NAPOLI, NON SI CONOSCONO: SPOSI IN CARCERE
Lui croato, lei nigeriana si sono conosciuti per via epistolare durante la detenzione nelle carceri di Pozzuoli e Secondigliano. Oggi Darko 38 anni e Sandra (28) sono marito e moglie. Il loro matrimonio è stato celebrato dal cappellano della casa circondariale di Pozzuoli, don Fernando Carannante il 15 ottobre del 2008: Sandra e Darko non si erano mai visti prima di allora. Una storia che sembra uscita dai romanzi dell'Ottocento, un amore che ha saputo piegare le sbarre delle prigioni dove entrambi sono ancora detenuti. Due anni fa la giovane riceve una lettera di auguri da uno sconosciuto detenuto. Comincia così una fitta corrispondenza dove ciascuno racconta la propria vita. Lei parte dall'Africa Nera per raggiungere la "terra promessa". Ma una volta giunta in Italia, incontra soltanto violenza e disperazione. Scelte sbagliate la portano quasi subito a varcare la soglia dell'Istituto di pena. Darko ha un passato ancora peggiore. Militare di professione nell'esercito croato, ha partecipato alla guerra fratricida dell'ex Jugoslavia. Catturato dall'esercito serbo viene fatto prigioniero e torturato. Nel 2001 arriva in Italia. Ma a Trieste, Darko compie un reato e viene arrestato. Nelle lettere Sandra e Darko riversano sé stessi. Hanno poche cose in comune, tra cui il fatto di essere cattolici. Per questa ragione decidono di sposarsi. Ma l'iter per il matrimonio concordatario è difficile così i giovani optano per il matrimonio civile. Il 15 ottobre è il gran giorno. Darko arriva nel carcere di Pozzuoli a bordo di un mezzo della polizia penitenziaria. Ad attenderlo c'è Sandra, bellissima nel suo vestito bianco. I due si guardano negli occhi per la prima volta. E' un'emozione infinita. Entrambi raggiungono il giardino del carcere per la cerimonia. Quattro i testimoni scelti tra i volontari e gli educatori del carcere. Il rito è breve. Darko e Sandra sono marito e moglie. Vogliono vivere felici, lontano dall'Italia. Giurano che il 2009 sarà il loro anno. Finiranno di scontare la pena con la giustizia italiana e allora potranno cominciare a sognare. (Matilde Andolfo) FONTE |