giovedì 26 febbraio 2009

IMPRENDITORI IMMIGRATI IN ITALIA


Lavoro

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Immigrati Imprenditori in Italia
Nel Lazio 17.321 imprese hanno a capo un immigrato, 3249 sono 'rumene'

di Sabina Cuccaro - 25/02/2009

Weldu del ristorante Massawa. Foto di Federico Ridolfi

Roma: quando l'immigrazione produceL'imprenditoria è una vocazione che non ha nazionalità: è quanto emerso dal dossier "Immigrati Imprenditori in Italia" presentato il 24 febbraio a Roma.
Nel Lazio sono 17.321 le imprese con a capo un immigrato, di più sono solo in Lombardia. E la capitale si configura come l'epicentro dell'imprenditoria straniera: ben il 90% delle imprese laziali è concentrato qui, e una parte, seppur piccola, è in mano alle donne.

Non tutti gli immigrati, però, hanno la vocazione imprenditoriale. Le imprese in mano a stranieri, infatti, sono riconducibili a cittadini provenienti da un ristretto numero di Paesi, che detengono più della metà del totale. Il popolo più "produttivo" è quello della Romania con 3.249 imprese, segue il Bangladesh con 2.204 e la Cina (1.635).
Un po' cicala e un po' formica sono gli africani: Marocco, Egitto e Nigeria danno un modesto contributo all'economia capitolina.

Ognuno, poi, ha un settore prediletto: più dediti al commercio (sia al dettaglio che all'ingrosso) sono i marocchini, i cinesi e i bangladesi. Puntano, invece, sulle costruzioni gli europei dell'est: romeni, polacchi, moldavi e albanesi prediligono le lavorazioni edili sia per il modesto know how tecnologico richiesto, sia per la possibilità di acquisire lavori in subappalto dalle grandi ditte.

Più creativi (o meno furbi?) sono gli immigrati originari del Senegal, Serbia e Montenegro, legati ad attività manifatturiere, decisamente meno redditizie.

Il popolo più empatico sembra essere quello egiziano, impegnato in prima persona in attività di sensibilizzazione.

Ovviamente è il centro storico ad attirare la maggior parte delle aziende di immigrati (oltre gli ambulanti): in pratica su sette imprese straniere registrate nella capitale almeno una opera nel I municipio. Appetibile risulta anche l'VIII municipio, per due motivi: è a ridosso del Grande Raccordo Anulare e permette l'affitto di capannoni a prezzi modici. Un quinto degli imprenditori romeni è insediato qui. Il XIII municipio, infine, vede soprattutto iniziative egiziane per la produzione di beni.

Da Libero del 25 febbraio

martedì 24 febbraio 2009

IMMIGRATI = 10% PIL ITALIANO

Il rapporto della Fondazione Ethnoland, realizzato con Caritas, Abi e Unioncamere Le imprese costituite dagli stranieri impiegano il 10% dei lavoratori dipendenti

Dal lavoro degli immigrati un decimo del Pil italiano

Si tratta di oltre 165.000 società, il triplo rispetto al 2003. Trentamila solo in Lombardia I romeni preligono l'edilizia, i marocchini il commercio, i cinesi il settore manifatturiero di ROSARIA AMATO




ROMA
- Pressy, immigrata filippina da vent'anni
in Italia, lavora a ore come colf di mattina poi, insieme al marito, gestisce un call center per immigrati il pomeriggio e, di sera, una pizzeria nel quartiere più animato di vita notturna a Roma, Trastevere. Un esempio di rara industriosità? Non proprio. Le imprese costituite da immigrati in Italia nel giugno del 2008 erano già 165.144. Una ogni 33 registrate nel nostro Paese. Garantiscono occupazione a un decimo dei lavoratori dipendenti, italiani e stranieri, e contribuiscono alla formazione di circa un decimo del prodotto interno lordo. Lo attesta un'indagine della Fondazione Ethnoland, realizzata in collaborazione con la Caritas e con diverse organizzazioni economiche, dall'Abi a Confartigianato e Unioncamere. Uno studio di Unioncamere e dell'Istituto Tagliacarne, infatti, utilizzando dati relativi al 2006, ha accertato che è dovuto agli immigrati il 9,2% del valore aggiunto, corrispondente a una quota di 122 miliardi del Pil. Solo nel 2006 le imprese appartenenti a immigrati hanno assicurato un gettito fiscale pari a 4 miliardi di euro. Nel 2007 era già arrivato a 5,5 miliardi. Senza contare che anche i lavoratori dipendenti stranieri hanno un peso ormai rilevante nella nostra economia: l'Inps ha accertato che gli immigrati assicurano, annualmente, un a

mmontare di 5 miliardi di euro come contributi previdenziali e, al contrario, percepiscono ancora un numero molto limitato di pensioni, essendo per lo più lavoratori giovani. Sono numeri strabilianti per un Paese che solo recentemente ha preso atto di quella che da molti è ancora considerata una realtà economica nascente, però marginale, forse tutto sommato anche un po' folkloristica: quella dell'immigrato imprenditore, accanto al molto più comune vu cumprà e all'esercito di badanti e di clandestini che delinquono.


Invece, nel giro di pochissimi anni, i numeri dell'imprenditoria straniera si sono triplicati: nel 2003 risultavano registrate appena 56.421 imprese guidate da immigrati.

