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martedì 21 aprile 2009

ITALIANI E I COLTELLI

Coltelli in tasca e pronti alla rissa
presi giovani della "Roma bene"

Due minorenni sono stati denunciati dalla polizia a Roma perchè sorpresi con altri coetanei pronti a fronteggiarsi armati di coltelli in via del Corso.

Nel pomeriggio di sabato, in pieno orario di shopping, i Falchi della VI Sezione Contrasto al Crimine Diffuso, diretta dal Tommaso Niglio, hanno notato in via del Corso due gruppi di giovani in procinto di fronteggiarsi. Alla vista degli agenti, i ragazzi, tutti minorenni, si sono dispersi nelle strade del centro storico.

Al termine di un breve inseguimento i poliziotti hanno fermato tre appartenenti a uno dei due gruppi. Uno dei ragazzi è stato trovato in possesso di un coltello di 21 cm. Al termine degli accertamenti, due minorenni, uno di 16 e uno di 17 anni, entrambi incensurati e provenienti da famiglie di professionisti, sono stati denunciati in stato di liberta'
(20 aprile 2009)
FONTE

domenica 1 febbraio 2009

TRAFFICO DI ORGANI

Milano, tra i ragazzini stranieri che si prostituiscono dopo l'allarme sul traffico d'organiIl racconto di Igor, dodici anni: "Mi hanno offerto duemila euro, ma io avevo paura"
Nell'inferno dei bambini fantasma"Volevano un mio rene, ho detto no"
dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO
Un ragazzino con un cliente in via Trebbia a Milano
SORISOLE (Bergamo) - "Duecento euro al mese? Padre, voi siete matto. Io duecento euro li guadagno in una notte". Igor, 12 anni, moldavo, da un anno in Italia, fa avanti e indietro, dalle stradine di Milano intorno a via Trebbia, nei pressi di piazzale Trento, dove si prostituisce, ai centri di accoglienza per minori extracomunitari non accompagnati della Lombardia. L'ultimo del quale è stato ospite è quello di Sorisole alle porte di Bergamo, il centro Don Milani diretto da don Fausto Resmini, sacerdote, da anni impegnato nell'impossibile recupero di questi ragazzi senza patria e senza famiglia che finiscono in mano a bande di sfruttatori. E come tutti gli altri che sono passati dal centro di Sorisole, anche Igor, dopo un breve incontro con don Fausto, si fa una doccia, consuma un pasto e poi via, torna a Milano dal suo datore di lavoro, un romeno che gestisce un vero e proprio racket di minori. Igor è, come altri suoi coetanei, molto richiesto da una clientela infame. Gente insospettabile, di tutte le categorie. Di molti di questi bambini stranieri spesso non si sa più nulla. "Alcuni miei compagni che erano fuggiti con me - racconta Igor - non li vedo più da tempo. A me avevano offerto 2000 euro per un rene, ma io ho rifiutato, ho paura. So di qualcuno, invece, che avrebbe accettato. Uno è stato portato via una coppia di persone che sembravano per bene: in cambio di un rene gli hanno promesso un futuro, una casa, e lui è andato". Così Igor torna in pista, al lavoro. In strada ci scende solo quando è a corto di clienti, quasi sempre il contatto avviene direttamente tra loro ed il suo sfruttatore che fissa gli appuntamenti e la tariffa, mai sotto i 50 euro. "Io non posso fare nulla - dice rassegnato don Fausto - questi ragazzini è come se avessero 18 anni, ragionano da grandi, hanno le idee molto chiare e pur essendo consapevoli di essere in mano a sfruttatori, continuano a cercarli nella speranza che prima o poi possano sganciarsi dal giro e lavorare in proprio. Ancora più triste è il fatto che anche i loro familiari, in Romania, in Moldavia, pur sapendo che vita fanno, li incoraggiano a rimanere in Italia. Sono stato testimone di molte conversazioni telefoniche tra questi ragazzi e le loro madri. E quando dico loro che qui potrebbero studiare, ottenere il permesso di soggiorno, un lavoro ed anche un piccolo mensile di 150-200 euro al mese, mi ridono in faccia e vanno via subito. Sono ragazzini molto decisi che hanno soltanto due obiettivi da raggiungere: soldi e vestiti griffati".
