24 suburbana con capoli­nea alla stazione. Già da tempo la società di trasporto aveva potenziato il servizio con una seconda li­nea che dal centro di perma­nenza per gli extracomunitari di Mezzanone, raggiungeva il centro cittadino.
Ma il fatto che gli autobus partissero en­trambi dal capolinea della sta­zione ha creato non pochi problemi tra residenti e immi­grati. Soprattutto nelle ore se­rali. Mesi fa, dopo un inciden­te che coinvolse anche un au­tista malmenato alla fermata, l’Ataf chiese una maggiore presenza delle forze dell’ordi­ne alla stazione. Mentre per gli immigrati da lunedì non cambierà nulla, arriveranno e ripartiranno dalla fermata che c’è al capolinea della sta­zione; per i residenti di Borgo Mezzanone la fermata sarà in via Galliani. «E’ stato necessa­rio potenziare ancor di più queste linee su ri­chiesta degli abi­tanti della borga­ta e anche, dopo un confronto con la prefettura, di­stinguere le due fermate del capo­linea per evitare ogni possibile problema».
Antonella Caruso

giovedì 12 marzo 2009

Noi non segnalamo day

17 marzo 2009:
“NOI NON SEGNALIAMO DAY”

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) attraverso i Gruppi Immigrazione e Salute (GrIS), in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI), Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG), organizza una giornata di protesta e mobilitazione contro il disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi.
Con i contenuti dell'appello già presentato in occasione della discussione dell'emendamento in Senato "Divieto di segnalazione: siamo operatori della salute, non siamo spie", si vuole spiegare ancora una volta l'assoluta insensatezza di tale provvedimento in termini di sanità pubblica, di economia sanitaria, di sicurezza e di valori etici e deontologici.


IL GIORNO 17 MARZO 2009,
PARTECIPATE

DALLE 9.00 ALLE 11.00
AL PRESIDIO DI OPERATORI DELLA SALUTE
IN PIAZZA SAN MARCO (ANGOLO PIAZZA VENEZIA)

E ALLE ORE 12.00
ALLA CONFERENZA STAMPA, PRESSO L’OSPEDALE SAN CAMILLO, ORGANIZZATA DA

Ø REGIONE LAZIO
Ø SIMM – GrIS LAZIO
Ø AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO FORLANINI

CON L’ADESIONE DI MSF, OISG, ASGI, INMP, AMSI, ORDINE DEGLI PSICOLOGI DEL LAZIO

ALTRI ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI STANNO ADERENDO
Salvatore Geraci Presidente SIMM
Filippo Gnolfo Portavoce GrIS Lazio


Partecipate e diffondete l’invito

lunedì 9 marzo 2009

Gira che ti rigira alla fine non è mai razzismo

Napoli: etiope aggredito, per polizia e' 'bullismo'
09 mar 22:37
NAPOLI - Nonostante sia stato assalito al grido di 'sporco negro' da due giovani teste rasate e nonostate l'aggressioone sia avvenuta vicino ai centri sociali di piazza del Gesu', le indagini della Digos di Napoli sul pestaggio dello studente italo-etiope Marco Beyene, avvenuto giovedi' notte nel centro storico, sarebbero orientate verso un episodio legato al bullismo anziche' al razzismo: lo si apprende da fonti della Questura partenopea. La vittima e' stata per ore oggi in Questura, senza riconoscere nessuno nelle fotosegnaletiche di naziskin che gli agenti gli hanno mostrato. (Agr)
Dal Corriere della Sera on Line

domenica 8 marzo 2009

Aggressione razzista a Napoli

È figlio di un noto docente dell'università orientale
Napoli, studente italo-etiope denuncia aggressione. «Nessuno è intervenuto»
Marco Beyenne, 22 anni, è stato aggredito e picchiatoda due uomini con la testa rasata in una piazza affollata