Si va dalle 30.000 aziende in Lombardia alle circa 1000 esistenti nelle regioni più piccole. Ma ci sono regioni, soprattutto meridionali, come la Sardegna, la Sicilia e la Calabria, nelle quali gli immigrati hanno eguagliato il tasso di imprenditorialità degli italiani, mentre in diverse Regioni del Nord e del Centro, tra le quali Piemonte, Emilia Romagna e Toscana, il "pareggio" appare molto vicino. Non bisogna pensare che si tratti solo di negozi di frutta e verdura o di abbigliamento cinese low cost. Il settore più privilegiato dagli imprenditori immigrati è quello dell'industria con 83.578 aziende, circa la metà (50,6%). Prevalgono le aziende edili, 64.549, pari a 4 su 10 di quelle gestite da immigrati, per lo più provenienti dall'Est Europa. Seguono quelle del comparto tessile, abbigliamento e calzature (10.470 aziende) e qui, com'è noto, prevalgono i cinesi. Segue il settore dei servizi, con 77.515 aziende, a prevalenza commerciali. La vocazione imprenditoriale, osservano i curatori del Rapporto, non è distribuita in modo uniforme tra tutte le nazionalità. Appare molto spiccata negli immigrati dal Marocco (sono i titolari del 67,5% delle imprese dedite al commercio) e dalla Romania (più dell'80% dei titolari di aziende edili) mentre la Cina si ripartisce l'industria manufatturiera (46%) e il commercio (44,6%).


Il fenomeno dell'impren

ditoria straniera sfugge ancora al cittadino comune e, circostanza più grave, allo Stato. "Chi si dichiara disponibile all'accoglienza di un'mmigrazione di qualità - osserva Otto Bitijoka, presidente della Fondazione Ethnoland - deve essere aiutato a capire che tale immigrazione si trova già sul posto. Bisogna adoperarsi, perciò, perché gli immigrati contino più come lavoratori, come imprenditori e come cittadini". Oggi, uno straniero che intenda aprire un'impresa è ostacolato da una burocrazia ancora più pesante che per gli italiani, e da costi non indifferenti: per aprire un'attività autonoma, ricorda il Rapporto, sono necessarie un paio di settimane durante le quali bisogna rivolgersi ad almeno nove uffici diversi, con una spesa di 3.587 euro. In Italia, ad aver capito forse prima di altri che gli imprenditori stranieri sono una risorsa sono state le banche: in media 7 imprenditori immigrati su 10 sono clienti degli istituti di credito italiani. Clienti ambiziosi: a spingere un immigrato ad avviare un'impresa è il maggior guadagno, visto che da dipendenti la loro paga è appena il 60% di quella di un italiano. E poi, rileva il rapporto, gli immigrati vogliono "scrollarsi di dosso i pregiudizi dando di sé un'immagine più veritiera".
(24 febbraio 2009)
N
FONTE

lunedì 23 febbraio 2009

Gli immigrati insegnano l’inglese agli italiani

Lunedì 23 Febbraio 2009




di CLAUDIA PAOLETTI
www.ilmessaggero.it

Gli immigrati insegnano l’inglese agli italiani. S’invertono a Cisterna le offerte per favorire l’integrazione sociale. L’associazione di volontariato “Welcome” di Cisterna, fondata nel 2000 da alcuni immigrati di diverse nazionalità e professioni, ha aperto le iscrizioni ad un corso di lingua inglese gratuito rivolto a giovani e meno che cercano una maggiore integrazione con le comunità immigrate, per navigare meglio su internet e sentirsi un po’ più cittadini d’Europa e del mondo. Il corso, organizzato con il patrocinio e contributo del Comune di Cisterna, è rivolto naturalmente anche agli immigrati da poco in Italia, per migliorare le condizione di vita e l'inserimento sociale nel paese ospitante. Le lezioni inizieranno il 27 febbraio e si svolgeranno nella sede dell’associazione Welcome in via Damiano Chiesa, dalle ore 17 alle 19 fino a giugno.
«Cisterna è un territorio di forte immigrazione ma anche di grande accoglienza e apertura nei confronti delle culture diverse – dice il delegato all’associazionismo, Antonio Lucarelli - mentre i più giovani, attraverso la scuola, hanno ormai acquisito gli strumenti per comunicare con esponenti delle diverse etnie che si sono insediati presso di noi, forte è stata la richiesta di nostri cittadini adulti o magari di età piuttosto avanzata, che hanno manifestato questa esigenza. Per lo più si avverte il bisogno di conoscere delle nozioni di lingua inglese che permettano di comunicare su esigenze di vita quotidiana e concreta; ad esempio poter dialogare con il vicino di casa proveniente da un paese straniero, oppure una maggiore autonomia nell’uso consapevole di internet». Per informazioni chiamare il 335.5907383 oppure scrivere a associazione.welcome@gmail.com
FONTE





sabato 21 febbraio 2009

NIGERIAN POLICE IN ITALY FROM NEXT WEEK

Sicurezza, Manganelli a Modena: 'la ricetta è quella partecipata'
Inserito il 20-02-2009 ~ 17:00 da Redazione

Modena - ''La sicurezza partecipata è l'unica ricetta possibile oggi, io la chiamo sicurezza civica''. A dirlo è stato il capo della Polizia, Antonio Manganelli, durante un convegno a Modena sui sistemi di videosorveglianza. ''L'obiettivo della tranquillità sociale - ha spiegato - si può realizzare attraverso la partecipazione del cittadino allo svolgersi della vita sociale. Dobbiamo cercare di fare squadra''.