Rintracciare Igor e quelli del suo giro non è stato semplice ma alla fine, dopo giorni di attesa, un contatto ci dirotta verso via Trebbia dove poco dopo le 2 di notte cominciano a girare ragazzini, adulti, omosessuali e trans. Un popolo di disperati. Individuiamo Igor quando il ragazzino scende da una Fiat Punto con a bordo una coppia con la quale si era allontanato qualche ora prima. "Anche se sei un poliziotto non puoi fare nulla perché io sono minorenne, al massimo puoi portarmi in un centro di accoglienza per minori, perché io ho 12 anni". Quando spieghiamo che non siamo poliziotti, Igor comincia a parlare. "Io prendo 50 euro, per fare "maniglia" (masturbazione, ndr) per altro un po' di più". Poi racconta la sua storia, simile a quella di centinaia di bambini clandestini che poi diventano fantasmi. "Sono arrivato un anno fa dalla Moldavia, con altri amici della mia stessa età. Avevamo un contatto, altri amici che erano arrivati a Milano prima di noi e che ci hanno affidati a un romeno. L'accordo è che lavoriamo per lui per qualche tempo, poi ci mettiamo in proprio e così cominciamo a guadagnare e ad inviare soldi anche a casa". Igor è ancora "sotto padrone". L'uomo che gestisce il racket preleva tutti gli incassi e gli dà soltanto da dormire e da mangiare. "Ma sono sicuro che molto presto mi lascerà andare e farò per conto mio, così come hanno già fatto altri ragazzi arrivati qui prima di me". In quella via del sesso a pagamento, ma anche in piazza Trento, piazzale Lotto e nei pressi del mercato ortofrutticolo e del pesce, non c'è concorrenza tra questi disperati. "Ognuno ha i suoi clienti che hanno gusti diversi e quindi - racconta Igor - non c'è nessun problema tra noi. Anzi ci proteggiamo a vicenda. Chi resta in strada prende sempre il numero di targa del cliente che va via con uno di noi, perché non si sa mai quel che può accadere...". E che tra questi disgraziati ci sia tanta solidarietà lo testimonia il capannello che piano piano comincia a formarsi attorno a noi. Qualcuno minaccia: "Non vi azzardate a fare fotografie perché vi massacriamo". Poi, una volta rassicurati, anche loro iniziano a raccontare. "Molti dei nostri connazionali, ragazzi come me - afferma uno che dall'aspetto dimostra 13-14 anni e che dice di essere marocchino e di chiamarsi Hamed - spacciano, rubano e fanno anche rapine. Noi, invece, abbiamo scelto di fare questo lavoro, non diamo fastidio a nessuno, accontentiamo i clienti che ci pagano anche bene. A volte con un solo cliente, quando vuole cose particolari, riusciamo a guadagnare quanto guadagneremmo con cinque o sei incontri". Poi cominciano ad allargarsi un po' e fanno a gara per rivelare i nomi di clienti importanti. "Avete presente quel tizio che si vede in televisione e che fa.... Bene quello viene sempre. Ma ce ne sono tanti altri che neanche vi immaginate...". Poi il nostro contatto, sottovoce, ci consiglia di andare via: "Tra poco arriveranno altri, alcuni sono scoppiati, schizzati proprio e potrebbe accadere qualcosa di spiacevole". Lasciamo quel mercato di bambini fantasma. Qualcuno tenta di ribellarsi e, come testimonia una telefonata intercettata dal nucleo investigativo telematico di Siracusa, sul cellulare di un pedofilo, chiede aiuto: "Mamma dì a Fanel - dice un bambino alla madre chiedendo di fare intervenire il fratello che vive in Romania - che venga in Italia ad aiutarmi. Non ne posso più, Pepe (lo sfruttatore ndr) mi picchia tutte le sere e mi prende tutti i soldi che guadagno. Fa qualcosa mamma..."
(1 febbraio 2009)
REPUBBLICA ON LINE

venerdì 21 novembre 2008

Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza

L'UNICEF sulla Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza

Logo UNICEF

Dichiarazione del Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora

Roma, 20 novembre 2008 - «Le celebrazioni di oggi sono un'occasione importante sotto il profilo morale e politico.

È necessario, quando si parla di bambini, superare ogni forma di retorica e garantire che la Convenzione sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza orienti in modo coerente le scelte concrete delle Istituzioni e di tutti coloro che operano a favore dell'infanzia.

Apprezziamo il richiamo del Presidente della Camera Gianfranco Fini per una riflessione condivisa sul concetto di cittadinanza nel XXI secolo.

È fondamentale ripensare a un modello di convivenza adatta al nostro Paese per il quale siamo favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana per tutti quei bambini che si stanno integrando nella nostra società.

Permane l'urgenza di approvare un Piano nazionale dell'infanzia, che manca nel nostro Paese dal 2004 e che sia dotato anche delle risorse finanziarie adeguate.

