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lunedì 16 maggio 2011

GB, da una coppia di colore nasce un bimbo bianco e biondo

GB, da una coppia di colore nasce un bimbo bianco e biondo















ROMA - Un bimbo bianco è nato in Gran Bretagna da una coppia di neri. Per la seconda volta in un anno genitori di colore hanno dato alla luce un neonato biondo e con la pelle chiara. Un altro caso simile fu riportato, sempre nel Regno Unito, nel luglio 2010. Il Sunday Mirror scrive oggi che Francis Tshibangu, il padre, è rimasto di sasso quando gli hanno fatto vedere per la prima volta il bambino: «Il mio primo pensiero è stato: non è mio». Ma apparentemente non è questo il caso. Altrettanto sconcertati sono stati i medici e le infermiere della sala parto.

Francis e la moglie Arlette, come l'altra coppia un anno fa, non hanno parenti o ante

nati bianchi. Stavolta il neonato ha i tratti somatici dei genitori all'infuori del colore della pelle e dei capelli, che sono biondo rossicci. Il piccolo Daniel (così è stato chiamato il bambino) non è un albino. I genitori hanno già un figlio di colore, Seth, che ha due anni: lui e il nuovo arrivato si assomigliano come due gocce d'acqua. Gli esperti di fertilità interrogati dal giornale non sanno spiegarsi la nascita straordinaria, se non per dire che può succedere una volta in un milione di casi.

fonte

giovedì 17 marzo 2011

‘La tolleranza che fa male.......’

‘La tolleranza che fa male.......’


Perché lo spazio Tv proprio sta mattina a Borghezio (La 7 in onda) per criticare o addirittura insultare l’unità d’Italia ?

venerdì 25 febbraio 2011

Romeo e Giulietta fra Palestina e Israel

La storia di due ragazzi separati ancora prima della luna di miele, subito dopo le nozze
George ha 33 anni, fa il programmatore informatico ed è tornato da qualche mese a Gerusalemme dopo aver vissuto 15 anni in Italia, di cui ora è anche cittadino. 
Marito di Laila, che ha portato all’altare il 16 gennaio scorso a Betlemme. Dopo il “Sì” più importante della loro vita, avrebbero dovuto partire tre giorni dopo per Instanbul. Anche il gesto più naturale del mondo però in queste terre non può mai essere dato per scontato e sono stati “separati” subito prima della luna di miele. Ma veniamo ai fatti. 

George, nonostante abbia un passaporto italiano e la fama di essere davvero un bravo ragazzo, ha un’unica macchia nel suo curriculum: l’origine palestinese. Tutti coloro che hanno avuto la “sfortuna” di nascere dentro il muro non possono in alcun modo varcare la soglia di Israele. E allora? “Ho prenotato il volo da Amman, in Giordania, mentre Laila, che è arabo-israeliana, è partita da lì. Neanche a pensarci di farla venire ad Amman” spiega. E così i due sposini appena congiunti si sono separati. Di corsa a cambiare il biglietto, per non rischiare di dover prolungare ulteriormente la permanenza a Betlemme. 

[VIAGGIO DI NOZZE IN  TRE… CON LA SUOCERA]

Oltre al danno, la beffa. “Quella sera sono andata a dormire dai miei genitori. Proprio quando si erano liberati di me mi hanno vista ripiombare in casa”. 
Sorride, nelle sue parole c’è ancora il desiderio di riderci su. “George invece ha dormito da solo in un Hotel lì ad Amman”. Poi il giorno dopo finalmente in volo. Lei da Tel Aviv e lui dalla Giordania. Per incontrarsi di nuovo nella città dove, dice Laila, “a vederla si ferma il cuore”. E dove si sono fermati per questi meritati cinque giorni di luna di miele. Presa nel racconto, a un certo punto si ferma: vede George che si avvicina verso di noi. Si mettono a scherzare, non capiscono come un fatto così banale possa suscitare tanto interesse. In fin dei conti si sono sposati e questo basta. Sono felici. I veri problemi nascono adesso. “La nazionalità dei figli, il problema dei permessi per viaggiare, la richiesta da presentare a Israele per il congiungimento della famiglia…”. Passaggi che richiedono una lotta contro le intricate procedure burocratiche. Tante, troppe incertezza, ma un desiderio sul futuro molto chiaro “Avere una famiglia, dei figli, la serenità”.

http://it.viaggi.yahoo.com/p-promozione-3360768

domenica 3 ottobre 2010

Agguato a Belpietro! un altro inside job come quello del Berluska?


