lunedì 29 dicembre 2008
giovedì 25 dicembre 2008
domenica 14 dicembre 2008
Circolare Ministero Interno: chiarimenti sul decreto flussi 2008
Circolare Ministero Interno del 5 dicembre 2008 chiarimenti sul decreto flussi 2008
Il Ministero dell’Interno con la circolare del 5 dicembre scorso ha fornito dei chiarimenti in ordine alla programmazione transitoria dei flussi d’ingresso per i lavoratori extracomunitari non stagionali per l’anno 2008.
Con il DPCM sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale i cittadini stranieri non comunitari entro una quota massima di 150.000 unità da ripartire sulla base delle richieste di nulla osta inviate entro il 31 maggio 2008.
Di tali quote, 44.600 sono riservate ai cittadini di paesi che hanno sottoscritto con l’Italia o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria e 105.400 sono riservati al lavoro domestico e di assistenza alla persona.
Il decreto consente di esaminare le richieste risultate in esubero rispetto alle quote previste dal decreto 2007 tenendo sempre conto dell’ordine cronologico di presentazione.
Per quanto riguarda le domande presentate dai cittadini extraUE è necessario che il richiedente sia in possesso o abbia fatto richiesta alla data di pubblicazione del decreto, di uno di questi titoli affinchè la domanda venga presa in considerazione:
- permesso CE per i soggiornanti di lungo periodo;
- carta di soggiorno (cartacea o elettronica;
- carta di soggiorno rilasciata ai familiari stranieri di cittadini italiani.
Questi datori stranieri devono confermare, a pena di esclusione, entro le 24 del 3 gennaio 2009, il permanere dell’interesse all’assunzione del lavoratore straniero in favore del quale aveva presentato la richiesta. La conferma si effettua tramite il sito del Ministero dell’Interno attraverso un apposito link.
I datori di lavoro italiani, invece, non devono effettuare alcuna conferma.
Se il clandestino pulisce casa al ministro
Scandalo negli Usa. La villa del titolare dell’Homeland Security era curata da immigrati irregolari Roma – 12 dicembre 2008 - Immaginate Roberto Maroni che affida la sua casa a una colf senza permesso di soggiorno? Negli U.S.A., “the place where all things are possible”, è successo qualcosa di molto simile. La pulizia della villa a Washington D.C. di Michael Chertoff, il ministro statunitense per la Sicurezza nazionale, è stata curata negli ultimi tre anni da una ditta che impiegava una decina di irregolari. La cosa buffa è che a scoprirlo sono stati proprio gli investigatori di un’agenzia dell’Homeland Security, sguinzagliati a caccia di clandestini. “La ditta di pulizie aveva assicurato ai Chertoff che tutti i lavoratori erano in regola” si è affrettato a spiegare il portavoce del ministro. “A me avevano fatto vedere dei documenti, che ne potevo sapere che erano falsi?” si è giustificato il titolare, James Reid, rilanciando: “Dovrebbe essere proprio l’ Homeland Security a evitare che accadano cose simili”. Possibile che i clandestini abbiano ingannato il loro datore di lavoro e di conseguenza anche il ministro, straordinario che siano riusciti a sfuggire all’occhio lungo dei servizi segreti. A casa del titolare dell’Homeland Security non entra nemmeno un alito di vento senza l’ok dell’ Intelligence Service, ma a quanto pare gli 007 si sono preoccupati solo di verificare che i lavoratori non fossero pericolosi terroristi, senza badare al permesso di soggiorno. Di sicuro, passeranno alla Storia le parole pronunciate dallo stesso Chertoff il 23 ottobre scorso. In un discorso sull’immigrazione, il ministro lanciò un appello: “Dobbiamo esser certi che casa nostra sia a posto”. Parlava degli Usa in generale o della villa a Washington D.C.? |
venerdì 5 dicembre 2008
FLUSSI 2008
IMMIGRAZIONE: VIA LIBERA A DECRETO FLUSSI, 150.000 INGRESSI |
ROMA - Porte aperte per 150.000 lavoratori extracomunitari non stagionali: due terzi dei posti sono riservati a colf e badanti. E' quanto prevede il decreto flussi 2008 firmato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. 20.000 POSTI IN MENO DEL 2007 - Nelle settimane scorse si era parlato di un provvedimento-fotocopia di quello del 2007, che prevedeva 170.000 ingressi. E' passata, però, tra i ministeri dell'Interno e del Welfare, una linea più rigida, che ha 'tagliato' 20.000 posti rispetto a quelli del decreto del Governo Prodi. Il ministro Roberto Maroni, peraltro, nei giorni scorsi si era anche detto favorevole ad una moratoria di due anni per i flussi migratori, a partire dal 2009. COLF E BADANTI, LA CARICA DEI 105.400 - La parte del leone, considerata - recita il decreto - "l'attuale congiuntura economica e l'esigenza di dare riscontro in via prioritaria ai bisogni delle famiglie", la faranno colf e badanti, che occuperanno 105.400 posti. Nel precedente decreto erano 65.000 i posti riservati a colf e badanti. 44.600 INGRESSI A PAESI CON ACCORDI - Gli altri 44.600 ingressi sono riservati ai lavoratori domestici o di altri settori produttivi, provenienti da Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria. Nel dettaglio, si tratta di 4.500 albanesi, 1.000 algerini, 3.000 bengalesi, 8.000 egiziani, 5.000 filippini, 1.000 ghanesi, 4.500 marocchini, 6.500 moldavi, 1.500 nigeriani, 1.000 pakistani, 1.000 senegalesi, 100 somali, 3.500 cingalesi, 4.000 tunisini. SI PESCHERA' TRA ESCLUSI DECRETO 2007 - Per i 150.000 nuovi lavoratori stranieri non ci sarà alcuna procedura per la presentazione delle domande. Si pescherà infatti tra coloro che hanno già inoltrato la richiesta per il precedente decreto attraverso la procedura telematica dei 'click day' (oltre 750.000) e che non sono rientrati tra i 170.000. Finora sono 112.000 i nulla osta assegnati. Paletti vengono però imposti ai datori di lavoro stranieri (nel 2007 furono presentate 420.000 domande per colf e badanti, la metà delle quali provenienti da lavoratori stranieri) per evitare regolarizzazioni 'di comodo'. Saranno così prese in considerazione soltanto le domande dei datori stranieri titolari di Carta di soggiorno o che ne hanno fatto richiesta alla data di pubblicazione del decreto. A partire dal prossimo 15 dicembre, entro i successivi 20 giorni, il datore di lavoro straniero dovrà inoltre confermare l'interesse all'assunzione, tramite una pagina web che sarà resa disponibile sul sito internet del ministero dell'Interno. Per i datori di lavoro italiani vale invece la graduatoria già acquisita per l'ultimo decreto flussi. PD E ASSOCIAZIONI CRITICI - Dal Pd e dal mondo delle associazioni arrivano critiche al provvedimento del Governo. Gianclaudio Bressa, vice capogruppo del Pd alla Camera, giudica "al di sotto della soglia del buon senso" il decreto del Governo, sostenendo che provvedimenti come questi "costituiscono una diabolica macchina di produzione di irregolari". Anche per Sandro Gozi (Pd), 150.000 nuovi ingressi "sono troppo pochi". Per Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, il decreto "non è legittimo", perché é stato varato in assenza del documento di programmazione triennale. L'Adoc, da parte sua, giudica "pochi" i 105 mila posti per colf e badanti, "dato che ci sono oltre un milione di lavoratrici in attesa di sanatoria". Isabella Bertolini (Fi) palude invece alla decisione del governo di "ridurre le quota dei flussi degli extracomunitari". FONTE |
sabato 29 novembre 2008
Non è reato far entrare clandestinamente i figli
Immigrati, la Cassazione "allarga" le frontiere: "Non è reato far entrare clandestinamente i figli"
Roma - L'immigrato che ha un lavoro da noi può fare entrare clandestinamente i figli per "non abbandonarli" nel Paese d'origine. Il comportamento non merita censure, è giustificato dallo "stato di necessità". Lo sottolinea la Cassazione (Prima sezione penale, sentenza 44048) nel bocciare il ricorso della Procura di Trieste contro l'assoluzione dal reato di favoreggiamento dell'ingresso clandestino nel nostro territorio accordata ad un macedone, con un lavoro regolare, che aveva fatto entrare clandestinamente la figlia dodicenne rimasta sola in Macedonia.