Marco Beyenne (Ansa)NAPOLI - Aggressione a sfondo razzista a Napoli. L'ha denunciata Marco Beyenne, uno studente italo-etiope di 22 anni di Capaccio (Salerno), iscritto alla facoltà di Scienze Politiche dell'università Orientale di Napoli. È figlio di un noto docente universitario in pensione, Yakob Beyenne, tuttora legato all'ateneo da un contratto di collaborazione per la cattedra di filologia etiopica.
«NESSUNO È INTERVENUTO» - «Le ferite al volto fanno molto meno male di quelle che ho dentro» ha detto il ragazzo, aggredito nella notte tra giovedì e venerdì nel centro di Napoli da due giovani che, al grido di «negro di m...», lo hanno ripetutamente colpito al volto con una cintura. L'aggressione è avvenuta davanti a una trentina di persone che, secondo lo studente, si sono limitati ad assistere alla scena. «Ero in compagnia di un amico, anche lui studente - spiega Marco Bayenne -. Stavamo facendo una passeggiata in piazza del Gesù e volevamo andare a bere qualcosa in un locale molto frequentato dagli studenti, specie il giovedì notte. All'uscita dal locale, due persone si sono avvicinate e mi hanno chiesto cosa volessi. Non ho avuto neppure il tempo di rispondere, che uno dei due, con il capo rasato, ha tirato fuori una cintura e ha cominciato a colpirmi al volto con una ferocia inaudita, mentre gridava frasi del tipo 'negro di m...»'. Molti i giovani presenti nella piazza che hanno assistito alla scena. «Non uno dei presenti ha alzato un dito - prosegue Marco -. Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire, nonostante l'aggressione sia durata un paio di minuti. Solo il mio amico ha tentato di difendermi, prendendosi la sua dose di calci e pugni». Alla fine Beyenne è riuscito a divincolarsi, rifugiandosi in una rosticceria. «Sanguinavo dal viso, così il titolare del locale mi ha dato dei fazzolettini di carta per ripulirmi». Poi l'arrivo in ospedale, dove lo studente è stato medicato e dimesso. «Quando siamo andati al commissariato di polizia di via San Biagio, gli agenti stentavano a crederci - racconta la vittima -, uno di loro mi ha detto che a Napoli non si era mai verificata un'aggressione a sfondo razziale. Erano tutti molto dispiaciuti».
«CLIMA DI INTOLLERANZA» - «Sono di nuovo a Capaccio - aggiunge il giovane italo-etiope -, sono tornato a casa per ritrovare la serenità smarrita. Ma da lunedì sarò ancora una volta tra i banchi dell'università, come sempre. Spero che sia il primo e l'ultimo episodio di razzismo in una città tanto bella e tollerante come Napoli, anche se da qualche mese respiro un'aria che non mi piace, un'aria di insofferenza che può essere molto pericolosa». «Mio marito è in Italia dall'inizio degli anni Sessanta - dice Paola Raeli, moglie di Yaqob Beyenne -. È un uomo stimato e amato da tutti e in tutto questo tempo non è mai accaduto niente né a lui né a mio figlio, ma ora ho paura. Quello che è accaduto giovedì notte è il sintomo che qualcosa nel nostro paese sta cambiando. C'è un clima di intolleranza».
Da Repubblica on line