Manganelli ha sottolineato la necessità di fare squadra tra le varie forze dell'ordine ''nel rispetto ciascuna dei propri ruoli'', mentre non ha mai citato la parola 'ronde' la cui introduzione è prevista nel decreto legge anti-stupri in discussione al Consiglio dei ministri, parlando al contrario di collaborazione con ''associazioni di categoria, di volontariato".
"Pensiamo - ha aggiunto - al campo dell'antiracket'', che da tempo ''viene affrontato in modo forte e deciso dalle associazioni per la lotta contro il racket''.
Infine, sempre riferendosi alla lotta al 'pizzo': ''Il commerciante da solo ha paura, ma quello che si associa, in virtù della collaborazione con il parternariato tra forze di Polizia e associazioni, è più forte''.

Dalla prossima settimana accanto ai poliziotti italiani ci sarà una rappresentanza di colleghi nigeriani, oltre a quelli tunisini, già arrivati in Italia, per svolgere compiti legati all'identificazione dei clandestini. In più, da metà marzo dovrebbe cominciare il pattugliamento delle coste libiche. Ha annunciato Manganelli, nella sua relazione alla Fondazione Marco Biagi.
''L'altro ieri sono stato in Nigeria a completare un accordo importante - ha spiegato - Dalla prossima settimana ci saranno poliziotti nigeriani in Italia che favoriranno l'identificazione, la regolarizzazione o il trasferimento in patria degli irregolari''. Altri dalla Tunisia, ha aggiunto, sono già arrivati per effetto di un accordo simile completato due settimane fa. Inoltre, ha continuato Manganelli, ''speriamo dalla metà di marzo di far partire un pattugliamento misto sottocosta, con la Libia''.

FONTE
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mercoledì 18 febbraio 2009

LAMPEDUSA LAMPEDUSA LAMPEDUSA

RIVOLTA NEL CIE DI LAMPEDUSA, ALMENO 24 FERITI
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Salgono complessivamente a 24 le persone rimaste ferite negli scontri tra extracomunitari e forze dell'ordine e nell'incendio scoppiato nel Cie di Lampedusa. Ventidue, tra poliziotti e carabinieri, hanno riportato contusioni provocate dagli oggetti lanciati dagli extracomunitari o sono rimasti intossicati; due immigrati sono invece ricoverati per le esalazioni del fumo sprigionate dalle fiamme.

L'incendio, completamente domato, ha distrutto almeno il 60% del centro d'accoglienza

La rivolta degli immigrati all'interno del Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa è scoppiata poco prima di mezzogiorno. Tutto è avvenuto al momento della distribuzione dei pasti: un gruppo di tunisini, che ieri aveva cominciato uno sciopero della fame per protestare contro i rimpatri coatti, ha aggredito alcuni connazionali che avevano deciso di pranzare egualmente. Gli agenti di polizia e i carabinieri in servizio all'interno del Centro sono subito intervenuti per calmare gli animi.

A questo punto gli immigrati hanno scaricato la loro rabbia contro gli uomini in divisa, lanciando water, porte sradicate e pezzi di lamierino che hanno ferito alcuni agenti. Le forze dell'ordine, in assetto anti sommossa, hanno risposto facendo anche uso di manganelli e lacrimogeni. Per alcuni minuti all'interno del Centro è regnato il caos: alcuni rivoltosi, secondo la ricostruzione del questore di Agrigento Girolamo di Fazio, avrebbero tentato di fuggire, forzando il cancello d'ingresso. Altri avrebbero appiccato l'incendio che ha distrutto interamente una delle tre palazzine, dando fuoco a materassi, cuscini e altre suppellettili. Il questore ha detto che i responsabili della rivolta, una ventina di tunisini, sono già stati identificati e arrestati.

SINDACO LAMPEDUSA, BERLUSCONI RIMUOVA MARONI
Il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis, dopo gli scontri di questa mattina tra gli immigrati e le forze dell'ordine all'interno del Cie sfociati in un incendio, sollecita 'l'intervento del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e la rimozione immediata del ministro Maroni, responsabile del fallimento totale dell'operazione'. 'Grazie all'opera svolta dal ministro - sostiene De Rubeis -si e' corso il rischio che a Lampedusa potesse accadere una strage sia tra gli immigrati, sia tra le persone che lavorano all'interno del centro e tra la popolazione'.

domenica 15 febbraio 2009

Assalti razzisti a Roma


Assalti razzisti a Roma

feriti cinque romeni

Raid di giovani a volto coperto armati di mazze di legno in un kebab frequentato
da cittadini dell'Est vicino al luogo dove sono stati aggrediti ieri i due fidanzati

Altro agguato ad un immigrato che camminava in via Tuscolana


Assalti razzisti a Roma feriti cinque romeni

Il parco della Caffarella, dove la coppia di ragazzi è stata aggredita

ROMA - Bande aramte di bastoni hanno compiuto due raid razzisti nella Capitale. Nel primo quattro cittadini romeni sono stati feriti, due in modo più serio, all'interno di un locale dove alcuni giovani a volto coperto sono entrati armati di mazze di legno. Un altro immigrato, invece, è stato aggredito e pestato in via Tuscolana.

