sabato 2 agosto 2008

http://www.asca.it/moddettnews.php?idnews=770125&canale=ora&comunicati=&articolo=IMMIGRATI:%20SINDACO%20LAMPEDUSA,%20VATICANO%20APRA%20CONVENTI%20E%20SEMINARI

I ROMENI

Immigrati romeni in Italia: Uno su tre vuole tornare in Romania

Un immigrato romeno su tre tra quelli che si trovano in Italia ha intenzione di tornare "definitivamente" in Romania nei prossimi due anni. È quanto risulta da un sondaggio presentato la scorsa settimana a Bucarest dall'Agenzia delle strategie del governo romeno. Tra gli immigrati, il 23% degli intervistati pensa di ritornare in patria per aprire un'attività in proprio, mentre il 31% desidererebbe costruire una casa in Romania. Questi progetti potranno probabilmente realizzarsi, considerato che la maggior parte degli immigrati romeni sostiene di guadagnare sette volte in più di quello che aveva nella busta paga nel paese d'origine. Secondo lo studio condotto tra novembre e dicembre 2007 su 1.066 persone, il 35% degli intervistati ha affermato di volere "ritornare definitivamente in Romania nei prossimi due anni", mentre il 21% ha dichiarato al contrario di volere "restare definitivamente in Italia. Secondo i dati raccolti dallo studio, il 57% dei romeni lavora regolarmente in Italia, il 23% ha un posto di lavoro stabile ma è pagato al nero, il 5% svolge delle attività occasionali, mentre l'8% sono casalinghe o disoccupati. Solitamente i lavoratori romeni sono occupati nell'edilizia (24%), nel lavoro domestico (12%), nel commercio (8%) o nell'assistenza agli anziani (7%). Più del 70% dei romeni è arrivato in Italia tra il 2001 e il 2007 e spesso inizialmente aveva soggiornato in altri paesi europei prima di stabilirsi in Italia. L'identikit del lavoratore romeno è il seguente: circa 33 anni (per gli uomini e per le donne), senza una laurea, proveniente dalle zone del nord del Paese (dalla Moldavia o dalla Transilvania). Soltanto il 7% ha una laurea, ma il 72% ha un diploma di liceo o di scuola professionale. L'indagine statistica rileva inoltre che i romeni che si trovano in Italia "mantengono relazioni strette" con i parenti rimasti in Romania. Il 51% invia denaro alla famiglia almeno due o tre volte all'anno, mentre il 70% ritorna in Romania almeno una volta all'anno. Secondo lo studio, realizzato dopo l'aggressione mortale ai danni di Giovanna Reggiani da parte di un cittadino romeno, il 63% degli intervistati ha risposto che i mass media italiani hanno presentato in modo "tendenzioso e sbagliato" l'accaduto ed il 72% ritiene che l'immagine che gli italiani hanno degli immigrati romeni "si è deteriorata" dopo l'omicidio di Roma. Il 22% degli intervistati pensa che non sia cambiato nulla e circa il 33% crede giustificato il decreto per le espulsioni dei cittadini comunitari varato dal governo italiano subito dopo il caso Reggiani. Il 92% degli immigrati afferma di seguire i casi che vedono protagonisti romeni che non rispettano le leggi italiane. Il sondaggio rivela che i romeni generalmente si considerano integrati nella società italiana, il 67% ha un'opinione buona o ottima dei datori di lavoro italiani, il 92% ha un buon rapporto con i vicini e il 94% pensa di conoscere la lingua italiana abbastanza bene per cavarsela nella vita di tutti i giorni. Il 78% dei romeni che lavora in Italia si dice fiero o addirittura fierissimo della propria nazionalità. Il sondaggio è stato realizzato dall'Istituto Metro Media Transilvania, dal 20 novembre al 15 dicembre 2007, presso le comunità romene che risiedono in varie regioni italiane.