La sentenza della Cassazione Ilco R., un macedone 39enne con un lavoro stabile in Italia, aveva portato con sè la moglie e un figlio, per i quali aveva ottenuto il ricongiungimento, mentre aveva fatto entrare clandestinamente la figlia di 12 anni costretto dalla "necessità di non abbandonarla" nel luogo d'origine. Ne era scaturita una denuncia per favoreggimanento dell'ingresso clandestino conclusasi con una assoluzione piena da parte del Tribunale di Trieste, nel dicembre 2007. Contro l'assoluzione, la Procura di Trieste ha fatto ricorso in Cassazione lamentando la "carenza dello stato di necessità" da parte di Ilco R., sulla base del fatto che il padre avrebbe potuto abbandonare il lavoro in Italia e cogliere "le opportunità dell'espansione dell'economia macedone" per non abbandonare la figlia.
I motivi della Corte Piazza Cavour ha respinto il ricorso della Procura e ha sottolineato che il pm "affida la sua censura a considerazioni meramente congetturali afferenti improbabili o evanenscenti scelte alternative di Ilco R. la cui valutazione, a fronte dell'argomentazione dell'impugnata sentenza, non può avere ingresso in questa sede". Per la Cassazione, dunque, il padre immigrato che ha fatto entrare clandestinamente la figlia va assolto perchè ha agito "in stato di necessità" per evitarne "l'abbandono".
FONTE
giovedì 27 novembre 2008
lunedì 24 novembre 2008
RAI DI TUTTI.... IPOCRISIA...... 'AD ALTA QUOTA'
Rai censura un ospite
24 Novembre 2008, 08:00Sfuggita al raket e mandata a casa
Non le avrebbero permesso di manifestare il proprio dissenso sul decreto del ministro Carfagna contro la prostituzione: è successo ad Adelina, ex vittima del racket della prostituzione, che afferma di essere stata censurata da autori e giornalisti Rai, poco prima di andare in onda nel corso della trasmissione 'Italia sul due'.
Sarebbe stata censurata dalla trasmissione di Raidue la donna libera grazie al proprio coraggio, che ha fatto arrestare 40 persone e indagarne altre 80 in seguito alle sue denunce. La giovane donna, che ha scritto libri sul problema delle donne ridotte in schiavitù e che conduce due volte alla settimana la trasmissione 'Le stelle del cuore' su Radio Voce della Speranza, era stata inviata a partecipare alla trasmissione in diretta di ieri.
La Rai - racconta - le ha pagato l'albergo e l'aereo. Ma quando si è trovata in sala trucco, insieme coi giornalisti della redazione e con altri ospiti, politici e telegiornaliste come Monica Setta, su sollecitazione di uno degli autori Adelina ha espresso il suo parere assolutamente negativo sul decreto contro la prostituzione del ministro Carfagna. Affermando tra l'altro che serviva soltanto a "far morire altre ragazze, così come accaduto a Bari, dove una nigeriana che si prostituiva per paura di essere arrestata ha attraversato la strada ed è stata travolta da un'auto".
"Le persone che erano lì - racconta Adelina - hanno parlato fra loro e subito dopo sono stata avvicinata da uno degli autori della trasmissione. Lui mi ha detto che poiché c'erano troppi ospiti non potevo più partecipare alla trasmissione".
"Questa è una censura vera e propria", ha risposto Adelina incredula. "Sono stata umiliata - aggiunge - e sono molto dispiaciuta per il comportamento che hanno avuto tutti i presenti".
Ancora una volta l'informazione vuole parlare solo di aspetti parziali della realtà, celando verità che questa volta, ma anche in molti altri casi, verrebbero a galla dalla voce dei protagonisti.
domenica 23 novembre 2008
RAGAZZI 2G
Seconda generazione: come si dice Obama in italiano?
- valeria.gandus
- Domenica 23 Novembre 2008
Da noi potrebbe arrivare fra qualche generazione. Magari sarà un nipote di Valentino Agunu, genitori nigeriani, 22 anni per un metro e 92 d'altezza, pelle d'ebano e una futura laurea in Farmacia. O un discendente di Susan Dabbous, mamma e papà siriani, 26 anni, seducenti occhi orientali e accento romanesco. Certo non potrà essere un erede di Abdul "Abba" Guibre, 19 anni, da Cernusco sul Naviglio, cittadino italiano originario del Burkina Faso, sprangato a morte a Milano due mesi fa per il furto di qualche biscotto.
Il futuro Obama d'Italia, se mai ce ne sarà uno, va cercato lì, nel vivaio della 2G, la seconda generazione di immigrati. Ossia gli italianissimi figli dei primi stranieri arrivati da noi in cerca di fortuna, o soltanto di un pezzo di pane.
Camminano nelle nostre strade (e spesso i loro concittadini di pelle chiara cambiano marciapiede), salgono sugli stessi autobus (e non è raro che i vicini stringano le borse), frequentano le stesse scuole (fino a ieri nelle medesime classi dei nostri figli, domani chissà). Sono tanti, circa un milione (100 mila in più rispetto al 2007) di cui la metà (501 mila) sono studenti delle scuole italiane, dalle materne alle superiori. E sono destinati ad aumentare. Ma soprattutto a occupare se non il posto di presidente della Repubblica, il loro posto al sole.
Come già successe per i figli e i nipoti di coloro che negli anni Sessanta migrarono dal Sud al Nord d'Italia rendendo possibile il "miracolo economico", anche gli eredi degli immigrati dal Sud e dall'Est del mondo riscatteranno il sudore dei padri diventando parte integrante della classe dirigente di domani. E pazienza se Igiaba Scego, nata 34 anni fa a Roma da genitori somali, non diventerà l'Oriana Fallaci del XXI secolo, lei intanto collabora a vari giornali e ha pubblicato due romanzi: l'ultimo, Oltre Babilonia è appena uscito per i tipi di Donzelli.