LA BUGIA E LA CONTRADDIZIONE DI BELPIETRO “Ho sentito 3 colpi di pistola e ho capito che era successo qualche cosa. Ho chiamato la scorta in sostanza l’agente che mi ha accompagnato scendendo le scale fumando una sigaretta, si è trovato davanti un uomo armato che senza dire nulla gli ha puntato la pistola e gli ha sparato… l’arma si è bloccata…”

Ricapitoliamo i fatti partendo da una presunta bugia secondo cui Maurizio Belpietro sarebbe stato bersaglio di un omicida armato di pistola alle 22 di giovedì 30 settembre a casa sua, al quinto piano di un palazzo del centro di Milano.

L’indomani, a Mattino 5, attorno alle 10, Belpietro rivela che il suo agente ha sparato 3 colpi di pistola in risposta a un colpo partito dall’arma dello sconosciuto incrociato per le scale. La grande bugia del direttore di Libero raccontata in tivù da Paolo Del Debbio è confermata dalla perizia della Digos sul luogo della sparatoria, che ha accertato 3 colpi di pistola partiti tutti dall’arma dell’agente della sua scorta, finiti su un battiscopa in marmo, lungo il corrimano e su una vetrata del terzo piano.

La bugia di Belpietro raccontata 11 ore dopo il fattaccio in tivù non può reggere nemmeno a un lapsus, visto che avrebbe dovuto accertarla col suo agente subito dopo il fattaccio. Il dettaglio non è da poco perché a questo punto è lecito chiedersi perché quell’agente abbia dovuto sparare 3 colpi di arma da fuoco contro qualcuno che non ha sparato, da cui non ha subito violenza o rapina, ma soltanto perché avrebbe sceso velocemente le scale del condominio. Messa così l’agente della scorta di Belpietro rischia l’accusa di tentato omicidio, sempre che il presunto malcapitato omicida esca allo scoperto dichiarando di essere fuggito dai colpi di pistola impazziti di un agente.

Allo stato dei fatti è più lecito chiedersi se non sia per la conseguenza degli spari dell’agente che il malcapitato se la sia data a gambe. Del resto non sarebbe la prima volta che un improvviso mal di pancia costringa una veloce corsa lungo le scale verso un bagno o dietro qualche cespuglio. E’ pur vero che non si ha notizia di tracce di deiezioni nel cortile del palazzo di Belpietro, ma nemmeno una foglia pare essersi mossa dalla siepe del cortile confinante che dà su via Borgonuovo, unica via di fuga possibile per il presunto omicida fuggiasco.

Alla luce dei fatti fin qui appurati non c’è traccia di umanità che abbia voluto sparare a Belpietro armato di pistola (giocattolo che si usa solo per i colpi in banca non certo per commettere omicidi) tantomeno del suo presunto inceppamento. Tutti da dimostrare per il presunto omicida, sfuggito a ben 3 colpi di un agente che ha fornito un dettagliato identikit degno più da colpo di fulmine culminato con bacio alla francese che da fortuito e concitato incontro-scontro a suon di pallottole. L’agente della scorta di Belpietro ha descritto i connotati del presunto omicida con zigomi marcati, labbro superiore carnoso e sporgente, capelli a ciuffo e occhi con grandi pupille. Dettagli strani da cogliere in un contesto così, lungo le scale con poca luce e in pochi attimi, come strano è che un omicida armato intenda compiere un delitto al quinto piano di un palazzo la sera tardi, senza prevedere che l’allarme provocato al vicinato dei 4 piani sottostanti dal rumore degli spari avrebbe messo a rischio la sua fuga.

Strano pure che un omicida sia così ingenuo di vagare per le scale con la pistola in vista proprio davanti alla scorta del suo presunto bersaglio già lontano. Com’è strano che la cieca voglia di ammazzare Belpietro induca il presunto omicida a risparmiare la vita della scorta. Ammazzarli tutti e 3 (compreso il secondo agente rimasto in auto ad aspettare) al momento della sosta davanti la casa di Belpietro o all’ingresso dell’androne del palazzo, avrebbe comportato il rischio dell’omicidio plurimo che non sarebbe stato molto più pesante dell’omicidio premeditato, ma avrebbe garantito meno rischi e maggiori possibilità di fuga al malintenzionato.

