Grossi guai per Berlusconi, Gheddafi e Putin: casualità?
Published: 18 febbraio 2011Posted in: Crisi mondiale
Le rivolte del mondo arabo ci toccano molto da vicino, e non solo per il surplus di disperati che sbarcheranno a Lampedusa. Anche Silvio Berlusconi è traballante, proprio come i leader a sud del mediterraneo, ed è contestato nelle piazze: certo, variano i modi e la violenza rimane quasi solo verbale, almeno per ora. Ma il parallelismo potrebbe essere più che una coincidenza. Forse, un regolamento di conti.
In primo luogo, infatti, è interessante notare che le rivolte hanno toccato infine anche la Libia: e liberarsi di Gheddafi potrebbe essere, per ‘qualcuno’, l’ennesimo sassolino tolto dalla propria scarpa.
Secondo: non sarebbe un caso che la Russia si dimostri fredda e critica riguardo a ciò che sta avvenendo nel Mediterraneo. Secondo un interessante articolo de L’Occidentale, Putin avrebbe seri motivi di temere la stessa fine di Mubarak. L’attentato all’areoporto Domodedovo di Mosca del 24 gennaio scorso (36 morti), infatti, è stato rivendicato ancora una volta da Dokku Umarov, soprannominato “il Bin Laden ceceno” e altrimenti conosciuto come l’Emiro del Caucaso.
La Repubblica Cecena, spina nel fianco della madre Russia, potrebbe essere tra le prossime a saltare in aria. E la novità è che, incoraggiata dall’onda degli eventi, questa volta nella rivolta i ribelli potrebbero avere il sopravvento, facendo precipitare una situazione che ha trascinato la Russia in un conflitto sanguinosissimo logorando il prestigio di Putin.
Bisogna considerare, poi, che nel mondo arabo la rivolta potrebbe essere percepita a tinte molto meno laiche di come i media occidentali la rappresentino. E in Russia la presenza musulmana è sempre più consistente e sempre più determinante nelle proteste contro Putin. Perdere in Cecenia potrebbe dare coraggio e propulsione a moti centrifughi che potrebbero mandare in pezzi la Federazione Russa.
Gheddafi e Putin, dunque, rischiano di rimanere travolti. Sembra un caso che l’unico leader occidentale contro cui si sta scatenando una bufera giudiziaria e di piazza sia Berlusconi? Ancora una volta, i documenti rivelati da Wikileaks suonano come un avvertimento: amico intimo di uno, socio dell’altro. Ciò confermerebbe l’ipotesi secondo cui Silvio Berlusconi sarebbe ‘reo’ di essersi sottratto dall’influenza americana.
A voler pensar ‘male’, gli eventi di questo inizio 2011 assomigliano più a un regolamento di conti internazionale che a una spontanea affermazione della sovranità dei popoli. Soprattutto con la Clinton che propaganda la libertà della rete per tutti proprio mentre il governo USA riconferma integralmente il Patriot Act. La stessa libertà di parola che in patria ti fa perdere il posto di lavoro o essere schedato come terrorista per un post su Facebook.
In primo luogo, infatti, è interessante notare che le rivolte hanno toccato infine anche la Libia: e liberarsi di Gheddafi potrebbe essere, per ‘qualcuno’, l’ennesimo sassolino tolto dalla propria scarpa.
Secondo: non sarebbe un caso che la Russia si dimostri fredda e critica riguardo a ciò che sta avvenendo nel Mediterraneo. Secondo un interessante articolo de L’Occidentale, Putin avrebbe seri motivi di temere la stessa fine di Mubarak. L’attentato all’areoporto Domodedovo di Mosca del 24 gennaio scorso (36 morti), infatti, è stato rivendicato ancora una volta da Dokku Umarov, soprannominato “il Bin Laden ceceno” e altrimenti conosciuto come l’Emiro del Caucaso.
La Repubblica Cecena, spina nel fianco della madre Russia, potrebbe essere tra le prossime a saltare in aria. E la novità è che, incoraggiata dall’onda degli eventi, questa volta nella rivolta i ribelli potrebbero avere il sopravvento, facendo precipitare una situazione che ha trascinato la Russia in un conflitto sanguinosissimo logorando il prestigio di Putin.
Bisogna considerare, poi, che nel mondo arabo la rivolta potrebbe essere percepita a tinte molto meno laiche di come i media occidentali la rappresentino. E in Russia la presenza musulmana è sempre più consistente e sempre più determinante nelle proteste contro Putin. Perdere in Cecenia potrebbe dare coraggio e propulsione a moti centrifughi che potrebbero mandare in pezzi la Federazione Russa.
Gheddafi e Putin, dunque, rischiano di rimanere travolti. Sembra un caso che l’unico leader occidentale contro cui si sta scatenando una bufera giudiziaria e di piazza sia Berlusconi? Ancora una volta, i documenti rivelati da Wikileaks suonano come un avvertimento: amico intimo di uno, socio dell’altro. Ciò confermerebbe l’ipotesi secondo cui Silvio Berlusconi sarebbe ‘reo’ di essersi sottratto dall’influenza americana.
A voler pensar ‘male’, gli eventi di questo inizio 2011 assomigliano più a un regolamento di conti internazionale che a una spontanea affermazione della sovranità dei popoli. Soprattutto con la Clinton che propaganda la libertà della rete per tutti proprio mentre il governo USA riconferma integralmente il Patriot Act. La stessa libertà di parola che in patria ti fa perdere il posto di lavoro o essere schedato come terrorista per un post su Facebook.
http://www.fabioghioni.net/blog/2011/02/18/grossi-guai-per-berlusconi-gheddafi-e-putin-casualita/
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