sabato 7 marzo 2009

meditate

Aggressioni razziste sul bus

Ostia, Roma, linea 05/ treno 5 vettura 6024 diretto a Via Ebridi proveniente da Via Mar Rosso alla prima fermata dopo che Via dei Velieri incrocia Viale Vasco de Gama sono costretto ad arrestare la corsa del mezzo, aprire le porte e per la seconda volta in meno di 12 mesi a frappormi tra una donna italiana e una ragazza straniera (stavolta era dell'est europeo anziché nera) per evitare che si arrivi alle mani e finisca per pagarne il conto un bambino.La vettura era piuttosto piena, la giornata bella e tutto procedeva tranquillamente quando una signora italiana di piccola statura con i capelli biondi ha iniziato a inveire contro una giovane ragazza per il passeggino con il bambino dentro che a suo dire le intralciava il passaggio, ne è nato un alterco tra le due donne con i toni usati dalla signora italiana che in un crescendo rossiniano divenivano sempre meno inerenti al passeggino e sempre più a sfondo razziale.La giovane mamma ha avuto inizialmente un reazione di indifferenza e silenzio per poi cercare di rispondere educatamente quando alla fine, ripetutamente insultata (si è partiti da "siete tutti assassini" fino a "rimonta sur gommone") in preda alle lacrime si è lanciata addosso alla sua controparte, inevitabile l'arresto della vettura, l'apertura delle porte e il dover intervenire frapponendomi tra le due contendenti, per fortuna questa volta non ho riscontrato la totale indifferenza della volta precedente e un ragazzo è corso in mio aiuto per sedare la lite ma purtroppo la tensione si è diffusa e alla fine l'intera vettura si è divisa tra chi esigeva da me che facessi scendere la giovane ragazza e il suo passeggino e chi altresì incitava invece a far scendere la signora italiana.Una situazione assurda in cui ho dovuto urlare a squarciagola per sedare gli animi e affermare in tono imperativo che non avevo la facoltà di far scendere nessuno e che non potevo assolutamente toccare nessuno; in tutto questo tra le sostenitrici (perché la cosa triste è che a quell'ora verso le 11.39 i passeggeri sono per lo più anziane e donne) della defenestrazione della ragazza e del passeggino spuntava una signora bionda che mi accusava di essere la causa del problema anzi di averne in toto la colpa e la responsabilità perché avrei dovuto sin dall'inizio impedire alla ragazza e al suo passeggino di salire a bordo del mezzo!A mio vantaggio per sedare gli animi e contenere la situazione ha giocato il tipo di vettura (Mercedes Citaro) caratterizzato da pochi posti in piedi, corridoio di camminamento strettissimo (permette il passaggio di una sola persona), due solo porte (di cui una singola posta sulla parte anteriore) con il quale ho cerchiobottistamente convinto le parti in causa che sebbene la norma preveda che i passeggini siano chiusi e i bambini presi in braccio era pur vero e incontrovertibile che il modello di bus era privo di spazi nei quali seppure chiuso fosse possibile tenere il passeggino (il corridoio ne risulterebbe comunque ostruito e lo spazio tra sedili è insufficiente, sfido chiunque con un passeggino e un metro a sostenere il contrario e dimostrarlo) , alla fine ho convinto la signora italiana ad accomodarsi vicino a me al posto guida (scoperto) e l'ho portata a distanza di sicurezza dalla ragazza dell'est.Ciò che mi ha molto colpito è la vicinanza di due casi simili in uno spazio di tempo non molto ampio con un iter identico e un casus belli futile, indubbiamente le caratteristiche tecniche della vettura hanno influito ma la volta precedente si trattava ma questo non spiega il sentirsi coinvolto con il dovere di schierarsi di tutti gli altri passeggeri, si è calpestato tutto dalla sacralità della maternità (e a farlo erano delle donne!!!) all'innocenza di un bambino fino alla dignità umana!La cosa sconvolgente è che erano presenti tra le passeggere donne anziane che hanno visto la guerra, le deportazioni, il fascismo e che pure inveivano genericamente contro la ragazza pretendendo che la buttassi fuori e la lasciassi a piedi per il passeggino ma sottolineando che se lo teneva aperto era per la sua provenienza geografica come se questa determinasse aprioristicamente il suo comportamento!Se anche chi rappresenta la memoria vivente del passato ha dimenticato quanto orribile sia discriminare una persona, un essere umano per via del suo luogo di nascita mi chiedo se non si sia passato il confine che ci divide da una società non più degna di questo nome.La cosa bella (si fa per dire) è che tutte le donne munite di passeggino non lo chiudono mai! Di qualunque colore, razza o religione! E che solitamente invitarle a farlo scateni una reazioni che vede l'autista letteralmente ricoperto di insulti da tutti i passeggeri che immantinentemente solidarizzano con la mamma in barba alle regole! L'altra cosa che evidenzia quanto sia soggetto a variazioni notevoli il comportamento umano è che se invece di una giovane ragazza sola ci fossero stati 4 o 5 bulletti (made in italy o d'importazione non conta) con i piedi sui sedili e la musica a tutto volume nessuno avrebbe fiatato!Ci sono cose che non capirò mai.
Da IL Messaggero on line

giovedì 29 gennaio 2009

XENOFOBIA,,,FEDE ..RETE 4

Emilio Feder e la sua Rete 4 sono fomentatori di paura, Xenofobia,discriminazioni?

mercoledì 28 gennaio 2009

I medici non sono spie

l'appello di medici senza frontiere ai senatori in vista del voto a palazzo madama
«Siamo medici, non siamo spie»No alla segnalazione dei clandestini
«No all'abolizione del principio che protegge gli immigrati che rivolgono alle strutture sanitarie»
NOTIZIE CORRELATE
Il sito "Divieto di segnalazione"
MILANO - «Siamo medici e infermieri, non siamo spie». È lo slogan della campagna di mobilitazione "Divieto di segnalazione" lanciata da Medici e da altre associazioni alla società civile contro l'emendamento che abolisce il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria.
FIACCOLATA - Il voto in Senato dell'emendamento volto a sopprimere il suddetto principio è in programma il prossimo 3 febbraio. Per il giorno prima Medici Senza Frontiere, la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, l'Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e l'Osservatorio Italiano sulla Salute Globale promuovono una fiaccolata davanti a Montecitorio.
LA NORMA E LA COSTITUZIONE - La norma (comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 - Testo Unico sull’immigrazione) attualmente prevede che «l’accesso alle strutture sanitarie da parte di uno straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano. Questa disposizione normativa, sottolineano i Medici Senza Frontiere, è presente nell’ordinamento italiano già dal 1995 (attraverso l’art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centrodestra anche con i voti della Lega). e la sua "logica" non è soltanto quella di «aiutare/curare l’immigrato irregolare», ma anche quella di osservare pienamente la Costituzione e in particolare l'articolo 32 in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese – nello specifico – quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero.
I RISCHI - Segnalando un clandestino alla prestazione sanitaria, secondo Medici Senza Frontiere, si corre il rischio di far nascere nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza e quindi di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa «marginalizzazione sanitaria» di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. L'abolizionone del principio di non segnalazione inoltre potrebbe, secondo le organizzazioni firmatarie dell'appello, incentivare la nascita e la diffusione di percorsi sanitari e di organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica.
28 gennaio 2009
Corriere della Sera

