Immigrati, chi denuncia lo sfruttatore
potrà avere il permesso di soggiorno
Il governo adotta norme con profonde innovazioni per la nuova legge sull'immigrazione. In particolare quella per combattere il caporalato che premia la denuncia con la regolarizzazione. Norma transitoria per i datori di lavoro per mettersi in regola
di VLADIMIRO POLCHI ROMA – Pene più severe per chi assume e sfrutta un immigrato irregolare. Permesso di soggiorno per sei mesi allo straniero vittima di "grave sfruttamento" che denuncia il suo datore di lavoro. Due norme che promettono di migliorare la vita dei migranti. Ma è la terza, la norma transitoria, che annuncia di rivoluzionare il destino di molti: la sanatoria per chi mette in regola il dipendente extracomunitario, stipulando finalmente un contratto alla luce del sole. E' questo il risultato del decreto legislativo che il Consiglio dei ministri oggi ha approvato in via definitiva.Via libera alla direttiva europea. Il decreto approvato su proposta del ministro per gli Affari europei e del ministro del Lavoro, recepisce finalmente la normativa comunitaria in materia: la direttiva europea (2009/52/CE) sulle "norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare". Nel nostro Paese impiegare chi non è in regola col permesso di soggiorno è già un reato previsto dalla legge Bossi-Fini e punito con l'arresto da tre mesi a un anno e una multa di cinquemila euro per ogni lavoratore impiegato. Ora le pene si fanno più severe: sanzioni aumentate, in particolare, se i lavoratori occupati sono più di tre, se sono minori in età non lavorativa o se sono sottoposti a condizioni di "pericolo".
Il permesso a chi denuncia. Non solo: l'immigrato, vittima di casi di "grave sfruttamento", che denuncia il suo datore di lavoro, potrà avere un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabili. E ancora: il decreto nei fatti potrebbe dare il via libera a una piccola sanatoria. Una norma transitoria permette, infatti, al datore di lavoro di "pentirsi" (entro una finestra temporale che si aprirà dopo la pubblicazione delle nuove norme) e denunciare i propri dipendenti irregolari. Stipulando contratti di lavoro e, dunque, avviando anche in questo modo il processo di regolarizzazione.
La regolarizzazione. Il ministro Andrea Riccardi qualche mese fa, ha infatti espresso l'opinione che fosse necessario accompagnare l'applicazione delle nuove norme con una breve fase transitoria che preveda la possibilità di un "ravvedimento operoso" per il datore di lavoro, permettendo allo stesso di adeguarsi in tempi congrui alla nuova disciplina, previo pagamento di una somma, per evitare sanzioni più gravi. Le Commissioni parlamentari della Camera (24 maggio 2012) e del Senato della Repubblica (4 e 5 giugno 2012) nel formulare il loro parere sullo schema di decreto legislativo hanno espresso a larga maggioranza la volontà di prevedere questa fase transitoria. I tecnici dei Ministeri interessati stanno ora lavorando per ultimare i dettagli. Si parla di una sanzione intorno ai 1.000 euro, oltre ai mancati pagamenti degli oneri fiscali, previdenziali ed assistenziali.
(06 luglio 2012)
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