Poco importa anche se Alphousseyni Souko, nato a Roma 22 anni fa da genitori senegalesi, studente di Scienze politiche, indirizzo Relazioni internazionali, non diventerà ambasciatore a Washington, Mosca o Pechino: lui cercherà comunque di mettere a frutto i suoi studi "dando un senso a quella che è stata l'aspirazione dei miei genitori e di tutti i migranti: la possibilità di una vita migliore". Lo stesso imperativo che guida Jessica Costa Moreno, 22 anni, romana con genitori capoverdiani, che studia Giurisprudenza "per tutelare i diritti degli immigrati e aiutarli a risolvere i loro piccoli e grandi problemi giuridici".
Il panorama dei ragazzi 2G è vasto e vario come può esserlo quello dei loro coetanei italiani: c'è la simpatia del falegname-studente con la passione del basket Paolo Barros, 19 anni di incontenibile energia e faccia tosta (era uno dei soldati neri della 92a Divisione Buffalo in Miracolo a Sant'Anna di Spike Lee), nato in Italia da mamma capoverdiana e papà della Guinea Bissau. C'è il fascino mediorientale di Rassmea Salah, 25 anni, mamma italiana e papà marocchino, milanese con laurea e specializzazione all'Istituto Orientale di Napoli in lingue e cultura arabo-islamica, stesso percorso di studi della sua amica e coetanea Nadia Kaouni, genitori marocchini, che si definisce "italiana di origini siculo-marocchine". E c'è la grinta di Akram Idris, 25 anni, futuro ingegnere con madre egiziana e papà sudanese, disposto a lasciare la famiglia e Milano per costruire grattacieli negli Emirati o nei Paesi dell'Est, anche se porterà con sè la nostalgia per la mamma e per la cotoletta alla milanese. Sono ragazzi che vivono, mangiano, amano come i loro concittadini "di origine italiana" come li chiama scherzosamente Alphoussenyni. Anche se con qualche differenza che può rivelarsi una marcia in più. Prendiamo la disponibilità allo spostamento dichiarata da Akram: quanti giovani italiani accetterebbero di lasciare per lavoro anche solo la propria città? "Noi il viaggio ce l'abbiamo nel sangue, siamo figli di gente che ha macinato migliaia di chilometri per trovare un futuro migliore: non ci spaventa di certo l'idea di trovare lavoro lontano da casa". Già, ma dov'è casa loro? "Qui, nel Paese dove siamo nati o arrivati da piccoli" rispondono infallibilmente tutti. Che indossi il velo come la milanese Lubna Ammouna, ventenne studentessa in Farmacia con papà siriano e mamma siro-tedesca, o sfoggi i bei ricci naturali come sua sorellaYasmin; che preghi cinque volte al giorno secondo i dettami del Corano come Khalid Chaouki, venticinquenne giornalista di origine marocchina (Salaam Italia è il libro che ha pubblicato raccontando la sua storia di musulmano italiano) o diserti la moschea come Akram ("la religione in questo momento è in stand-by"), i "ragazzi 2G" si sentono e sono italiani, pur non dimenticando le proprie origini. "In famiglia parliamo italiano. L'arabo è usato dai miei genitori solo quando litigano" racconta Akram. "Io mi sento un albero con le radici in Egitto e il tronco in Italia" spiega Rassmea. "Sono musulmana come mio padre, mangio le lasagne di mia madre, ho avuto un ragazzo italiano per cinque anni, ho frequentato l'Istituto Orientale di Napoli per approfondire la conoscenza e la cultura della mia terra d'origine: più che italiana, mi definirei una nuova cittadina dell'Italia che verrà".
Perché, inutile negarlo, questi ragazzi sono molto più avanti della legislazione e della burocrazia che spesso li confina in una specie di limbo. A differenza di altri Paesi, per esempio gli Stati Uniti, non basta infatti essere nati in Italia per avere automaticamente la cittadinanza. Per essere cittadini di questo Paese occorre essere nati da genitori italiani. Senza questo requisito occorre dimostrare di essere residenti da almeno dieci anni. Ma quello è solo il punto di partenza per presentare la domanda: "Tali e tanti sono gli ostacoli burocratici che fra la presentazione definitiva e la risposta possono passare anche dieci anni" spiega Paolo Barros. "Questo, del resto, è il tempo che ha impiegato mia madre, collaboratrice familiare, per ottenere quel certificato che sanciva ciò che lei era già da anni, e cioè una cittadina che vive, lavora e contribuisce allo sviluppo di questo Paese".
Quando finalmente i genitori ottengono il prezioso pezzo di carta, la cittadinanza ricade a cascata sui figli, com'è successo a Paolo. Ma non sempre le persone hanno il tempo, la pazienza e anche la cultura necessari per fronteggiare le lungaggini burocratiche. Così, a una prima generazione di immigrati che in molti casi hanno rinunciato alla cittadinanza preferendo rinnovare, sempre con molte difficoltà, il permesso di lavoro e residenza, ne succede un'altra, quella dei loro figli, più conscia dei propri diritti. "Abbiamo dato vita alla 'Rete G2′ proprio per condividere fra noi figli di immigrati i problemi non solo burocratici legati alla nostra condizione" dice Mohamed Tailmoun, origini libiche, una laurea in Sociologia, operatore sociale e mediatore culturale nonché portavoce della Rete G2 che da tre anni collega, sul web, in trasmissioni radiofoniche e nella realtà quotidiana, centinaia di ragazzi della seconda generazione. Un'esperienza importante, riconosciuta anche dal Capo dello Stato che qualche settimana fa ha invitato al Quirinale una rappresentanza di esponenti della Rete in occasione della cerimonia di benvenuto ai «nuovi cittadini italiani".
Oltre alla tutela dei diritti, i giovani figli di immigrati hanno un'altro importante obiettivo, e cioè quello di aiutare gli italiani a conoscere meglio i loro concittadini di diversa origine. Con questo scopo è nato Yalla, il mensile delle seconde generazioni allegato a Vita, settimanale del non profit. "I ragazzi G2 sono dei comunicatori nati" dice Martino Pillitteri, che cura l'inserto al quale collaborano una dozzina di giovani milanesi originari del Mahgreb e di altri Paesi stranieri. "Hanno fatto la sintesi di due mondi e ne hanno tratto un'apertura mentale che gli consente di dialogare con tutti". Non a caso i ragazzi di seconda generazioni hanno amici italiani, del loro Paese d'origine, di altre nazionalità e diverse nazioni. Come Susan, laurea in Scienze Politiche e giornalista in erba, che il ragazzo l'ha trovato in Spagna e fa la spola fra Roma e Parigi, dove vive lui, ed è da poco tornata dalla Siria, terra dei genitori.