Abbiamo accolto con piacere l'approvazione del Disegno di Legge proposto dal Ministro Carfagna sull'istituzione del Garante nazionale per l'infanzia. Ci riserviamo di verificarne con precisione i contenuti e auspichiamo sin d'ora che possa essere individuata una figura di alto profilo indipendente ed autonoma.

È importante anche ricordare che la Convenzione del 1989 è davvero per tutti i bambini del mondo. Pertanto l'impegno del nostro Paese a livello internazionale deve continuare a essere prioritario.

A tal proposito ci preoccupano enormemente i tagli previsti alla cooperazione italiana, che porterebbero a un terzo i fondi disponibili nel 2009 rispetto all'anno in corso. La crisi economica del nostro Paese non può essere pagata dai bambini.

L'impegno deve essere costante e concreto e sono certo che in modo particolare con la Presidente Mussolini e la Commissione parlamentare per l'infanzia potrà continuare uno stretto rapporto di collaborazione per l'esclusivo benessere di tutti i bambini.»

mercoledì 17 settembre 2008

Berlusconi: il razzismo non c'entra


Ucciso a sprangate al grido di "Negro di merda"

Ucciso a sprangate al grido di "Negro di merda"

di Michele Bono

MILANO - Abdul Salam Guibre, 19enne italiano originario del Burkina Faso, muore ucciso a sprangate per mano di due uomini, padre e figlio, che in seguito ad un furto di un pacco di biscotti nel loro chiosco ambulante, roventi d'ira razzista, mentre urlano frasi ingiuriose contro il ragazzo, lo massacrano a randellate.

Gli agenti di polizia accorsi sul fatto del delitto dichiarano a cuor leggero che "nonostante gli insulti l'omicidio non ha nulla a che fare con il razzismo". Certo, perché anche se il taccheggiatore fosse stato italiano, avrebbe fatto la stessa fine. Massacrato a sprangate. Giusto Così.

La Lega, con una coda di paglia in fiamme che brucia le natiche dei suoi esponenti intransigenti, quelli dalla tolleranza zero in stile Giancarlo Gentilini, sindaco di Treviso, che saluta col braccio teso fascista la sua platea di dementi, butta le mani avanti e dichiara che tutte le polemiche che sorgeranno non sono altro che semplice strumentalizzazione politica.


Già…strumentalizzazione. Una parola che indica la manomissione della verità per scopi secondari che si allontanano dalla realtà dei fatti. Quale sarebbe, allora, il motivo celato dietro al rovesciamento di una verità tanto palese? Mettere in difficoltà la propaganda autoreferenziale del partito del nord? Attribuirgli un omicidio a sfondo politico?

Forse. Ma la verità è che un ragazzo di colore è morto per aver rubato un pacco di biscotti mentre i suoi sicari inveivano contro il suo colore della pelle. "Negro di merda" dicevano, mentre la sua testa veniva fracassata a colpi di razzismo, che poi, secondo la polizia, razzismo non è. Cos'è allora? Giustizia sociale? Divina? Politica?

La vignetta di Molly Bezz



Semplicemente la giustizia di un paese soffocato dalla propaganda, essa sì strumentalizzata, di chi invoca un problema sicurezza legato all'immigrazione clandestina che individua nel diverso il virus da debellare per poter finalmente tornare alla prosperità economica. Come se lo straniero fosse delinquente in quanto straniero, un malvagio fine a se stesso de-storicizzato che verrebbe in Italia per mettere in pratica il male gratuito.

Giustizia, invece, secondo gli antichi, secondo la tradizione platonica, è la virtù secondo la quale ognuno, all'interno dello Stato di appartenenza, svolge il compito che più gli è proprio. Secondo questo principio, quindi, la morte di Abdul Salam Guibre è giusta.

Il ragazzo stava rubando, cosa che è propria solo degli extra-comunitari; gli italiani che lo hanno ammazzato come un cane stavano difendendo la loro proprietà privata, atteggiamento degno del miglior capitalismo occidentale; i poliziotti che sono accorsi per accertare le cause del delitto hanno asservito il padrone politico di turno rilasciando dichiarazioni neutro, come si fa nelle migliori dittature mediatiche; i politici che hanno sprecato tante parole per un fatto di cui non gliene frega nulla hanno assolto al loro compito di retori, come la peggiore propaganda di destra e di sinistra insegna da decenni.

http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=1205:ucciso-a-sprangate-al-grido-di-negro-di-merda&catid=106:congresso-prc&Itemid=312

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Ragazzo ucciso. Berlusconi: il razzismo non c'entra

Il Viminale me lo ha assicurato: non c'è movente xenofobo

postato 1 giorno fa

ARTICOLI A TEMA

Roma, 15 set. (Apcom) - La vicenda che ha visto uccidere un ragazzo di colore a Milano non è da legare a episodi di xenofobia o di razzismo. Lo ha riferito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della registrazione della prima puntata di Porta a porta. "Ho parlato con i responsabili del ministero dell'interno - ha spiegato - e mi hanno espresso che nella vicenda il razzismo non c'entra nulla".