Il locale assaltato, che si trova nella zona di Porta Furba, sulla via Appia, dista poche centinaia di metri dal luogo dove ieri sera sono stati aggrediti i due fidanzati di 14 e 16 anni e lei è stata stuprata da due uomini dell'Est Europa. Secondo quanto si è appreso, il locale, un kebab turco di via Tarrocceto, è solitamente frequentato da romeni e anche questa sera all'interno vi erano una decina di connazionali dei quattro feriti.

Gli aggressori con il volto coperto da cappellini e passamontagna hanno infranto alcune vetrine sempre usando le stesse mazze di legno. Un raid durato alcuni istanti e poi degli aggressori nessuna traccia. Due dei romeni feriti sono stati medicati dal 118 direttamente sul posto mentre altri due sono stati trasportati all'ospedale San Giovanni per lievi contusioni.

I carabinieri hanno avviato accertamenti: nella stessa zona poco prima si era svolta per le vie del quartiere una manifestazione di Forza Nuova per protestare contro lo stupro avvenuto nel parco della Caffarella.

Poco più tardi in una zona vicina a quella del primo raid un altro rumeno è rimasto ferito e anche lui ha riferito ai soccorritori di essere stato aggredito da 20 persone con passamontagna e armati di mazze mentre passeggiava in strada. L'uomo è stato soccorso dal 118 e trasportato in codice verde al policlinico Casilino per contusioni alle gambe e ai piedi.

(15 febbraio 2009)

fonte

venerdì 6 febbraio 2009

'IL CLANDESTINO,'LA BABYSITTER E L'ONOREVOLE pdl

Oggi nello sportello per immigrati dove presto servizio sono arrivati diversi ‘irregolari e clandestini appena arrivati in Italia. Uno di loro soffriva di tubercolosi contratto durante la sua permanenza in un

centro d’identif

icazione e espulsione. Ha bisogno di cura medica urgente. Lui (il clandestino) e ospita di una zia residente a Roma che lavora come babysitter /colf in una famiglia d’un onorevole (PDL).

Se va in ospedale viene denunciato poi rimpatriato e se resta a casa infetta la zia che passare la tubercolosi alla bambina del onorevole (PDL).

Come mediatore cosa bisogna fare?

Meno male che ancora non tocca ai mediatori culturali di denunciare gli utenti senza permessi di soggiorno.

Arriverà quel giorno; si si.



DIVIETO DI SEGNALAZIONE

NOTIZIA ..DESTRA/PADANEWS..L' INDIANO DI NETTUNO


L’indiano di Nettuno (Roma) si era dato il fuoco da solo perché non aveva un altro modo per farsi la barba.

Tutti i ragazzi italiani accusati non c’entrano ..Tutti innocenti e bravi cittadini!!!!!
Il primo cioè il minorenne era corso per prendere un liquido (acqua o benzina?) per spegnere il rogo.
Il secondo era andato al tabacchi vicino per chiamare la polizia e comprare ance un accendino. Mentre il terzo ragazzo stava vicino il povero Indiano cercando di spegnere il rogo con un bastone e qualche coperta.
La comunità indiana li ringrazia, i loro familiare, difensore e la giustizia italiana.

giovedì 5 febbraio 2009

I medici possono fare la spia....ma devono?