lunedì 26 gennaio 2009

Caccia allo straniero

Repubblica on line 26/01/2009
Le aggressioni sono state compiute da una ventina di giovani che si sono staccati da una manifestazione di protesta organizzata da Forza Nuova
Guidonia, raid razzisti dopo corteoDue arresti, aggrediti nove stranieri
Le vittime sono cinque albanesi e quattro romeni. Gli italiani arrestati hanno rispettivamente 21 e 24 anni. Al commissariato identificate una ventina di persone
La protesta degli abitanti di Guidonia
ROMA - Due ragazzi sono stati arrestati e una ventina identificati dal commissariato di Tivoli per un'aggressione razzista avvenuta ieri sera ai danni di cinque albanesi in un bar a Guidonia, il paese alle porte di Roma dove nella notte tra giovedì e venerdì una ragazza è stata violentata e il fidanzato picchiato con ogni probabilità da stranieri dell'est Europa. I due giovani Fabio P., di 21 anni, e Vincenzo P., di 24 anni, entrambi residente a Collefiorito di Guidonia (Roma), sono stati arrestati per tentata rapina, lesioni personali, minaccia, danneggiamento con l'aggravante di aver agito per fini razziali. Oltre a questa, ci sono state altre due aggressioni a sfondo razzista: le vittime negli altri due casi sono stati quattro romeni. I tre episodi sono collegati alla manifestazione di Forza Nuova che si è tenuta ieri a Guidonia, hanno spiegato gli investigatori. Una ventina di manifestanti si sono allontanati dal corteo di Forza Nuova, esortando gli altri a seguirli in quanto aveva saputo che erano stati presi i cinque stranieri che avevano violentato la ragazza a Guidonia e che quindi 'bisognava fare qualcosa'. La polizia ha tentato di fermarli, ma i venti giovani sono riusciti a scappare nelle strade vicine a quella principale percorsa dal corteo. Secondo la polizia, successivamente sono state compiute "azioni aggressive e violente in danno di cittadini stranieri, perpetrate presumibilmente da alcuni manifestanti che in modo scientifico si allontanavano dal corteo". Nel primo caso tre romeni venivano aggrediti e picchiati da giovani italiani, mentre questi si trovavano all'interno del bar "Stefanelli" in via Maremmana Inferiore a Villanova di Guidonia. Il secondo caso riguarda un romeno, aggredito e picchiato da giovani italiani, mentre questi stava attraversando la strada di viale Roma a Guidonia. Il terzo è avvenuto all'interno del bar 'Centrale', in piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, dove si erano rifugiati cinque albanesi per scampare all'aggressione.
Le aggressioni sono avvenute a colpi di mazze da baseball, bastoni, aste di bandiere, manici di scopa, ma anche sedie prese dal bar, al grido di "andatevene via, tornate al vostro Paese, vi ammazziamo". Una decina di mazze sono state sequestrate. Quando la polizia è arrivata, molti erano scappati, mentre una ventina sono stati fermati fuori il locale. Gli agenti entrando nel bar Centrale hanno trovato il locale devastato e dentro uno stanzino, con tanto di porta blindata che aveva resistito agli attacchi degli aggressori, i 5 albanesi e la proprietaria del bar.
(25 gennaio 2009)

E' necessario trovare un modo per fermare questa violenza, se non si fa niente sembrerebbe giustificata ed accettata.
Bisogna controllare che le persone che aggreddiscono rimangano in carcere, e che la loro pena sia esemplare.
Simona Andreoli

domenica 11 gennaio 2009

IPOCRISIA , SINCERITÀ, PREGIUDIZIO, DISCRIMINAZIONE….?


Riesci dopo tanti anni di sacrifici a comprare o affittare l’abitazione del tuo sogno.

Un mese dopo spunta un 'campo Rom' autorizzato o non vicino la tua nuova abitazione!!


Cosa pensi che sarà tuo primo pensiero oppure reazione ?


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