"Sindrome Italia", allarme in Romania

Dopo le feste natalizie, la partenza dei parenti che lavorano all'estero, soprattutto in Italia e Spagna, ha provocato delle tragedie in diverse famiglie romene. Il quotidiano "Romania libera", ripreso dalla pubblicazione on-line Metropoli, riferisce che negli ospedali di Iasi hanno segnalato numerosi tentati suicidi generati dalla cosiddetta "sindrome Italia". Lo scorso fine settimana, nel giro di poche ore, diverse persone sono state ricoverate a Iasi, dopo aver tentato il suicidio a seguito di depressioni provocate dalla partenza di parenti verso l'estero, come spiegano i medici. Infelice perché la moglie era tornata a lavorare all'estero, un giovane di 22 anni ha preso oltre 30 pillole di barbiturici, mentre una donna di 38 anni è finita in coma dopo avere ingerito pillole prima del ritorno del marito in Italia. Un'altra donna di 48 anni ha ingerito varie pasticche trovate in casa, nel tentativo di convincere la figlia a non tornare al suo lavoro all'estero. Altri tre uomini di 22, 27 e 35 anni sono stati sottoposti a interventi chirurgici dopo essersi feriti con coltelli o pezzi di vetro al collo, al torace o alle mani. Per fortuna tutti sono sopravvissuti ai tentati suicidi. Fonte: Daniele Pantaleoni ( www.gazzettino.ro )

CHILD PROSTITUTION.....ARRESTS IN ITALY

A Nigerian lady was arrested at Benevento (Italy)for sexual exploitation of minors. Her accomplices had already escaped arrest by taking refuge in Nigeria.The lady,Vivian Osayamen (40years) a native of Benin City was arrested by the police mobile squad. She was condemned to a prison term which lasts till 26 Jan 2011 for breaking the laws on sexual t exploitation of children and pedo-pornographic offenses. The accomplice of this MADAM who escaped to Nigeria is still to be caught
Following an investigation on the activities of Some Nigerian criminal gangs in Modena, Bologna and surroundings since 2005, the mobile squad in June 2007 had to make the arrests of some members of this gang which is know to haves its logistic and operation Hq in Nigeria and France .
It ws discovered that this group had rooted itself so deep in the area tharefore any arrests made were immediately replaced with fresh recruits form their home country who came in to occupy the(piece of land) places left by the arrested persons With this system the group continued to maintain their criminal activities in spite of continuous fragmentations and arrests.
As in most of these cases the victim (child prostitute) has been under heavy physical and psychological pressure through intimidation with Voodo.
The girl was recruited in Nigeria where she was supposed to pay a sum between 30.000 to 50.000 euro.The pretext was her joining a Nigerian female football team In France . From France she was sent to Modena in Italy where she worked as a prostitute until her final liberation.

Translated/summarized by: Chukbyke




Donna nigeriana arrestata a Benevento per sfruttamento sessuale di minori. Il complice era già sfuggito alla cattura rifugiandosi in nigeria


Si tratta di una cittadina extracomunitaria di 40 anni, Vivian Osayamen, di Benin City, in Nigeria, è stata arrestata dagli agenti della Squadra Mobile di Benevento in esecuzione dell'ordine di carcerazione emesso nella giornata di ieri dal Tribunale di Modena.
La donna, che dovrà scontare una pena detentiva fino al 26 gennaio 2011, è stata riconosciuta colpevole della violazione della legge 38/2006 in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia.
L'ordine di carcerazione nei confronti della donna emesso dal Tribunale di Modena.

Una breve sintesi della intera vicenda:


Nel mese di giugno 2007 la Squadra Mobile di Modena - a seguito di attività di indagine condotta per episodi di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione minorile consumati a Modena ed altre province nel periodo compreso tra il mese di luglio 2005 ed il dicembre 2006 - ha dato l'avvio al procedimento penale a carico di alcuni dei componenti di un gruppo criminale nigeriano, tutti radicati nella provincia di Modena ed in quella limitrofa di Bologna, e con basi logistiche in Nigeria ed in Francia dediti ai reati connessi alla prostituzione di colore.

L'operazione in questione, così come quelle analoghe concluse negli ultimi due anni, rientra nell'ambito di un piano strategico più generale e penetrante approntato dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e rappresenta l'ennesimo colpo inferto dalla Polizia di Stato a quelle organizzazioni criminali di etnia straniera (nel caso di specie centro africana) che negli ultimi anni hanno gestito in posizione di totale monopolio, sia a Modena che in tutto il resto del paese, le attività illecite connesse alla prostituzione ed ai reati a questa collegati (immigrazione clandestina, falsi documentali, ecc.).