dura l'opposizione: «così gli irregolari non si cureranno per paura»
I medici possono denunciare i clandestini
Il Senato approva l'emendamento della Lega. Il Pd aveva chiesto il voto segreto: «Violazione della Costituzione»
Il leghista Federico Bricolo (Newpress)ROMA - I medici potranno denunciare gli stranieri irregolari. Il Senato ha approvato l'emendamento presentato dalla Lega, primo firmatario il capogruppo Federico Bricolo, che cancella la norma secondo cui il medico non deve denunciare lo straniero clandestino che si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche. Duro attacco dell'opposizione, che aveva chiesto il voto segreto perché l'emendamento, secondo Giovanni Procacci (Pd), «è in palese violazione della Costituzione». Il presidente del Senato Schifani ha respinto la richiesta e si è proceduto con il voto elettronico: i sì sono stati 156, 132 i no, un astenuto.
«MEDICI RIDOTTI A DELATORI» - Prima del voto l'opposizione si era appellata al buonsenso per non introdurre una norma che «riduce il medico a fare il delatore», costringendo i clandestini a «non farsi curare per paura». Il senatore Daniele Bosone ha detto che questa norma «straccia il codice deontologico dei medici» e si corre «il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi a essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico». Il rischio, aggiunge Bosone, è che «clandestini con malattie che portano dal loro paese non si facciano curare» con conseguenze per la stessa sanità pubblica. Secondo Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, è stato «valicato il passo che distingue il rigore della legge dalla persecuzione». Duro anche il presidente dei senatori dell'Udc Gianpiero D'Alia: «Con il voto di mercoledì il Parlamento ha voluto dire che un governo non deve essere né cattivo, come dice Maroni, né buono, ma semplicemente giusto. Questo è lo stato di diritto, oggi siamo alla barbarie».
SCHIFANI - A difendere l'emendamento è stato il presidente del Senato Renato Schifani rispondendo proprio alle critiche dell'opposizione e motivando così il no alla richiesta di voto segreto: se la norma «violasse o impedisse la possibilità di accedere al servizio sanitario nazionale - ha spiegato -, allora sarebbe un mancato rispetto della persona umana, ma questa norma non impedisce allo straniero di presentarsi presso le strutture del sistema sanitario nazionale».
IL TESTO UNICO - L'emendamento al ddl sicurezza approvato da Palazzo Madama sopprime il comma 5 dell'articolo 35 del decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286, ossia il Testo unico di disciplina dell'immigrazione. L'articolo in questione recita: «L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano».
CGIL: DISOBBEDIENZA CIVILE - Fortemente contraria la Cgil, che valuterà «quali siano le iniziative più efficaci per scongiurare l'applicazione della norma, prime tra tutte la disobbedienza civile e l'obiezione di coscienza», come spiegato da Carlo Podda, segretario generale Funzione pubblica Cgil. «L'emendamento - ha aggiunto - rappresenta il degrado culturale, valoriale e politico che attraversa la maggioranza di centrodestra sul tema dell'immigrazione. Rappresenta, inoltre, una grave lesione del principio di universalità del diritto alla salute».
MEDICI SENZA FRONTIERE - Durissimo il commento di Medici senza Frontiere, secondo cui in questo modo viene minato il diritto alla salute. «Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile - dice Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia -. Una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano, indipendentemente da ogni altra considerazione». Un provvedimento che «creerà nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa marginalizzazione sanitaria di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio». MSF, promotrice insieme a SIMM, ASGI e OISG della campagna «Siamo medici e infermieri - Non siamo spie», ha fatto appello alla Camera dei deputati perché riveda la posizione assunta dal Senato sul comma 5. Anche i medici cattolici italiani si dicono contrari all'emendamento: «È una cosa molto grave - dice Vincenzo Saraceni, presidente dell'Associazione medici cattolici italiani - perché un conto è denunciare un criminale, un conto un clandestino. Mi auguro che i medici non ricorrano a questa possibilità. La speranza è che in sede parlamentare ci siano modifiche a una norma ingiusta».
L'ARTICOLO "ANTI-CLANDESTINI" - L'articolo 39 del ddl sicurezza - che include anche la norma sui medici - prevede inoltre il carcere fino a quattro anni per i clandestini che restano in Italia nonostante l'espulsione e fissa tra gli 80 e i 200 euro la tassa sul permesso di soggiorno. L'articolo è passato con voto segreto: 154 i sì, 135 no e un astenuto. Sì del Senato anche all'Accordo di integrazione per gli immigrati, ovvero il permesso di soggiorno "a punti". La norma, introdotta nel ddl sicurezza dalla Lega, viene però modificata con un emendamento del governo. Le modalità e il meccanismo saranno decise da un regolamento entro sei mesi dall'approvazione del disegno di legge. Il permesso di soggiorno sarà articolato per crediti (secondo lo stesso meccanismo della patente a punti) e in caso di azzeramento lo straniero verrà espulso. La proposta della Lega stabiliva una concessione di 10 punti iniziali con decurtazione in caso di violazione delle leggi, di non conoscenza della lingua e per non aver raggiunto un buon livello di integrazione sociale. Ora le modalità vengono invece delegate all'esecutivo.
RONDE DEI CITTADINI - Sempre nell'ambito del ddl sulla sicurezza, il Senato ha approvato l'articolo 46 che introduce le ronde dei cittadini, che dovranno essere armate. Gli enti locali potranno avvalersi della collaborazione di «associazioni volontarie di cittadini», si legge, per la segnalazione di «eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero di situazioni di disagio sociale agli organi di polizia locale e alle forze di polizia». Grazie all’approvazione di un emendamento del Pd, appoggiato dal governo e dal relatore, viene specificato che non dovranno essere armate e che non potranno «cooperare all'attività di presidio del territorio», come invece prevedeva il testo licenziato dalla Commissione.
REGISTRAZIONE SENZATETTO - L'articolo 44, anch'esso approvato, indica infine che i senzatetto devono essere schedati in un apposito registro. La schedatura avverrà entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge. In mattinata il Senato ha votato tutti gli articoli del ddl sicurezza.

