sabato 27 settembre 2008

Arriva il Patto Ue sull’immigrazione



Stop alle regolarizzazioni di massa: arriva il Patto Ue sull'immigrazione



Immigrati fermati dalla polizia italiana


Sarkozy tira un sospiro di sollievo: dopo le tensioni emerse nel luglio scorso a Nizza, i ministri dell'Interno e della Giustizia dei 27 Stati membri dell'Ue hanno approvato giovedì 25 settembre all'unanimità ilPatto europeo sull'immigrazione e l'asilo proposto dalla presidenza di turno francese. Il sì definitivo ci sarà solo al Summit dei capi di Stato Ue il prossimo 15 e 16 ottobre 2008, ma - assicurano a Panorama.itfonti europee di Bruxelles - "il voto sarà una pure e semplice formalità": gli ostacoli politici, in sostanza, sono stati superati. Esiste da oggi una politica migratoria comune.
In cima all'agenda politica della presidenza di turno francese, il Patto - che cerca di coniugare rigore contro l'immigrazione clandestina e necessità di integrare i regolari - si pone cinque obiettivi principali: "Organizzare l'immigrazione legale tenendo conto delle priorità, dei bisogni e delle capacità di accoglienza di ogni Stato membro e favorire l'integrazione; lottare contro l'immigrazione clandestina, favorendo il ritorno degli stranieri in situazione irregolare nel loro paese di origine oppure verso un paese di transito; potenziare i controlli alle frontiere; attuare una procedura unica per la richiesta di Asilo (entro il 2012,ndr); creare un partenariato globale con i paesi di origine e di transito per favorire le sinergie tra le migrazioni e lo sviluppo".
Stop alle regolarizzazioni di massa. Sul fronte della lotta contro l'immigrazione clandestina, spicca la decisione di porre fine alle regolarizzazioni di massa. Sarà anche reso obbligatorio da qui al 2012 il visto biometrico e saranno regolamentati i ricongiugimenti familiari in base alla disponibilità di alloggi o la conoscenza della lingua del paese di accoglienza.
Altra novità: la "blue card". Ispirandosi al sistema della "green card" americana, l'Ue intende privilegiare l'accesso sul suo territorio di una manodopera straniera altamente qualificata attraverso l'attribuzione di un permesso di soggiorno ad hoc. Per il presidente della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari interni del Parlamento europeo, Gérard Duprez, il Patto consente "per la prima volta all'Ue di organizzare i flussi migratori in funzione dei suoi bisogni". Ma non tutti sono d'accordo. Contattato da Panorama.it, un portavoce dell'African Diaspora Policy Centre, un think tank influente di Amsterdam, sostiene che l'Europa "non può pensare di accappararsi le menti più brillanti del nostro continente. I governi africani spendono tempo e denaro a formare medici o informatici per poi vederseli scappare nel Nord del mondo". Secondo l'Organizzazione mondiale delle Migrazioni (OIM), ogni anno circa 20.000 africani altamente qualificati lasciano il continente per i paesi ricchi. Un danno pari a quattro miliardi di euro annui che colpisce i settori sanitari e educativi, entrambi cruciali per lo sviluppo dell'Africa.



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VATICANO CONTRO IL GOVERNO


Sull'Osservatore romano duro articolo di don Vittorio Nozza, responsabile
della Caritas italiana. Dubbi anche sul Piano Ue che sarà discusso a ottobre

Il Vaticano critica il governo
"Sugli immigrati c'è intolleranza"

Il Pd: "L'esecutivo ascolti, e su temi così delicati mosstri meno spocchia"


Il Vaticano critica il governo "Sugli immigrati c'è intolleranza"
CITTA' DEL VATICANO - L'Osservatore Romano critica oggi - con parole severe - il "giro di vite" adottato dal governo italiano sui ricongiungimenti degli immigrati e i richiedenti asilo, e allo stesso tempo attacca le politiche europee che prevedono "restrizioni, ostacoli e barriere" all'immigrazione. Lo si legge in un articolo di prima pagina firmato dal responsabile della Caritas italiana don Vittorio Nozza, che scrive: "Intristisce quando, dal mondo politico, arrivano segnali contrari che alimentano un clima di paura e intolleranza". Immediata la reazione del Pd: "L'esecutivo ascolti, e mostri meno spocchia".

Nell'articolo dell'Osservatore, si fa riferimento è al Patto per l'immigrazione e il diritto d'asilo che dovrebbe essere adottato dal vertice europeo dei capi di Stato e di Governo del prossimo 15 ottobre. Parlando sia di questo complesso di norme, sia delle restrizioni italiane sul diritto d'asilo, il numero uno della Caritas sostiene che i principi di accoglienza, tolleranza e convivenza fra i popoli non sono più condivisi, di fronte alla svolta culturale xenofoba in atto.

"Ci si deve interrogare - spiega don Nozza- circa i cambiamenti culturali in atto. E' evidente che il solo appello -pur necessario- ai valori presenti nella cultura istituzionale e nel diritto internazionale (si prenda il caso dell'asilo) non sono più considerati valori comuni.
Esistono più voci, nell'informazione, nella cultura, nelle forze politiche, che spingono a forme più o meno raffinate, di diffidenza, intolleranza, contrasto, violenza". "E' urgente pertanto - prosegue il testo - una rinnovata tensione e azione pedagogica. In quest'ottica deve essere chiaro che quando la Chiesa predica i valori di rispetto della dignità, solidarietà, condivisione tra i popoli, di incontro tra le culture e le religioni non fa battaglie politiche ma precisa solo i presupposti sui quali la politica deve costruire".

Per questo - conclude l'articolo - "intristisce quando, dal mondo politico, arrivano segnali contrari che - per mitigare le frustrazioni di chi vede riflesse nell'altro, nel diverso le proprie insicurezze- alimentano un clima di paura e di intolleranza. Tanto che nella dimensione locale del vivere si accentuano tendenze di chiusura autarchica e di arroccamento sociale".

E poco dopo arriva la reazione del Pd, secondo cui l'esecutivo il governo non può continuare a ignorare gli appelli alla tolleranza arrivati prima dal Vaticano e, oggi, dall'Osservatore romano, A parlare è il ministro ombra dell'Interno, Marco Minniti: "Mi auguro fermamente che questa volta il governo dimostri sensibilità e capacità di ascolto. A tutto ciò non si può continuare a rispondere, come si è fatto finora, con una semplice alzata di spalle. Su temi così delicati e complessi un po' meno di spocchia non guasterebbe".

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