L'indagine si ricollega ed è la naturale prosecuzione anche delle pregresse operazioni della Polizia di Stato "Multilevel" (dell'aprile 2005), "Multilevel 2" (del maggio 2006), "Multilevel 3" (dell'ottobre 2006) e Multilevel 4 (del maggio 2007).

Si tratta, infatti, delle diverse frange dello stesso gruppo criminale che si sono progressivamente sostituite e rimpiazzate a seguito della ciclica disarticolazione delle consorterie ad opera della Polizia di Stato di Modena negli ultimi anni. E' stato infatti riscontrato che la totale padronanze del territorio dei membri dei sodalizi ed il loro forte radicamento nella provincia di Modena, ha comportato il fatto che anche successivamente all'arresto dei componenti di turno, le porzioni di territorio da loro occupate siano state mantenute con l'immediata sostituzione dei soggetti tratti in arresto, con nuove e più fresche forze immediatamente giunte a Modena dai paesi di origine. In questo modo, pur accettando la frammentazione dei gruppi criminali, è stata comunque garantita continuità per diversi anni alle attività del gruppo delinquenziale.

A conclusione dell'attività investigativa in argomento, che è stata coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Direzione Centrale Anticrimine per tutta la sua durata, nelle primissime ore della mattinata odierna gli uomini della Polizia di Stato hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale su richiesta del Pubblico Ministero titolare dell'indagine, a carico di altrettanti soggetti tutti indagati per i reati di cui agli artt. 110 c.p. in relazione agli artt. 600 bis e sexies c.p. (prostituzione minorile ed altri reati minori, il tutto in concorso).
Le operazioni di esecuzione sono state svolte nella città di Modena, Bologna - dove è statat arresta la cittadina nigeriana Osayamen Vivian, nata in Nigeria nel 1968, residente a Benevento ma domiciliata a Bologna - e Benevento. Resta da catturare il complice della madame, sempre nigeriano, che da alcuni mesi ha trovato riparo in Nigeria.

Per le operazioni di arresto il personale della Polizia di Stato si è avvalso dell'ausilio della Squadre Mobili di Bologna e Benevento.

Nel corso delle perquisizioni delegate dal Pubblico Ministero, effettuate presso 3 abitazioni dei soggetti sottoposti a provvedimenti restrittivi (una a Modena, una a Bologna ed una a Benevento), sono stati raccolti ulteriori elementi di prova attestanti le responsabilità dei due indagati per i reati loro contestati.

I due soggetti indagati sono stati ritenuti responsabili dei reati loro contestati per episodi di sfruttamento di una giovane ragazza nigeriana nella città di Modena fino al dicembre 2006, quando la ragazza è stata poi sottratta all'egida del gruppo ed opportunamente collocata in struttura protetta.

Anche in questa occasione le attività hanno consentito di appurare che la donna sfruttata è stata mantenuta in stato di totale soggezione psicologia e fisica mediante l'utilizzo di vari riti voodoo della Nigeria occidentale.
La ragazza era stata acquistata dalla famiglia di origine in Nigeria (dove erano di stanza soggetti preposti al reclutamento) per una somma oscillante tra i 30.000 ed i 50.000 Euro, portata in Francia (a Parigi) con passaporto falso e con la scusa dell'aggregazione ad una squadra di calcio femminile nigeriana ed infine portata in Italia a Modena, dove ha esercitato l'attività di meretricio fino alla sua definitiva liberazione.




IMMIGRATI, CDM APPROVA DECRETI E LI INVIA A BRUXELLES


IMMIGRATI, CDM APPROVA DECRETI E LI INVIA A BRUXELLES (di Massimo Nesticò)

ROMA - Cautela. Prudenza. Piedi di piombo. Dopo un'estate passata a rintuzzare attacchi al pacchetto sicurezza da parte di Commissione europea, Europarlamento, Consiglio d'Europa e Romania, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, lancia un segnale distensivo: i tre decreti legislativi che introducono una stretta su soggiorno dei comunitari, asilo e ricongiungimenti familiari, saranno inviati all'esame dell'Europa, prima dell'approvazione definitiva. Anche per evitare un nuovo caso impronte, tanto più che pure nel primo di questi decreti ritorna l'espressione "rilievi dattiloscopici" riferita a cittadini europei.