lunedì 2 febbraio 2009

Cattivi contro i clandestini

«stupri in diminuzione, Non bisogna confondere le emozioni con il fenomeno»
Maroni: «Cattivi contro i clandestini»
Il ministro degli Interni risponde a Pisanu: «Non bisogna essere buonisti, ma determinati». Pd: «Parole pericolose»
Il ministro Maroni ad Avellino (Emmevì)ROMA - «Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi, determinati, per affermare il rigore della legge». Lo ha detto il ministro degli Interni Roberto Maroni intervenendo ad Avellino alla manifestazione «Governincontra». Maroni ha inteso così rispondere «a chi in questi giorni - ha ricordato - ci ha accusato di fare discorsi da osteria padana».
RISPOSTA A PISANU - Le parole del ministro suonano come una risposta a quelle dell'ex titolare del Viminale, che in un'intervista al Corriere della Sera ha parlato di immigrazione attaccando la Lega: «È un fenomeno che orienterà i processi economici e sociali dell'Europa per un secolo, non lo si può affrontare con l'orecchio teso alle voci delle osterie della Bassa padana. Esiste un clima emotivo che eccita gli istinti più bassi ed esistono fatti inaccettabili, le violenze, gli stupri che lo alimentano. Ma la tolleranza zero è uno slogan fortunato che non vuol dire nulla». Secondo l'ex ministro, l'Italia dovrebbe accogliere 200-300mila immigrati all'anno. «In Italia non esiste una politica dell'immigrazione - aggiunge -, il Parlamento non via ha mai dedicato una seduta, si è limitato a piccoli provvedimenti sulla spinta di fatti che avevano scosso l'opinione pubblica e la responsabilità della Lega non può essere nascosta». Pisanu, interpellato dopo le dichiarazioni del collega di maggioranza, si è limitato a dire: «Si commenta da solo».
PD: «PAROLE PERICOLOSE» - Parole che il Pd definisce «pericolose. «Per affermare il rigore della legge non bisogna essere né buoni né cattivi, bisogna esser seri dando alle forze dell'ordine gli strumenti necessari e cessando la propaganda - dice il portavoce Andrea Orlando -. Di questi giorni in cui la cattiveria non manca, pensiamo al tragico episodio di Nettuno, dal ministro Maroni ci aspettiamo più misura nell'utilizzo di parole che possono essere pericolose. In una sola giornata esponenti della maggioranza come Maroni e Pisanu hanno detto cose opposte: è un altro segnale di divisione su un argomento di grande importanza».
FERRERO: «RAZZISMO» - Con Pisanu si schiera il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, secondo cui l'ex ministro fa bene a denunciare «gli atti di razzismo che continuano a verificarsi nel nostro paese, ma il problema che non vede è che non si può tollerare e accettare che sia un ministro dell'Interno a professarsi apertamente razzista e xenofobo». Secondo Ferrero, »Pisanu si rende conto che le posizioni più razziste e xenofobe stanno prendendo sempre più piede nella sua coalizione. Razzismo e xenofobia sono arrivate ai vertici massimi delle istituzioni».
«STUPRI IN CALO» - Ad Avellino Maroni ha anche affrontato l'argomento degli stupri, sottolineando che il fenomeno è in calo: «Non confondere le emozioni con il fenomeno: i reati e anche quelli a sfondo sessuale sono in calo. In pochissimo tempo i risultati ci sono stati: non c'è oggi un'emergenza sicurezza. Nel 2008 rispetto al 2007 sono diminuiti i reati dell'11 per cento, del 12 per cento sono diminuite le rapine. È diminuito anche il numero di reati contro le donne, di violenza sessuale, del 9 per cento. Se ne fa un gran parlare a causa di episodi terribili, ma non confondiamo l'indignazione e l'emozione». Maroni ha sottolineato che sul tema della sicurezza vanno messe da parte le polemiche: «È interesse di tutti, destra e sinistra, affrontare il tema della sicurezza come un obiettivo comune. Purtroppo sento ancora polemiche che non servono e che portano all'allarmismo».
FEDERALISMO - Infine Maroni ha parlato del federalismo, augurandosi che finiscano le divisioni tra Nord e Sud: «Dobbiamo finirla di dividerci, dobbiamo invece ritrovarci. Il federalismo fiscale è una sfida vera e importante di cui non bisogna avere paura. Non è una fregatura per nessuno, è una riforma importante».
02 febbraio 2009
Repubblica on line

domenica 1 febbraio 2009

Violenza sessuale

ROMA - Altri due casi di violenza sessuale. A Vittoria, in provincia di Ragusa, la vittima è una giovane romena stuprata da tre maghrebini. A Bolsena, nel Viterbese, una cittadina cilena è stata violentata, malmenata e minacciata con un martello dall'ex convivente italiano. A Vittoria, all'uscita di un ritrovo in contrada Macconi, tre uomini, due dei quali armati di pistola, hanno aggredito una coppia romena. Uno dei tre ha rubato soldi e telefonini e subito dopo gli altri due hanno sequestrato la donna, 24 anni, portandola via su una moto, conducendola in un casolare di campagna dove, secondo la denuncia della vittima, avrebbero abusato di lei. E' stato il marito della giovane, liberato una decina di minuti dopo che tutti si erano dileguati, a lanciare l'allarme chiamando la polizia. La donna è stata trovata all'alba dai poliziotti nella periferia di Vittoria. A Bolsena un italiano di 39 anni, è stato arrestato dai carabinieri per aver violentato la ex convivente, 34 anni. L'uomo è accusato di aver costretto la donna ad avere rapporti sessuali, picchiandola e minacciandola con un martello. I due si erano conosciuti circa quattro anni fa, quando lei era appena giunta in Italia dal Cile. Per andare a vivere con lei, l'uomo aveva lasciato la moglie e tre figli piccoli. Dopo circa tre anni e mezzo, la donna, a causa dei continui dissapori, lo aveva lasciato per andare a vivere con un'amica a Viterbo. L'uomo, nel frattempo rimasto senza lavoro, pochi giorni fa ha contattato la vittima chiedendole di trascorrere un periodo insieme e verificare la possibilità di riprendere la convivenza. La cilena ha accettato l'invito. La notte scorsa, secondo quanto raccontato dalla donna ai carabinieri, al suo rifiuto di avere un rapporto sessuale, lui l'ha prima minacciata con un martello, poi l'ha picchiata con pugni e calci e, infine, l'ha stuprata. Nonostante fosse ferita, la donna è riuscita a fuggire e a recarsi a piedi nella caserma dei carabinieri, che l'hanno accompagnata all'ospedale di Acquapendente. Ha lesioni al volto, al torace e agli arti inferiori, guaribili in 10-12 giorni.
Repubblica on line