Frequenti sono i legami sentimentali fra ragazzi 2G e coetanei italiani. Il che può generare conflitti familiari: "Mio padre non mi ha parlato per quattro mesi quando ha saputo che mi ero messa con un ragazzo italiano" dice Rassmea. "E anche se con il tempo ha imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo, è stato contento quando la storia è finita". Il conflitto a volte è anche interiore, soprattutto fra le ragazze: Lubna rimanda il problema a quando incontrerà la persona giusta: "Prima devo trovare la persona che mi completa, che amo e che mi ama, poi si vedrà". Intanto ha già chiesto lumi a un Muftì in Siria, Paese d'origine dei genitori, sul fatto che non esiste un versetto del Corano che vieti l'unione fra un musulmano e una persona di religione diversa. "Non mi ha saputo rispondere" dice la ragazza con una certa soddisfazione.
Fra i tanti giovani incontrati da Panorama, solo Valentino, che con la sua bellezza e il portamento fiero chissà quanti italici cuori avrà spezzato, non ha mai avuto una ragazza italiana: "Non mi capiscono" taglia corto. In realtà non capiscono l'ostinazione e la determinazione con cui Valentino (ma ha anche un impronunciabile nome africano, Onierhovwo: significa "Dio che risponde alle preghiere") persegue il suo diritto alla cittadinanza italiana. "Ormai della mia famiglia qui a Roma ci sono soltanto io: frequento la stessa Università di mio padre, ma lui ha trovato lavoro negli Stati Uniti, dove l'hanno raggiunto mia madre e le mie sorelle più piccole. Dei miei 21 anni ne ho vissuti 17 in Italia, ma ancora non ho la cittadinanza, e senza quel pezzo di carta non posso fare molte cose". Per esempio tesserarsi nella squadra di serie A di basket che pure lo corteggia. Con quella pelle, però, ("la stessa di Gesù, che in occidente viene raffigurato biondo e con gli occhi azzurri, mentre i sacri testi lo descrivono 'con i piedi di bronzo e i capelli di lana'", precisa lui, musulmano) nemmeno una carta d'identità italiana lo metterebbe al riparo dai piccoli e grandi sgarbi e pregiudizi quotidiani di cui si sente vittima. Ma chissà che il Dio del suo nome non risponda alle sue preghiere: "In fondo tutto è possibile" ammette con un sorriso. "Obama l'ha dimostrato". (Ha collaborato Oscar Puntel)
5 giovani arrestati per aggressioni razziste
Cinque ragazzi, tra cui due minorenni, sono stati arrestati a Roma dai Carabinieri. Devono rispondere di numerosi episodi di aggressioni, pestaggi e intimidazioni, tutti sfociati in rapina, ai danni di numerosi cittadini stranieri nel quartiere Trullo di Roma, con l`aggravante di avere commesso il fatto per finalità di discriminazione e odio razziale.
La banda era composta da 10 giovani e oltre ai 5 arrestati ci sono 4 giovani denunciati a piede libero ed un altro maggiorenne sottoposto all'obbligo di firma.
La banda è composta da 10 giovanissimi ragazzi italiani, responsabili di numerosi episodi di aggressioni, pestaggi e intimidazioni, tutti sfociati in rapina, ai danni di numerosi cittadini stranieri nel quartiere Trullo di Roma. I giovanissimi, incutendo paura alle vittime e intimandole a non denunciare i fatti alle forze dell`ordine, per via della loro precaria condizione di soggiorno sul territorio nazionale, hanno ripetuto i loro atti di prevaricazione e sopraffazione dando vita ad una serie di episodi di intolleranza razziale nei confronti di stranieri.
I carabinieri della stazione di Roma-Villa Bonelli hanno quindi eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 2 minorenni e 3 maggiorenni. Ad un altro maggiorenne è stato notificato l`obbligo di firma quotidiano presso la stazione carabinieri. Altri quattro giovani, componenti della banda, sono stati denunciati a piede libero. Tutti devono rispondere di rapina aggravata, lesioni, minaccia, in concorso e con l`aggravante di avere commesso il fatto per finalità di discriminazione e odio razziale.
FONTE
sabato 22 novembre 2008
venerdì 21 novembre 2008
SESSO SENZA CONDOM
Disposti a pagare fino a quattro volte in più pur di non usare il preservativo. E' così, per tirare su qualche soldo, che molte prostitute immigrate arrivano sane in Italia, ma finiscono per ammalarsi poi, quando arrivano sulla strada per vendere il loro corpo. 'Fate' straniere e non solo.
Anche tra le italiane dedite al mestiere "inizia a diffondersi questo pericoloso trend", spiega Tullio Prestileo, infettivologo degli Ospedali Casa del sole di Palermo, presidente di Anlaids Sicilia. "Chi le manda in strada, sfruttandole - spiega Prestileo - detrae il 60-70% di quello che queste donne guadagnano vendendosi. Così a loro non resta che qualche spicciolo.
In barba al 'magnaccia' di turno, dunque, molte di loro sono disposte anche a fare sesso senza preservativo, pur di intascare qualche soldo in più". E così alcune finiscono per contrarre l'Hiv. "Nel 2000 - spiega l'infettivologo - abbiamo sottoposto al test 260 prostitute nigeriane tra i 18 e i 21 anni, con appena 6 mesi di prostituzione alle spalle: nessuna è risultata sieropositiva. Dopo cinque anni esatti abbiamo rifatto il test a 36 di loro, ben 3 avevano contratto il virus. Quasi tutte ci hanno confermato questo 'escamotage': la rinuncia al preservativo pur di arrivare a fine mese".
FONTE
La rabbia di un sogno disperato
Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenza
L'UNICEF sulla Giornata Nazionale per l'infanzia e l'adolescenzaDichiarazione del Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo SpadaforaRoma, 20 novembre 2008 - «Le celebrazioni di oggi sono un'occasione importante sotto il profilo morale e politico. È necessario, quando si parla di bambini, superare ogni forma di retorica e garantire che la Convenzione sui Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza orienti in modo coerente le scelte concrete delle Istituzioni e di tutti coloro che operano a favore dell'infanzia. Apprezziamo il richiamo del Presidente della Camera Gianfranco Fini per una riflessione condivisa sul concetto di cittadinanza nel XXI secolo. È fondamentale ripensare a un modello di convivenza adatta al nostro Paese per il quale siamo favorevoli alla concessione della cittadinanza italiana per tutti quei bambini che si stanno integrando nella nostra società. Permane l'urgenza di approvare un Piano nazionale dell'infanzia, che manca nel nostro Paese dal 2004 e che sia dotato anche delle risorse finanziarie adeguate. Abbiamo accolto con piacere l'approvazione del Disegno di Legge proposto dal Ministro Carfagna sull'istituzione del Garante nazionale per l'infanzia. Ci riserviamo di verificarne con precisione i contenuti e auspichiamo sin d'ora che possa essere individuata una figura di alto profilo indipendente ed autonoma. È importante anche ricordare che la Convenzione del 1989 è davvero per tutti i bambini del mondo. Pertanto l'impegno del nostro Paese a livello internazionale deve continuare a essere prioritario. A tal proposito ci preoccupano enormemente i tagli previsti alla cooperazione italiana, che porterebbero a un terzo i fondi disponibili nel 2009 rispetto all'anno in corso. La crisi economica del nostro Paese non può essere pagata dai bambini. L'impegno deve essere costante e concreto e sono certo che in modo particolare con la Presidente Mussolini e la Commissione parlamentare per l'infanzia potrà continuare uno stretto rapporto di collaborazione per l'esclusivo benessere di tutti i bambini.» |
giovedì 20 novembre 2008
martedì 18 novembre 2008
PERCHE' SI DELINQUE IN ITALIA.....
lunedì 17 novembre 2008
Presentazioni di oltre Babilonia Roma, Firenze, Mestre 17-18-19 NOV
Balafon Film Festival 2008
FONTE SPETTACOLI Bari (BA), 21 Novembre 2008
Balafon Film Festival 2008: programma del 21 novembre
Si svolge a Bari, presso il Cinema Armenise, la XVIII edizione di Balafon Film Festival - Arte e cultura africana e della diaspora nera, dedicata a Miriam Makeba.
