venerdì 21 novembre 2008

SESSO SENZA CONDOM

Sesso senza condom, prostitute si fanno pagare anche il quadruplo

Disposti a pagare fino a quattro volte in più pur di non usare il preservativo. E' così, per tirare su qualche soldo, che molte prostitute immigrate arrivano sane in Italia, ma finiscono per ammalarsi poi, quando arrivano sulla strada per vendere il loro corpo. 'Fate' straniere e non solo.
Anche tra le italiane dedite al mestiere "inizia a diffondersi questo pericoloso trend", spiega Tullio Prestileo, infettivologo degli Ospedali Casa del sole di Palermo, presidente di Anlaids Sicilia. "Chi le manda in strada, sfruttandole - spiega Prestileo - detrae il 60-70% di quello che queste donne guadagnano vendendosi. Così a loro non resta che qualche spicciolo.

In barba al 'magnaccia' di turno, dunque, molte di loro sono disposte anche a fare sesso senza preservativo, pur di intascare qualche soldo in più". E così alcune finiscono per contrarre l'Hiv. "Nel 2000 - spiega l'infettivologo - abbiamo sottoposto al test 260 prostitute nigeriane tra i 18 e i 21 anni, con appena 6 mesi di prostituzione alle spalle: nessuna è risultata sieropositiva. Dopo cinque anni esatti abbiamo rifatto il test a 36 di loro, ben 3 avevano contratto il virus. Quasi tutte ci hanno confermato questo 'escamotage': la rinuncia al preservativo pur di arrivare a fine mese".

FONTE

OLTRE BABILONI.....Igiaba Scego

Posted by Picasa

La rabbia di un sogno disperato

La rabbia di un sogno disperato
di Achille della Ragione


Ogni anno il Mediterraneo, l'antico mare nostrum che era circondato da popoli con eguali diritti, assiste impassibile alla morte violenta per annegamento di migliaia di giovani vite, spinte ad attraversarlo per fuggire dalla povertà, dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione.
Mentre noi, nonostante la crisi economica ci adagiamo sul superfluo, a loro manca l'indispensabile e niente e nessuno potrà fermare questi drammatici viaggi di fortuna a bordo di sbrindellati barconi guidati da avidi negrieri.

L'isola italiana di Lampedusa, proiettata nelle acque africane, non è più una meta di sogno per turisti alla page, che volevano, anche di inverno, godere della dolcezza di un clima temperato, di panorama mozzafiato, di acque cristalline e di spiagge incontaminate, oggi essa rappresenta l'inferno dei vivi dove approdano gli ultimi della Terra.
Spesso questi sventurati giungono a riva annegati, gonfi ed irriconoscibili, sfigurati dai morsi che fanno scempio dei volti. A volte giungono solo le scarpe spugnate o brandelli di vestiti, perché i corpi hanno pagato il loro feroce tributo al dio Nettuno.

Anche visitare i gommoni sequestrati o abbandonati e portati a riva dalle onde è uno spettacolo raccapricciante: pacchetti di sigarette vuoti, spazzole per capelli, qualche foto sbiadita, bottigliette di sciroppo semivuote per placare gole arrossate dal freddo, banconote di piccolo taglio con la faccia ineffabile di Gheddafi, il dittatore trionfante ed insensibile al destino del suo popolo e di tutti gli africani.

Un tentativo di soluzione di questa diaspora di dimensioni bibliche è unicamente nelle mani dell'Europa, che deve assurgere al ruolo di garante del diritto internazionale e di un'economia impregnata di morale e di etica.

Non si deve favorire in nessun modo l'avvento al potere di dittatori corrotti e sanguinari, che guadagnano cifre stellari dalla vendita all'Occidente di petrolio e di gas senza curarsi del benessere dei propri sudditi. Molti degli Stati dai quali provengono questi derelitti mandati allo sbando sono ricchi oltre misura di risorse naturali sempre più richieste.

Necessita da parte di politici di buona volontà una vera e propria rivoluzione culturale, portando lavoro in Africa e non più gli africani in Europa, pena il nostro stesso destino che rischia di precipitare nel baratro di un'invasione incontrollabile.

Fino a quando il reddito di intere popolazioni sarà di un dollaro al giorno non vi sarà futuro tranquillo né per l'Europa, né per l'America.
Non servirà a nulla erigere barriere fisiche, pattugliare le coste, innalzare mura infinite ai confini nazionali; ci saranno sempre più uomini e donne disperati che rischieranno la vita per non continuare a vivere nell'umiliazione e nella fame
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Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza

L'UNICEF sulla Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza

Logo UNICEF

Dichiarazione del Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora

Roma, 20 novembre 2008 - «Le celebrazioni di oggi sono un'occasione importante sotto il profilo morale e politico.

È necessario, quando si parla di bambini, superare ogni forma di retorica e garantire che la Convenzione sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza orienti in modo coerente le scelte concrete delle Istituzioni e di tutti coloro che operano a favore dell'infanzia.

Apprezziamo il richiamo del Presidente della Camera Gianfranco Fini per una riflessione condivisa sul concetto di cittadinanza nel XXI secolo.

È fondamentale ripensare a un modello di convivenza adatta al nostro Paese per il quale siamo favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana per tutti quei bambini che si stanno integrando nella nostra società.

Permane l'urgenza di approvare un Piano nazionale dell'infanzia, che manca nel nostro Paese dal 2004 e che sia dotato anche delle risorse finanziarie adeguate.

Abbiamo accolto con piacere l'approvazione del Disegno di Legge proposto dal Ministro Carfagna sull'istituzione del Garante nazionale per l'infanzia. Ci riserviamo di verificarne con precisione i contenuti e auspichiamo sin d'ora che possa essere individuata una figura di alto profilo indipendente ed autonoma.

È importante anche ricordare che la Convenzione del 1989 è davvero per tutti i bambini del mondo. Pertanto l'impegno del nostro Paese a livello internazionale deve continuare a essere prioritario.

A tal proposito ci preoccupano enormemente i tagli previsti alla cooperazione italiana, che porterebbero a un terzo i fondi disponibili nel 2009 rispetto all'anno in corso. La crisi economica del nostro Paese non può essere pagata dai bambini.

L'impegno deve essere costante e concreto e sono certo che in modo particolare con la Presidente Mussolini e la Commissione parlamentare per l'infanzia potrà continuare uno stretto rapporto di collaborazione per l'esclusivo benessere di tutti i bambini.»


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