TRAFFICO DI ORGANI

Milano, tra i ragazzini stranieri che si prostituiscono dopo l'allarme sul traffico d'organiIl racconto di Igor, dodici anni: "Mi hanno offerto duemila euro, ma io avevo paura"
Nell'inferno dei bambini fantasma"Volevano un mio rene, ho detto no"
dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO
Un ragazzino con un cliente in via Trebbia a Milano
SORISOLE (Bergamo) - "Duecento euro al mese? Padre, voi siete matto. Io duecento euro li guadagno in una notte". Igor, 12 anni, moldavo, da un anno in Italia, fa avanti e indietro, dalle stradine di Milano intorno a via Trebbia, nei pressi di piazzale Trento, dove si prostituisce, ai centri di accoglienza per minori extracomunitari non accompagnati della Lombardia. L'ultimo del quale è stato ospite è quello di Sorisole alle porte di Bergamo, il centro Don Milani diretto da don Fausto Resmini, sacerdote, da anni impegnato nell'impossibile recupero di questi ragazzi senza patria e senza famiglia che finiscono in mano a bande di sfruttatori. E come tutti gli altri che sono passati dal centro di Sorisole, anche Igor, dopo un breve incontro con don Fausto, si fa una doccia, consuma un pasto e poi via, torna a Milano dal suo datore di lavoro, un romeno che gestisce un vero e proprio racket di minori. Igor è, come altri suoi coetanei, molto richiesto da una clientela infame. Gente insospettabile, di tutte le categorie. Di molti di questi bambini stranieri spesso non si sa più nulla. "Alcuni miei compagni che erano fuggiti con me - racconta Igor - non li vedo più da tempo. A me avevano offerto 2000 euro per un rene, ma io ho rifiutato, ho paura. So di qualcuno, invece, che avrebbe accettato. Uno è stato portato via una coppia di persone che sembravano per bene: in cambio di un rene gli hanno promesso un futuro, una casa, e lui è andato". Così Igor torna in pista, al lavoro. In strada ci scende solo quando è a corto di clienti, quasi sempre il contatto avviene direttamente tra loro ed il suo sfruttatore che fissa gli appuntamenti e la tariffa, mai sotto i 50 euro. "Io non posso fare nulla - dice rassegnato don Fausto - questi ragazzini è come se avessero 18 anni, ragionano da grandi, hanno le idee molto chiare e pur essendo consapevoli di essere in mano a sfruttatori, continuano a cercarli nella speranza che prima o poi possano sganciarsi dal giro e lavorare in proprio. Ancora più triste è il fatto che anche i loro familiari, in Romania, in Moldavia, pur sapendo che vita fanno, li incoraggiano a rimanere in Italia. Sono stato testimone di molte conversazioni telefoniche tra questi ragazzi e le loro madri. E quando dico loro che qui potrebbero studiare, ottenere il permesso di soggiorno, un lavoro ed anche un piccolo mensile di 150-200 euro al mese, mi ridono in faccia e vanno via subito. Sono ragazzini molto decisi che hanno soltanto due obiettivi da raggiungere: soldi e vestiti griffati".
Rintracciare Igor e quelli del suo giro non è stato semplice ma alla fine, dopo giorni di attesa, un contatto ci dirotta verso via Trebbia dove poco dopo le 2 di notte cominciano a girare ragazzini, adulti, omosessuali e trans. Un popolo di disperati. Individuiamo Igor quando il ragazzino scende da una Fiat Punto con a bordo una coppia con la quale si era allontanato qualche ora prima. "Anche se sei un poliziotto non puoi fare nulla perché io sono minorenne, al massimo puoi portarmi in un centro di accoglienza per minori, perché io ho 12 anni". Quando spieghiamo che non siamo poliziotti, Igor comincia a parlare. "Io prendo 50 euro, per fare "maniglia" (masturbazione, ndr) per altro un po' di più". Poi racconta la sua storia, simile a quella di centinaia di bambini clandestini che poi diventano fantasmi. "Sono arrivato un anno fa dalla Moldavia, con altri amici della mia stessa età. Avevamo un contatto, altri amici che erano arrivati a Milano prima di noi e che ci hanno affidati a un romeno. L'accordo è che lavoriamo per lui per qualche tempo, poi ci mettiamo in proprio e così cominciamo a guadagnare e ad inviare soldi anche a casa". Igor è ancora "sotto padrone". L'uomo che gestisce il racket preleva tutti gli incassi e gli dà soltanto da dormire e da mangiare. "Ma sono sicuro che molto presto mi lascerà andare e farò per conto mio, così come hanno già fatto altri ragazzi arrivati qui prima di me". In quella via del sesso a pagamento, ma anche in piazza Trento, piazzale Lotto e nei pressi del mercato ortofrutticolo e del pesce, non c'è concorrenza tra questi disperati. "Ognuno ha i suoi clienti che hanno gusti diversi e quindi - racconta Igor - non c'è nessun problema tra noi. Anzi ci proteggiamo a vicenda. Chi resta in strada prende sempre il numero di targa del cliente che va via con uno di noi, perché non si sa mai quel che può accadere...". E che tra questi disgraziati ci sia tanta solidarietà lo testimonia il capannello che piano piano comincia a formarsi attorno a noi. Qualcuno minaccia: "Non vi azzardate a fare fotografie perché vi massacriamo". Poi, una volta rassicurati, anche loro iniziano a raccontare. "Molti dei nostri connazionali, ragazzi come me - afferma uno che dall'aspetto dimostra 13-14 anni e che dice di essere marocchino e di chiamarsi Hamed - spacciano, rubano e fanno anche rapine. Noi, invece, abbiamo scelto di fare questo lavoro, non diamo fastidio a nessuno, accontentiamo i clienti che ci pagano anche bene. A volte con un solo cliente, quando vuole cose particolari, riusciamo a guadagnare quanto guadagneremmo con cinque o sei incontri". Poi cominciano ad allargarsi un po' e fanno a gara per rivelare i nomi di clienti importanti. "Avete presente quel tizio che si vede in televisione e che fa.... Bene quello viene sempre. Ma ce ne sono tanti altri che neanche vi immaginate...". Poi il nostro contatto, sottovoce, ci consiglia di andare via: "Tra poco arriveranno altri, alcuni sono scoppiati, schizzati proprio e potrebbe accadere qualcosa di spiacevole". Lasciamo quel mercato di bambini fantasma. Qualcuno tenta di ribellarsi e, come testimonia una telefonata intercettata dal nucleo investigativo telematico di Siracusa, sul cellulare di un pedofilo, chiede aiuto: "Mamma dì a Fanel - dice un bambino alla madre chiedendo di fare intervenire il fratello che vive in Romania - che venga in Italia ad aiutarmi. Non ne posso più, Pepe (lo sfruttatore ndr) mi picchia tutte le sere e mi prende tutti i soldi che guadagno. Fa qualcosa mamma..."
(1 febbraio 2009)
REPUBBLICA ON LINE