Programma Balafon Film Festival 2008:
* VENERDÌ 21 NOVEMBRE – CINEMA ARMENISE
- ore 19.00 Sezione fuori concorso
UN GIORNO NELLA VITA DI JOSIAH di Gavin Hood (Sud Africa, 1999) - cort.
- ore 19.30 Sezione fuori concorso
THE STOREKEEPER di Gavin Hood (Sud Africa, 1998) - cort.
- ore 20.00 Sezione in concorso
C'EST DIMANCHE di Samir Guesmi (Francia-Algeria, 2007) - cort.
- ore 20.30 Sezione in concorso
MOKILI di Berni Goldblat (Svizzera-Burkina Faso, 2006) - lung.
- ore 22.00 Sezione fuori concorso
CINE TAPUIA di Rosemberg Cariry (Brasile, 2007) - lung.
* tale programma potrebbe subire variazioni
***
Alcune Schede Film:
C'EST DIMANCHE!
di Samir Guesmi (Francia-Algeria, 2007)
Regia/Direction: Samir Guesmi
Sceneggiatura/Screenplay: Samir Guesmi
Fotografia/Camera: Pascale Marin
Montaggio/Editing: Pauline Dairou
Sonoro/Sound: Julien Sicart
Musica/Music: Shantel
Interpreti/Cast: Simon Abkarian, Djemel Barek, Elise Oppong, Illiès Boukouirene
Formato/Format: 35 mm
Durata/Duration: 31'
Versione originale/Original version: francese
Produzione/Production: Kaleo Films
Distribuzione/Sales: Kaleo Films
Premi/Awards: Premio ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e Menzione Speciale alla 18° edizione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano (Italia, 2008), Premio del Pubblico al Festival International du Court Métrage de Clermont-Ferrand (Francia, 2008), Menzione speciale della Giuria al Festival Internazionale del Cinema di Valencia (Spagna, 2008) Premio della Giuria al Festival International du Film Francophone de Namur (Belgio, 2008), Premio BeTV al Festival de court-métrage de Bruxelles (Belgio, 2008)
Sinossi: Ibrahim vive in Francia con il padre. A scuola è un disastro. I professori gli consegnano una brutta nota da far firmare a casa. Incapace di comunicare con il padre, severo e così lontano dalla sua realtà, Ibrahim gli fa credere che la nota sia un diploma. Fuori di sé dalla gioia, il padre si scatena e trascina Ibrahim in un crescendo di situazioni imbarazzanti. Unico rifugio per il ragazzino è l'amichetta Fatou che lo accoglie e gli infonde un po' di coraggio.
Samir Guesmi
Attore di cinema e teatro. Per il cinema, ha recitato in numerosi film, tra i quali Bancs publics di Bruno Podalydès, Andalucia di Alain Gomis, Leur morale... et la nôtre di Florence Quentin, Selon Charlie di Nicole Garcia. C'est dimanche! è il suo esordio alla regia.
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MOKILI
di Berni Goldblat (Svizzera-Burkina Faso, 2006)
Regia/Direction: Berni Goldblat
Sceneggiatura/Screenplay: Moumouni Sanou
Fotografia/Camera: Michel K. Zongo
Montaggio/Editing: Bertin Florent Bado
Suono/Sound: Moumouni Sodré Jupiter
Musica/Music: Dhudn J
Interpreti/Cast: Lionel Pousson Bado, André Bougouma, Valentin Ouédraogo, Alimata Salouka, Moumouni Sanou, Makenzie Sidibé, Olga Toé
Formato/Format: Beta SP
Durata/Duration: 83'
Versione originale/Original version: francese, lingala, dioula, mooré
Produzione/Production: Les Films du Djabadjah, Cinomade
Distribuzione/Sales: Les Films du Djabadjah, Cinomade
Premi/Awards: Premio per il Miglior Montaggio dell'Africa Movie Academy Awards (AMAA; Nigeria, 2007)
Sinossi: Mokili è la cronistoria delle settimane antecedenti gli esami di maturità nella vita odierna di due adolescenti nel Burkina Faso, molto diversi tra loro. Papou, da una parte, orfano di madre e allevato dal padre non ricco, che prende coscienza delle realtà della vita e decide di battersi per risollevarsi. Dall'altra parte Goumbé, viziato da un ricco padre che pensa che i soldi doneranno ai suoi figli un'educazione che lui non gli ha fornito. Ciascuno alla sua maniera, molto differente tra loro, i due adolescenti gestiscono le loto relazioni familiari e amicali, facendo delle scelte di fronte ai pericoli quotidiani che loro incontrano, come la droga e la corruzione. Portato dalla facilità verso gli eccessi, Goumbé finirà per perdere tutto mentre Papou arriverà a farsi uno spazio nella vita.
Berni Goldblat
Nato nel 1970 a Stoccolma, membro fondatore dell'associazione Cinomade insieme a Daphné Serelle.
Cinema Armenise, Bari
via Pasubio 178 – angolo via G. Petroni
dalle ore 19,00
Info: contattare la segreteria organizzativa del Festival
tel. 080.5283361 - cell. 3663397036
info@abusuan.com
venerdì 14 novembre 2008
CITTADINANZA
Stefano Okaka: «Io, nato in Umbria, |
ROMA (14 novembre) - Stefano Okaka è seduto sulla sua poltrona rossa, la tuta bicolore della nazionale Under 20, la testa pencolante e lo sguardo nervoso come se stesse per giocare da titolare una finale di Champions League.
Accanto a lui, immobile nella sua seriosa regalità, il caporale ventiduenne Ivanna Knysh, con tanto di divisa dell'Esercito. La terza poltrona è invece occupata dalla dolce Beibei Zhang, ingegnere di 29 anni con doppia laurea, al Politecnico di Milano e all'Ecole Centrale di Parigi. Tre storie di cittadinanza italiana conquistata dopo tanta fatica, rivelate ieri nella cerimonia al salone delle Feste del Quirinale.
Beibei, in cinese, vuol dire "preziosa". E lei lo è. Va al microfono, esordisce con una citazione di Lord Byron ("Italia, tu hai il dono fatale della bellezza"), liberando tutto il suo amore per la sua seconda patria, che dall'età di nove anni, quando è arrivata dalla natia Jilin, ha girato in lungo e in largo dietro a suo padre, Haicun Zhang, ricercatore chimico di fama internazionale. Un intervento trascinante, pieno di citazioni delle grandi opere che ha letto, la Divina commedia, il Decameron, l'Odissea, i romanzieri russi scoperti nella nostra lingua.