Il premier ha spiegato che gli autori dell'omicidio, padre e figlio venditori ambulanti, non hanno agito "con un movente xenofobo", ma avrebbero reagito così dopo esser stati oggetto di numerosi vessazioni e tentativi di rapine anche da parte di immigrati.

http://notizie.alice.it/notizie/top_news/2008/09_settembre/15/ragazzo_ucciso_berlusconi_il_razzismo_non_c_entra,16072644.html?pmk=rss

domenica 7 settembre 2008

non accettare sms dagli sconosciuti

Minori

05.09.2008

'Dite ai vostri figli di non accettare sms dagli sconosciuti'

Dal 5 settembre due spot televisivi ed un messaggio radiofonico per sensibilizzare le famiglie alla prevenzione della pedofilia e della pedopornografia via cellulare. Milly Carlucci testimonial della campagna

Maurizio Masciopinto e Milly Carlucci presentano la campagna antipedofilia (cliccare per ingrandire)Con la presentazione alla stampa di due spot televisivi realizzati dalla Polizia delle comunicazioni in collaborazione con il Moige (Movimento italiano genitori), ha preso il via la campagna di comunicazione contro la pedofilia dallo slogan "Dite ai vostri figli di non accettare sms dagli sconosciuti".

L'iniziativa intende sensibilizzare l'opinione pubblica sulla prevenzione della pedopornografia che si diffonde attraverso i telefoni cellulari. Molti giovani e giovanissimi, infatti, vengono adescati attraverso gli sms ed invitati a scambiare materiale erotico e pornografico da sconosciuti, in cambio di ricariche telefoniche.
Testimonial del progetto, la popolare conduttrice Milly Carlucci che, in un video, ammonisce genitori e figli dalle insidie celate da messaggini indirizzati ai teenager. Un secondo spot invece associa in maniera più diretta lo slogan della campagna, preso in prestito dal vecchio ammonimento dato ai bambini di non accettare le caramelle dagli sconosciuti, con il telefono cellulare a forma di caramella ripreso mentre riceve un sms. È stato realizzato anche un messaggio audio con la voce di Milly Carlucci destinato alla messa in onda sulle emittenti radiofoniche.

Gli spot andranno in onda su Sky e sul circuito Telesia, la tv di metropolitane ed aeroporti, a partire rispettivamente dal 5 e dall'8 Settembre, mentre a seguire saranno previste pianificazioni su reti televisive nazionali e regionali, radio nazionali e quotidiani nazionali e regionali.

Nel corso della presentazione il direttore dell'Ufficio relazioni esterne della Polizia di Stato Maurizio Masciopinto ha evidenziato la necessità di non lasciare l'uso delle tecnologie ai nostri figli senza alcuna forma di vigilanza: "Non bisogna demonizzare la tecnologia ha affermato" ma l'uso corretto di strumenti come il telefonino da parte di bambini ed adolescenti va accompagnato ad un costante contatto con i propri figli".
Il direttore della Polizia delle comunicazioni, Domenico Vulpiani, ha ricordato come paradossalmente i telefonini così utili ai genitori per tenersi in contatto con i propri figli, rischino di rendere i ragazzi invece più lontani grazie alle diverse funzioni come realizzare foto e filmati, scambiare messaggi di posta elettronica e sms in assoluta autonomia.
Maria Rita Munizzi, presidente del Moige, ha posto l'accento sulla necessità di mettere in luce "un fenomeno ancora emergente" ma molto pericoloso proprio perché non ancora conosciuto soprattutto ai genitori che non conoscono i rischi di queste richieste.
Presente anche il deputato Barbara Mannucci, che ha assicurato la piena collaborazione del parlamento nell'appoggiare le iniziative di comunicazione sul fenomeno e Maria Pia Caruso, dell'Ufficio del Garante per le comunicazioni, che ha confermato l'appoggio alla campagna di informazione attraverso gli uffici territoriali del Garante.

http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/minori/0734_2008_09_05_spot_carlucci_antipedofilia.html



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