Continui atti di violenza

L'uomo, un indiano di 35 anni, era solito dormire nell'atrio della stazioneAlcune persone l'hanno pestato e gli hanno dato fuoco. Adesso è ricoverato
Nettuno, immigrato picchiato e bruciato"E' un'aggressione razzista premeditata"
Veltroni: "Questi episodi sono frutto di un clima di odio creato ad arte"Alemanno: "Non possono esserci alibi per ritorsioni xenofobe"

ANZIO (Roma) - C'è il razzismo dietro l'aggressione a un immigrato indiano di 35 anni che è stato picchiato e dato alle fiamme, alle 4 di questa notte, nell'atrio della stazione ferroviaria di Nettuno, in provincia di Roma. L'uomo, che è ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale sant'Eugenio di Roma, era solito dormire nell'atrio della stazione. Gli aggressori sono arrivati portandosi dietro una bottiglia di liquido infiammabile: prima hanno selvaggiamente picchiato l'uomo che stava dormendo poi lo hanno cosparso di benzina e hanno appiccato il fuoco. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, il raid è stato compiuto da due o più persone. Il gesto, sottolinea un investigatore, ha una matrice razzista ed è stato premeditato e studiato nei minimi particolari. Quando sono arrivati i carabinieri hanno trovato l'indiano ancora con gli abiti in fiamme, le gambe già completamente ustionate. L'uomo è riuscito a dire pochissime parole poi ha perso i sensi per il dolore. Portato d'urgenza all'ospedale di Anzio è stato trasferito per le gravissime ustioni subite al Sant'Eugenio di Roma nel reparto ustionati. Il sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta (Pd) parla di "gesto gravissimo" ed esprime la condanna "di tutta la città". L'associazione multiculturale Soweto e altre organizzazioni della zona hanno subito convocato, via sms e con il passaparola, un sit-in davanti al Municipio. Per il leader del Pd Walter Veltroni, "episodi di intolleranza criminale come questo sono il frutto di predicazioni xenofobe, di un clima creato ad arte di odio e di paura". "Quello che è successo a Nettuno è gravissimo e suscita in me, come nella stragrande maggioranza degli italiani, rabbia e indignazione. Esprimiamo solidarietà al giovane indiano selvaggiamente picchiato e bruciato e chiediamo che i responsabili di questo crimine siano assicurati al più presto alla giustizia", aggiunge il segretario del Partito democratico.
"Rabbia e dolore" anche in una nota diffusa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Se qualcuno pensa che i recenti fatti di violenza, che hanno visto come presunti colpevoli delle persone immigrate, possano essere un alibi per ritorsioni xenofobe, si sbaglia di grosso. A nessuno è consentito farsi giustizia con le proprie mani e tanto meno strumentalizzare politicamente il dolore delle donne che sono state violentate nei giorni scorsi", afferma il primo cittadino della capitale.
Inviato da og09 il 01 febbraio 2009 alle 16:04
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