Eppure, non volevano farla cittadina italiana. Perché, per studiare in Francia, aveva interrotto il periodo di residenza legale di dieci anni richiesto per la domanda di naturalizzazione: «Non mi davo pace -spiega -. Ma come: mi hanno scelto assieme ad altri sei ragazzi di tutta Italia, per un programma di doppia laurea in Ingegneria del Politecnico, a Milano e a Parigi, e voi dite che ho lasciato l'Italia? Un assurdo». Un giorno scrive al presidente Napolitano ed allora le si aprono le porte. «Se ho coronato il mio sogno devo molto a due donne, Giovanna Ferri e il prefetto della Cittadinanza, Perla Stancari».
Contorta anche la vicenda dell'attaccante della Roma. Lui, a differenza di Beibei, è nato in Italia, a Castiglione del Lago (Perugia), il 9 agosto del 1989, da papà Austin e mamma Doris, immigrati nigeriani. Ma la micidiale legge 91 del 1992 sulla cittadinanza, che proprio su questo punto anche Gianfranco Fini chiede di cambiare, gli dava via libera solo al compimento dei 18 anni, come del resto tocca a centinaia di migliaia di altri bimbi e ragazzi stranieri nati sul nostro territorio. Stefano è diventato però italiano prima, nella primavera-estate del 2006, a 17 anni ancora da compiere, perché suo padre Austin ha ottenuto la naturalizzazione, e ha trascinato dietro lui e la sorella gemella Stefania, pallavolista. Legge la sua storia un po' intimidito. Dice di essersi sentito sempre italiano e considera un pregio aver indossato la maglia azzurra.
«Sono il caporale Ivanna Kynsh, della Brigata Friuli e ho giurato fedeltà al Tricolore» proclama sicura questa ragazza nata in Ucraina, arrivata in Italia con la madre, all'età di 13 anni, superiori al Classico, che ha scelto la carriera militare convinta, al pub, da amici con le stellette. E poi c'è Francesco Dri, grande chitarrista, origini argentine ma passaporto italiano, che si batte con l'organizzazione "G2" perchè altri ragazzi "stranieri italiani", ottengano la cittadinanza del nostro paese. Ma è Beibei la dolce, Beibei la preziosa che, prima di andar via, regala una stilla di saggezza. «Credo che la capacità di riconoscere il simile nel dissimile sia il presupposto della pace. Italiani, tenetene conto».
FONTA
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DISEGNO DI LEGGE SULLA SICUREZZA IN DISCUSSIONE AL SENATO
DISEGNO DI LEGGE SULLA SICUREZZA IN DISCUSSIONE AL SENATO
Breve nota per illustrare il contenuto xenofobo previsto all’interno del ddl sulla sicurezza che in realtà in molti punti più che alla sicurezza tende a penalizzare la condizione dello straniero extracomunitario.
Nel pacchetto è previsto Il permesso a punti, con l'imprinting leghista, ma la delega al governo a fissare come si azzera se delinqui; la tassa di 200 euro per ottenerlo e l'obbligo di sottoscrivere un imprescindibile "accordo di integrazione". Poi il test linguistico per cui non si varcano i confini se non si conosce l'italiano .Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti (niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, se l'allontanamento è inattuabile, comunque il clandestino, per ordine del questore, dovrà andarsene dall'Italia "entro 5 giorni". In compenso, su proposta del Pd, passa un duro inasprimento contro chi traffica in essere umani punito fino a 15 anni e a un'ammenda di 15mila euro per ogni persona trasportata.
Art. 37
(Attività di trasferimento di fondi «Money transfer»)
1. Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell'incasso e trasferimento di fondi (money transfer) acquisiscono e conservano per dieci anni copia del titolo di soggiorno se il soggetto che ordina l'operazione è un cittadino extracomunitario. Il documento è conservato con le modalità previste con decreto del Ministro dell'interno emanato ai sensi dell'articolo 7, comma 4, del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155. In mancanza del titolo gli agenti effettuano, entro dodici ore, apposita segnalazione all'autorità locale di pubblica sicurezza, trasmettendo i dati identificativi del soggetto. Il mancato rispetto di tale disposizione è sanzionato con la cancellazione dall'elenco degli agenti in attività finanziaria ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 25 settembre 1999, n. 374.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 hanno efficacia decorsi trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 39.
(Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286)
1. Al citato testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 4, comma 3:
1) nel terzo periodo, dopo le parole: «o che risulti condannato, anche» sono inserite le seguenti: «con sentenza non definitiva, compresa quella adottata»;
2) dopo il terzo periodo, è inserito il seguente: «Impedisce l'ingresso dello straniero in Italia anche la condanna, con sentenza irrevocabile per uno dei reati previsti dalle disposizioni del titolo III, capo III, sezione II, della legge 22 aprile 1941, n. 633, relativi alla tutela del diritto di autore, e degli articoli 473 e 474 del codice penale»;
b) all'articolo 5, dopo il comma 2-bis è aggiunto il seguente:
«2-ter. La richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al pagamento di una tassa, il cui importo è fissato in 200 euro.»;
(RUBARE AI POVERI PER DONARE AI RICCHI)
c) all'articolo 5, comma 5-bis, le parole: «per i reati previsti dall'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale,» sono sostituite dalle seguenti: «per i reati previsti dagli articoli 380, commi 1 e 2, e 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale,»;
d) all'articolo 5, dopo il comma 5-bis è inserito il seguente:
«5-ter. Il permesso di soggiorno è rifiutato o revocato quando si accerti la violazione del divieto di cui all'articolo 29, comma 1-ter»;
e) all'articolo 5, comma 8-bis, dopo le parole: «ovvero contraffà o altera documenti al fine di determinare il rilascio di un visto d'ingresso o di reingresso, di un permesso di soggiorno, di un contratto di soggiorno o di una carta di soggiorno» sono inserite le seguenti: «oppure utilizza uno di tali documenti contraffatti o alterati»;
f) all'articolo 6, comma 2, le parole: «e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi» sono sostituite dalle seguenti: «e per quelli inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui all'articolo 35»;
g) all'articolo 6, il comma 3 è sostituito dal seguente:
«3. Lo straniero che, a richiesta degli ufficiali e agenti di pubblica sicurezza, non ottempera, senza giustificato motivo, all'ordine di esibizione del passaporto o di altro documento di identificazione e del permesso di soggiorno o di altro documento attestante la regolare presenza nel territorio dello Stato è punito con l'arresto fino ad un anno e con l'ammenda fino ad euro 2.000».
h) all'articolo 9, dopo il comma 2 è inserito il seguente:
«2-bis Il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è subordinato al superamento, da parte del richiedente, di un test di conoscenza della lingua italiana, le cui modalità di svolgimento sono determinate con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca».