MARONI, MATERIE DELICATE, SERVE PARERE UE - La decisione è stata presa nel corso del Consiglio dei ministri e spiegata dallo stesso Maroni in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Si tratta, ha riferito, "di materie assai delicate, specie il decreto sul soggiorno e libera circolazione dei comunitari. Per questo abbiamo deciso di non procedere all'approvazione definitiva ed abbiamo inviato il testo dei provvedimenti al Commissario europeo alla Giustizia, Sicurezza e Libertà, Jacques Barrot, affinché li valuti informalmente e suggerisca eventuali proposte di modifica". Se non ci saranno obiezioni da parte europea, ha aggiunto il ministro, "saranno approvati dal Consiglio dei ministri a metà settembre". E Barrot ha ricevuto e ringraziato. "E' un atto - ha detto il commissario - che appare come la testimonianza di una volontà di rispettare la legislazione europea, di cui noi apprezziamo tutto il valore".

SEGNALE PACE ANCHE AD OPPOSIZIONE - Oltre che all'Europa, Maroni ha porto il calumet della pace anche all'opposizione. "La procedura - ha informato - è stata concordata con il ministro dell'Interno ombra del Pd che ha ritenuto assai utile la nostra iniziativa". E apprezzamento è arrivato dal Pd. "Siamo soddisfatti - ha detto il ministro per le Politiche Comunitarie nel governo ombra, Maria Paola Merloni - che su questo punto sia stata ascoltata la voce dell'opposizione che, più volte, ha ribadito la necessità di instaurare un dialogo chiaro e proficuo con l'Ue". Da parte sua, il ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, ha sottolineato che "le decisioni prese oggi smentiscono chi ha parlato di scollamento e attriti tra il nostro Governo e la Commissione europea". TRA MISURE DUBBIE, DI NUOVO IMPRONTE - Maroni ha così voluto evitare nuovi rilievi dalle istituzioni europee dopo la bufera sui rom. Alcune misure contenute nei decreti legislativi (che recepiscono direttive Ue), infatti, corrono il rischio di censure da parte di Bruxelles. Nel mirino, in particolare, il testo sulla libera circolazione di comunitari. Profili di dubbia compatibilità con le norme Ue sarebbero emersi, secondo quanto si apprende, per la previsione della mancata iscrizione all'anagrafe tra i motivi che giustificherebbero l'allontanamento del comunitario. Così come per l'obbligo di avere "risorse economiche sufficienti, derivanti da attività dimostrabili come lecite" quale condizione per poter soggiornare in Italia oltre i tre mesi. E torna anche il tema delle impronte. Il decreto attualmente vigente, approvato dal Governo Prodi nel 2007, prevede che "per l'iscrizione anagrafica ed il rilascio della ricevuta di iscrizione e del relativo documento di identità si applicano le medesime disposizioni previste per il cittadino italiano". L'aggiunta proposta dal decreto legislativo, dopo le parole 'cittadino italiano', è: "compresi i rilievi dattiloscopici nei casi previsti dalla legge". Impronte, cioé. Un passaggio sul quale la Commissione potrebbe esprimere dubbi. Così come sul trattenimento in un Centro di permanenza per un periodo massimo di 15 giorni del destinatario del provvedimento di espulsione, nel caso di difficoltà nell'identificazione.

IN 28 SBARCANO A MALTA - Un barcone con 28 immigrati è stato soccorso dalla Marina maltese stamane, dopo che è stato avvistato dal peschereccio italiano 'Nuova Lorenzo' a circa 30 miglia sud di Malta. Gli immigrati sono stati scortati verso il porto de La Valletta dove sono stati consegnati alla polizia e trasferiti nel centro di Safi. Intanto, dopo gli arrivi massicci degli ultimi giorni, i centri dell'isola sono sull'orlo del collasso, con il governo che ha riunito la protezione civile, l'esercito e la polizia per creare nuovi spazi d'accoglienza. Ieri due donne, tra cui una incinta, hanno perso la vita nell'ennesimo naufragio al largo di Malta.



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