Insomma è troppo strano che il presunto omicida punti l’arma proprio contro l’agente già lontano dal vero presunto obiettivo del delitto (Belpietro) senza sparare. Com’è strano che un presunto omicida rischi così tanto per così poco: Maurizio Belpietro. Dal quale sarebbe lecito aspettarsi un editoriale in prima pagina in cui spiega (date alla mano) che da quando governa il suo finanziatore Berlusconi, in Italia stragi ed attentati sono diventati per fortuna uno spiacevole e lontano ricordo. Se non avesse tempo di scriverlo lo dica a Del Debbio. Sia mai che decida di invitare a Mattino 5 la famiglia Falcone, Borsellino o i parenti della bimba morta nell’attentato di via Georgofili. Per quell’episodio il presidente del consiglio è indagato per strage assieme a Dell’Utri. Mi sembra sia una notizia assai più consistente della fin qui bufala sull’attentato a Belpietro.

banner7 300x88 Belpietro raccontala a qualcun altro

http://informarexresistere.fr/belpietro-raccontala-a-qualcun-altro

martedì 21 settembre 2010

Onu: Idv, Berlusconi Se Ne Frega Dei Poveri.

Onu: Idv, Berlusconi Se Ne Frega Dei Poveri. Meglio Putin e Gheddafi


da 19 minuti


(ASCA) - Roma, 21 set - ''Il presidente del Consiglio se ne frega dei poveri. La sua assenza al summit mondiale dell'Onu sulla poverta' ne e' la prova piu' lampante. E una vergogna nazionale che, purtroppo, si riflette anche sull'immagine dell'Italia all'estero. Obama, Zapatero, Sarkozy e tutti i piu' importanti leader mondiali sono a discutere sulla fame nel terzo mondo. Una realta' che non tocca Berlusconi, rinchiuso nei suoi palazzi dorati fra veline e ballerine. Berlusconi bacia la mano ai potenti Gheddafi e Putin: per lui i poveri non esistono o, se esistono, sono invisibili''. Lo afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

http://it.notizie.yahoo.com/19/20100921/tpl-onu-idv-berlusconi-se-ne-frega-dei-p-1204c2b_1.html

martedì 1 giugno 2010

Dopo lo stupro, anche la beffa: lei è espulsa, salvi i carnefici

Dopo lo stupro, anche la beffa: lei è espulsa, salvi i carnefici


Scritto da supmod2 Città Giu 1, 2010 La testimone non c’è più. La ragazza nigeriana teste chiave nel processo che dovrebbe incastrare alle loro responsabilità cinque romeni accusati di stupri, violenze e d’essere gli spietati aguzzini di prostitute di colore, sembra svanita nel nulla. O, più verosimilmente, rimpatriata perché clandestina nel nostro Paese, vittima di una retata, stando a ciò che raccontano alcune sue amiche, nel corso della quale la donna non sarebbe stata in grado di spiegare la sua posizione, ne di esibire la documentazione relativa ai «motivi di giustizia che le imponevano la permanenza in Italia».

Nel novembre scorso la giovane era stata selvaggiamente picchiata dalla gang di violentatori che l’avevano stuprata a turno. La prostituta aveva però trovato la forza e il coraggio di rivolgersi ai carabinieri di Rivoli (il fatto delittuoso era avvenuto nelle campagne di Pianezza) che avevano avviato le indagini.

A seguito di queste, dopo mesi di appostamenti, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, i militari avevano tratto in arresto tutti i componenti della banda. Cinque immigrati insospettabili, tutti con un lavoro, una casa e una famiglia. Un gruppo che si trasformava in una pericolosa gang ogni sabato sera quando si davano alle scorribande notturne che avevano come obbiettivo le giovani prostitute. Dopo le violenze, le povere ragazze venivano messe in posa, come se fossero state crocifisse; a turno gli aguzzini le prendevano per i capelli e, nelle istantanee, apparivamo come sinistri trofei vittime di tortura. A ribellarsi e denunciare la banda, anche un’altra prostituta che, a questo punto, resta l’unica a poter incastrare definitivamente i violentatori. Le due donne, però, hanno continuato a fare per mesi la vita di sempre, non avendo accettato l’accoglienza in comunità protetta.
Parlando della teste scomparsa, un’amica che divide con lei una stanza in città, ha raccontato: «Si trovava per caso a Porta Nuova ed è stata pizzicata in una retata, poi è andata al Cie e, infine, è stata rimpatriata». Complessa la verifica della circostanza da parte delle forze dell’ordine che sospettano che la donna abbia fornito, una volta fermata, un nome falso. Ma c’è anche un’altra ipotesi. La ragazza si sarebbe nascosta perché terrorizzata da quella che potrebbe essere una vendetta dei complici degli aguzzini che lei ha accusato.
FONTE
bardesono@cronacaqui.it


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