(COME SARA’ POSSIBILE CHE UN CITTADINO COMUNITARIO POTRA’ PERMANERE IN ITALIA SENZA CONOSCERE LA LINGUA MENTREUN EXTRACOMUNITARIO INVECE LA DOVRA’SAPERE?)
i) all'articolo 9, comma 5, dopo il primo periodo, è aggiunto il seguente: «Nel caso di richiesta relativa ai familiari di cui al comma 1, il questore rilascia il titolo di soggiorno quando i medesimi familiari sono regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato ininterrottamente da almeno cinque anni, salvo quanto previsto dal comma 6.»;
l) all'articolo 14 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) il comma 5 è sostituito dal seguente:
«5. La convalida comporta la permanenza nel centro per un periodo di complessivi sessanta giorni. Qualora l'accertamento dell'identità e della nazionalità, ovvero l'acquisizione di documenti per il viaggio presenti difficoltà, il giudice, su richiesta del questore, può prorogare il termine di ulteriori sessanta giorni. Anche prima di tale termine, il questore esegue l'espulsione o il respingimento, dandone comunicazione senza ritardo al giudice. Decorso il suddetto termine, qualora il soggetto trattenuto non abbia fornito senza giustificato motivo elementi utili alla sua identificazione, il questore può chiedere al giudice la proroga del periodo di trattenimento nel centro per ulteriori periodi di sessanta giorni. La durata complessiva della permanenza nel centro non può, in ogni caso, essere superiore a diciotto mesi.»;
2) i commi 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies sono sostituiti dai seguenti:
«5-bis. Quando non sia stato possibile trattenere lo straniero presso un centro di identificazione ed espulsione, ovvero la permanenza in tale struttura non abbia consentito l'esecuzione con l'accompagnamento alla frontiera dell'espulsione o del respingimento, il questore ordina allo straniero di lasciare il territorio dello Stato entro il termine di cinque giorni. L'ordine è dato con provvedimento scritto, recante l'indicazione delle conseguenze sanzionatorie della permanenza illegale, anche reiterata, nel territorio dello Stato. L'ordine del questore può essere accompagnato dalla consegna all'interessato della documentazione necessaria per raggiungere gli uffici della rappresentanza diplomatica del suo Paese in Italia, anche se onoraria, nonché per rientrare nello Stato di appartenenza ovvero, quando ciò non sia possibile, nello Stato di provenienza.
5-ter. Lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato in violazione dell'ordine impartito dal questore ai sensi del comma 5-bis, è punito con la reclusione da uno a quattro anni se l'espulsione o il respingimento sono stati disposti per ingresso illegale nel territorio nazionale ai sensi dell'articolo 13, comma 2, lettere a) e c), ovvero per non aver richiesto il permesso di soggiorno o non aver dichiarato la propria presenza nel territorio dello Stato nel termine prescritto in assenza di cause di forza maggiore, ovvero per essere stato il permesso revocato o annullato. Si applica la pena della reclusione da sei mesi ad un anno se l'espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di sessanta giorni e non ne è stato richiesto il rinnovo, ovvero se la richiesta del titolo di soggiorno è stata rifiutata, ovvero se lo straniero si è trattenuto nel territorio dello Stato in violazione dell'articolo 1, comma 3, della legge 28 maggio 2007, n. 68. In ogni caso, salvo che lo straniero si trovi in stato di detenzione in carcere, si procede all'adozione di un nuovo provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica per violazione all'ordine di allontanamento adottato dal questore ai sensi del comma 5-bis. Qualora non sia possibile procedere all'accompagnamento alla frontiera, si applicano le disposizioni di cui ai commi 1 e 5-bis del presente articolo nonché, ricorrendone i presupposti, quelle di cui all'articolo 13, comma 3.
5-quater. Lo straniero destinatario del provvedimento di espulsione di cui al comma 5-ter e di un nuovo ordine di allontanamento di cui al comma 5-bis, che continua a permanere illegalmente nel territorio dello Stato, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Si applicano, in ogni caso, le disposizioni di cui al comma 5-ter, terzo e ultimo periodo.
5-quinquies. Per i reati previsti ai commi 5-ter, primo periodo, e 5-quater si procede con rito direttissimo ed è obbligatorio l'arresto dell'autore del fatto»;
m) all'articolo 16, comma 1, dopo le parole: «né le cause ostative indicate nell'articolo 14, comma 1, del presente testo unico,» sono inserite le seguenti: «che impediscono l'esecuzione immediata dell'espulsione con accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica,»;
n) all'articolo 26, comma 7-bis:
1) dopo le parole: «del permesso di soggiorno rilasciato allo straniero» sono inserite le seguenti: «, anche se per motivi diversi dal lavoro autonomo,»;
2) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 13, comma 3, e all'articolo 14.»;
o) all'articolo 29, dopo il comma 1-bis è inserito il seguente:
«1-ter. Non è consentito il ricongiungimento dei familiari di cui alle lettere a) e d) del comma 1, quando il familiare di cui si chiede il ricongiungimento è coniugato con un cittadino straniero regolarmente soggiornante nel territorio nazionale che abbia altro coniuge;
p) all'articolo 29, il comma 5 è sostituito dal seguente:
«5. Salvo quanto disposto dall'articolo 4, comma 6, è consentito l'ingresso per ricongiungimento al figlio minore, già regolarmente soggiornante in Italia con l'altro genitore, del genitore naturale che dimostri il possesso dei requisiti di disponibilità di alloggio e di reddito di cui al comma 3. Ai fini della sussistenza di tali requisiti si tiene conto del possesso di tali requisiti da parte dell'altro genitore.»;
q) all'articolo 29, il comma 8 è sostituito dal seguente:
«8. Il nulla osta al ricongiungimento familiare è rilasciato entro centottanta giorni dalla richiesta»;
r) all'articolo 30, dopo il comma 1-bis sono inseriti i seguenti:
«1-ter. La richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari è sottoposta al pagamento di una tassa, il cui importo è fissato in 200 euro.
1-quater. Il gettito derivante dalle tasse di cui all'articolo 5, comma 2-ter, e al comma 1-ter del presente articolo è attribuito allo stato di previsione del Ministero dell'interno che lo destina per la metà al finanziamento di progetti del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione diretti alla collaborazione internazionale e alla cooperazione ed assistenza ai Paesi terzi in materia di immigrazione anche attraverso la partecipazione a programmi finanziati dall'Unione europea.»;
s) all'articolo 32:
1) al comma 1, le parole: «e ai minori comunque affidati» sono sostituite dalle seguenti: «e, fermo restando quanto previsto dal comma 1-bis, ai minori che sono stati affidati»;
2) al comma 1-bis, dopo le parole: «ai minori stranieri non accompagnati» sono inserite le seguenti:
Art. 41.
(Accordo di integrazione per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno)
1. Dopo l'articolo 4 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, è inserito il seguente:
«Art. 4-bis. - (Accordo di integrazione). - 1. Ai fini di cui al presente testo unico, si intende con integrazione quel processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana, impegnandosi reciprocamente a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società.
2. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, sentiti il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, stabilisce con apposito regolamento, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, i criteri e le modalità per la sottoscrizione, da parte dello straniero, contestualmente alla presentazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno ai sensi dell'articolo 5, di un Accordo di integrazione, articolato per crediti, con l'impegno a sottoscrivere specifici obiettivi di integrazione, da conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno. La stipula dell'Accordo di integrazione rappresenta condizione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno. La perdita integrale dei crediti determina la revoca del permesso di soggiorno e l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, eseguita dal questore secondo le modalità di cui all'articolo 13, comma 4, del presente testo unico».
