Aveva paura, Kojoli, ghanese, quando per una gastroenterite non curata è stato portato d'urgenza all'ospedale di Foggia con 41 di febbre. E aveva paura anche Ahmed, sierraleonese, che si aggirava tra le vigne con la faccia butterata per chissà quale infezione. I raccoglitori di pomodori della Capitanata, tanti africani, quasi tutti clandestini, non potevano permettersi di farsi curare. Anche se per loro la sanità è gratuita. E se un medico mi denuncia? E se qualcuno mi scopre proprio mentre sono in fila all'ambulatorio? Li bloccava la paura, la diffidenza. Oggi qualcuno ha deciso di far diventare questa diffidenza un terrore.
Il terrore di essere segnalati 'all'autorità competente'. E la loro presenza invisibile, segreta, clandestina, denunciata proprio da chi dovrebbe aiutarli: i medici. Sono cinque senatori della Lega Nord (Bricolo, Mauro, Bodega, Mazzatorta e Vallardi) ad aver firmato un emendamento di modifica del Testo unico sull'immigrazione. Desiderano sopprimere il comma 5 dell'articolo 35. Quello che sancisce il principio di 'non segnalazione all'autorità'. Il testo in vigore recita: "L'accesso alle strutture sanitarie dello straniero non in regola con il permesso di soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità di Pubblica Sicurezza, tranne i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano". Il testo nuovo, ovvero la modifica del comma 4, recita: "... nel caso in cui la prestazione da erogare sia classificata come urgente e non differibile, il pagamento della tariffa o della quota di compartecipazione è posticipato. In caso di rifiuto del richiedente alla corresponsione di quanto dovuto ai sensi del presente comma, le strutture sanitarie ne trasmettono segnalazione all'autorità competente".
Oltre a poter rappresentare un'odiosa forma di delazione, la disposizione è gravida di catastrofiche conseguenze, denunciate a più riprese da tutte quelle organizzazioni che da dieci anni a questa parte, ovvero dall'introduzione della sanità gratuita per gli immigrati irregolari, operano a tutela delle loro condizioni di salute. Ma non solo. I cinque parlamentari che vogliono cambiare la legge forse non conoscono la Costituzione. O forse è proprio perchè la conoscono che vogliono cambiarla. E' il paradosso - o l'ossimoro - di essere insieme leghista e senatore della Repubblica italiana. La Costituzione stabilisce con chiarezza che la salute è un diritto umano. Articolo 32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". Un principio chiaro: il sistema sanitario del nostro Paese deve essere gratuito, solidaristico e universale.
La modifica del comma 4 (che nel Testo Unico non prevede oneri a carico di richiedenti privi di risorse economiche) introduce il principio di discriminazione economica: lo straniero che non può pagare subito, pagherà. E se non pagherà - o se non potrà pagare - verrà denunciato. Da anni, ai cittadini stranieri non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno sono assicurate cure abmbulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, nonchè continuative, per malattia e infortunio. Nella pratica, l'immigrato irregolare ha diritto, oltre alle cure urgenti, esenti da ticket, le prestazioni diagnostiche e terapeutiche non pericolose nell'immediato, ma che potrebbero determinare nel tempo maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicazioni, cronicizzazioni, aggravamenti). Così anche gravidanza e maternità: sono esenti da ticket, al pari delle cure per i minori irregolari e per chi ha più di 65 anni.
L'emendamento della Lega, smontando una cultura di assistenza sanitaria gratuita spesso erogata da strutture che si avvalgono di medici e operatori volontari, vanificherebbe un lavoro che, nelle parole di Medici Senza Frontiere (Msf), "ha portato a risultati importanti, come la riduzione dei tassi di Aids, la stabilizzazione di quelli della tubercolosi, la riduzione di esiti sfavorevoli negli indicatori materno-infantili (basso peso alla nascita, mortalità perinatale e neonatale.. ecc). Un provvedimento pericoloso, quello dei cinque senatori leghisti. Lo sostiene la Società italiana di Medicina delle Migrazioni, la già citata Msf, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici-chirurghi e odontoiatri, la Società italiana di Pediatria. Pericoloso per i seguenti motivi: spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggira ad ogni tutela sanitaria; incentiverà i rischi relativi agli aborti clandestini, alle gravidanze non tutelate, ai minori non assistiti; creerà situazioni di salute gravi, perchè gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza non differibile; avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili; aggraverà i costi della sanità pubblica, poichè le prestazioni di pronto soccorso dovranno comunque essere garantite e, in ragione dei mancati interventi di terapia e profilassi, le condizioni dei pazienti saranno più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati; spingerà molti operatori a una 'obiezione di coscienza' per il primato di scelte etiche e deontologiche.
Infine, aggiungiamo noi, alimenterà ulteriormente la paura di Ahmed e Kojoli e migliaia di altri, innescando nuove diffidenze in chi, suo malgrado, sarà costretto a rivolgersi a un medico. Proibito ammalarsi, in Italia, per gli immigrati senza permesso di soggiorno.
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