mercoledì 1 settembre 2010

EMIGRAZIONE/IMMIGRAZIONE– MIN.FRATTINI (ESTERI):

EMIGRAZIONE/IMMIGRAZIONE– MIN.FRATTINI (ESTERI): “IMMIGRAZIONE: NECESSARIO CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA IN ITALIA PAESE DI EMIGRAZIONE. E' UN'OPPORTUNITÀ"


(2010-08-31)

“Nella storia dell’uomo, la migrazione è stata sempre un’espressione quanto mai coraggiosa della volontà degli individui di superare le avversità e di vivere una vita migliore. Oggi la migrazione rappresenta una sfida globale che richiede un approccio attivo”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo oggi al convegno sull'immigrazione e i diritti dei lavoratori immigrati all'University of Washington di Roma.

“Credo nella necessità di modificare il nostro tradizionale modo di intendere la migrazione – ha proseguito Frattini - non una minaccia ma un’opportunità. Un cambiamento di prospettiva che diventa quasi obbligatorio in un Paese come l’Italia, la cui storia è stata tradizionalmente legata al fenomeno dell’emigrazione, in un passato non troppo remoto, e dell’immigrazione, in un presente fin troppo evidente. Per troppo tempo abbiamo considerato l’immigrazione come una tragedia che riguardava solo le persone più povere, verso le quali eravamo spinti da un obbligo morale. È arrivato il momento di passare da un approccio negativo ad uno positivo, che consideri finalmente la migrazione un’esperienza capace di arricchirci”.

Per il titolare della Farnesina, si tratta di un “cambiamento di prospettiva che ci richiede la stessa realtà in cui viviamo: secondo le Nazioni Unite sono più di 200 milioni i lavoratori migranti sparsi per il mondo, dei quali 31 milioni risiedono legalmente sul territorio europeo. Solo in Italia i migranti regolari sono circa 4 milioni e rappresentano il 7.1% della popolazione nazionale. Numeri che sottolineano l’impossibilità per i singoli Stati di affrontare da soli flussi così ingenti, a maggior ragione per l’Italia, se si prende in considerazione la particolare posizione geografica. Per questo in Europa abbiamo creato uno spazio che favorisce la libera circolazione delle persone. Naturalmente con questo non vogliamo spostare a Bruxelles l’intero carico della questione, ma intendiamo sottolineare la necessità di un approccio comune e di un atteggiamento più attivo”.

“Solo un simile approccio evita che la questione della migrazione rappresenti un problema per i singoli Stati ma diventi un’opportunità i cui benefici siano condivisibili tra Paesi d’origine e Paesi di destinazione. Nei Paesi di destinazione gli immigrati contribuiscono alla crescita economica attraverso il lavoro, l’aumento della domanda di beni e servizi e lo sviluppo delle capacità imprenditoriali. In questo gli Stati Uniti rappresentano il classico esempio di come una grande nazione possa essere costruita anche attraverso l’immigrazione: gli stessi immigranti italiani, non solo sono stati sempre apprezzati per la loro diligenza sul lavoro, ma hanno avuto la possibilità di integrarsi e di contribuire alla crescita di una delle più grandi democrazie a livello mondiale”.

“Quanto ai Paesi di origine – ha spiegato il Ministro degli Esteri - gli emigrati contribuiscono allo sviluppo della loro terra natia allentando la pressione del mercato del lavoro, mandando a casa le commesse, acquisendo nuove capacità e realizzando una serie di investimenti. Le commesse, in particolar modo, rappresentano il legame più tangibile tra migrazione e sviluppo: una relazione che ha acquisito importanza con la crisi economica. Per questo motivo il G8, sotto la presidenza italiana, ha approvato la riduzione dei costi per le commesse degli immigrati”.

“Tuttavia l’unica via per godere di simili benefici è quella dell’integrazione: i migranti rappresentano una componente cruciale per la competitività delle nazioni, ma il loro potenziale viene messo davvero a frutto se viene data loro l’opportunità di integrarsi nella società che li ospita. Per questo motivo, esiste un rapporto inseparabile tra la migrazione regolare e l’integrazione, laddove l’una rafforza l’altra. L’integrazione può essere raggiunta solo proteggendo i diritti dei migranti regolari ed ostacolando la migrazione irregolare”.

“In quest’ultimo caso, nel primo trimestre del 2010 il flusso di irregolari in Italia si e' drasticamente ridotto: meno di 150 immigrati illegali hanno raggiunto le coste italiane, mentre nello stesso periodo del 2009 le cifre erano 30 volte piu' alte. Tale riduzione si e' potuta ottenere grazie anche al 'raggiungimento di alcuni accordi di cooperazione con alcuni paesi del Mediterraneo come per esempio la Libia,la Nigeria, il Niger e il Ghana, il Gambia e il Senegal. Altro strumento fondamentale, accanto agli accordi bilaterali, è rappresentato dalla formazione: spiegare ai potenziali migranti la grande chance offerta loro dalla possibilità di integrarsi all’interno di un Paese che necessita del loro contributo.

“Da questa rapida panoramica di un fenomeno comunque complesso come quello migratorio, è necessario combinare il nostro tradizionale spirito di accoglienza con la fermezza fondamentale per la salvaguardia della legalità e dei nostri valori fondamentali: in questo modo potremo sviluppare un modello italiano di integrazione, capace di rispondere adeguatamente alle varie sfide poste dal fenomeno migratorio” ha concluso Frattini. (31/08/2010 –A.G.- ITL/ITNET)

http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=20325


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