Art. 44.
(Modifica all'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228)
1. Dopo il terzo comma dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, è inserito il seguente:
«È comunque istituito presso il Ministero dell'interno un apposito registro delle persone che non hanno fissa dimora. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità di funzionamento del registro attraverso l'utilizzo del sistema INA-SAIA».
“Prima vennero per i comunisti,
e io non dissi nulla
perché non ero comunista.
Poi vennero per i socialdemocratici
io non dissi nulla
perché non ero socialdemocratico
Poi vennero per i sindacalisti,
e io non dissi nulla
perché non ero sindacalista.
Poi vennero per gli ebrei,
e io non dissi nulla
perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa”
FONTE :
diaspor_africana_italia@yahoogroups.com
giovedì 13 novembre 2008
IMMIGRATI E LA LEGA
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ANTI-AMERICANO A SORPRESA
IERI
VIVA L'AMERICA VIVA USA!!!
VIVA KOSOVO!
BEN VENGA LO SCUDO IN POLONIA!
ANCHE IN ITALIA!
AMERICA E GEORGE ..I LOVE YOU!!!
OGGI
BOIA L AMERICA!!
NO AL KOSOVO!!!
NO NO ALLO SCUDO IN POLONIA!!
ABBASSO L'USA!!
FUORI TUTTI 'ABBRONZATI' DALL' ITALIA!!
martedì 11 novembre 2008
lunedì 10 novembre 2008
domenica 9 novembre 2008
HAMILTON NAKI..THE BLACK CLANDESTINE
- http://en.wikipedia.org/wiki/Hamilton_Naki
- http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_1041544130/Naki_Hamilton.html
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Chukwubike Okey C.
sabato 8 novembre 2008
GASPARRI ....OBAMA
«Obama? Ora Al Qaeda più contenta»
Bufera sulle parole di Gasparri
Il senatore Pdl: «Molti interrogativi su Barack». Poi la precisazione: «Difenderà democrazia». Il Pd all'attacca
ROMA - La vittoria di Barack Obama alle presidenziali Usa ma soprattutto le parole pronunciate da Maurizio Gasparri sul neopresidente democratico e sulla lotta al terrorismo sono state al centro di un botta e risposta proprio tra il presidente dei senatori del Pdl e la sua omologa del Pd, Anna Finocchiaro, nell'aula di Palazzo Madama. Scatenando una vivace polemica politica che ha poi varcato le soglie di Palazzo Madama. «Con Obama alla Casa Bianca Al Qaeda forse è più contenta» ha detto Gasparri nel corso della registrazione del Gr Rai parlando del 44esimo presidente degli Stati Uniti e dellla lotta al terrorismo (ascolta l'audio). Maurizio Gasparri
L'ATTACCO E LA REPLICA - Parole che hanno spinto la senatrice democratica siciliana a intervenire in aula, sottolineando che «dichiarazioni del genere minano i rapporti tra Usa e Italia». La Finocchiaro ha invitato gli uffici del Senato a «sbobinare il testo disponibile su Internet». Certo, «se poi Gasparri può dire di non avere mai detto quelle frasi, siamo tutti più sereni. Ma dobbiamo assumerci la responsabilità delle relazioni con il nostro maggiore alleato».
Dai banchi della maggioranza, Gasparri si è limitato a replicare che «la presidente Finocchiaro non ha motivo di ergersi a nuovo portavoce della presidenza degli Stati Uniti. Il tono del richiamo - ha sottolineato Gasparri - è esagerato e fuori luogo».
«SI SCUSI CON L'AMBASCIATA USA» - La miccia della polemica però era già stata innescata e ha varcato in poco tempo l'aula di Palazzo Madama. «Sarebbe istituzionalmente corretto che il senatore Maurizio Gasparri, dato il suo delicato ruolo parlamentare, si affrettasse a chiedere ufficialmente scusa agli Usa tramite il suo ambasciatore a Roma» ha detto Vincenco Cerami, ministro della Cultura del governo ombra del Pd. Da parte sua «Berlusconi, che ha una intelligenza politica di primo piano, cura bene il proprio aspetto seduttivo ed è bravo a creare relazioni, può darsi che segua questa linea nei confronti di Obama, che però mi sembra un uomo meno incline ai convenevoli, più dritto allo scopo». Luciano Violante provocatoriamente sottolinea che «volendo seguire la logica di Gasparri» si dovrebbe dire «che Al Qaeda i festeggiamenti li fece con Bush che negli ultimi otto anni non ha fatto altro che alimentare la guerra». E Fabio Evangelisti, presidente vicario del gruppo Idv alla Camera ha chiesto a Berlusconi «di prendere le distanze» e condannare «senza se e senza ma» le gravi parole di Gasparri.
«OBAMA NON SI PREOCCUPA DELLE MIE PAROLE» - Gasparri però respinge al mittente accuse e inviti a pubbliche scuse, provando a specificare meglio il suo pensiero su Obama, il terrorismo e Al Qaeda. «Sono stato accusato di critiche infondate a Barack Obama. In primo luogo non credo che il presidente degli Stati Uniti sia molto preoccupato da quanto possa dire io in riferimento alle recenti elezioni - ha controreplicato il presidente dei senatori del Pdl -. Notifico comunque alla senatrice Finocchiaro e ad altri colleghi della sinistra che alcune mie dichiarazioni rilasciate alla radio ad una domanda sulla possibilità di un mutamento della politica americana nelle aree investite dal terrorismo fondamentalista facevano riferimento a notizie rese note dalla stampa» (e qui Gasparri ha citato un articolo pubblicato il 31 ottobre dal Corriere dal titolo: «"Umiliare i repubblicani". L'appello di Al Qaeda in un video su Internet». Nuovo intervento sulle elezioni americane»). «A questo punto - ha aggiunto tra l'altro l'esponente del Pdl - tutti siamo convinti che Barack Obama darà continuità alla politica in difesa della democrazia e della legalità internazionale che ha contraddistinto gli Stati Uniti d'America indistintamente dalle presidenze che si sono alternate».
«NESSUN CASO» - A sostegno del presidente dei senatori Pdl il segretario della Dca-Pdl, Gianfranco Rotondi minimizza: «Gasparri è un po' come me: per una battuta fa saltare il banco. Non c'è da creare un caso. L'America resta l'America, chiunque vinca non cambia». - Solidarietà a Gasparri dal collega Pdl Mario Ferrara: «Maurizio è vittima della sterile critica demagogica di certa sinistra». «
MARONI - E Roberto Maroni ci tiene a dichiarare: «Non sono d'accordo con chi sostiene che la vittoria di Obama renderà felice Al Qaeda. Anzi sono convinto che non cambierà nulla nella lotta al terrorismo». Anche se ha tifato McCain, il ministro dell'Interno plaude alla «vittoria plebiscitaria» del democratico, dicendosi convinto che, con lui presidente degli Stati Uniti, l'Europa non sarà più trattata solo come l'ancella degli Usa.