Immigrati, Malta respinge nave italiana
con migranti. E la politica litiga ancora
All'alba due motovedette della Finanza hanno soccorso
al largo di Siracusa un gommone con 48 persone a bordo
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Malta blocca nave italiana. Il governo maltese non ha autorizzato l'ingresso nel porto della Valletta della nave Spica della Marina Militare Italiana, con a bordo 69 migranti, tra i quali 16 donne, recuperati ieri nel canale di Sicilia. Il salvataggio è avvenuto a circa 70 miglia sud di Lampedusa, in acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni Sar di ricerca e soccorso. Il pattugliatore, che in questo momento è fermo al limite delle acque territoriali maltesi, stava facendo rientro da Tripoli, dove aveva trasferito ieri mattina altri 162 extracomunitari respinti in Libia dalle autorità italiane.
Secondo alcune fonti la nave potrebbe ora fare rotta verso Porto Empedocle (Agrigento), ma non è escluso nemmeno un nuovi respingimento in Libia dei profughi. Dopo gli scontri diplomatici nei giorni scorsi tra Italia e Malta legati alla vicenda della Pinar, il mercantile turco rimasto fermo per quattro giorni con 144 migranti a bordo in attesa di un accordo sulla loro destinazione finale, La Valletta aveva detto di condividere pienamente la linea dei respingimenti adottato dal governo italiano.
La linea Maroni. Ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ribadito la linea «di fermezza in materia di immigrazione, che continuerà finchè gli sbarchi non cesseranno». In pochi giorni sono stati respinti oltre 500 clandestini, ha reso noto Maroni. La Cei ha invece sottolineato come la multiculturalità dell'Italia esista «già di fatto» e sia un «valore». La Lega incassa intanto il sostegno del premier Silvio Berlusconi alla 'linea-Maronì e ottiene rassicurazioni sul ddl sicurezza, sul quale domani verrà posta la fiducia.
Rao, respingimenti non tutela diritti umani. «I respingimenti sono uno strumento serio» ma siamo contrari a «respingimenti in un territorio dove i diritti umani non sono salvaguardati». Lo ha dichiarato Roberto Rao, componente della commissione Giustizia alla Camera per l'Udc nel corso della rubrica settimanale di Gr Parlamento “60 Minuti”, condotta dal direttore, Bruno Socillo.
Rutelli, respingere i clandestini con fermezza. «Respingere senza ipocrisie l'immigrazione clandestina». Lo chiede il senatore del Pd e presidente del Copasir, Francesco Rutelli, che, intervistato da “Il Mattino”, invita su questo il Pd a un vero riformismo. «Gli immigrati che sbarcano a Lampedusa li vediamo in tv, dimenticando che sono una quota minina di quelli che entrano in Italia - continua Rutelli - Certo, testimoniano l'inadeguatezza delle politiche del governo, che non mantiene gli impegni presi e tenta di nascondere gli insuccessi con dibattiti folli, tipo proposta di apartheid sui trasporti milanesi. Ma se noi pensassimo di reagire mandando un messaggio opposto ('in Italia entri chiunquè) sbaglieremmo alla grande. Anche qui deve esprimersi il riformismo del Pd». «In Italia vivono milioni di stranieri, indispensabili per prestazioni lavorative e sociali. Sono benvenuti, sono in grandissima parte onesti. I richiedenti asilo vanno accolti, secondo regole precise - aggiunge Rutelli -. I clandestini vanno respinti con fermezza. Le vittime della tratta vanno liberate dai loro schiavisti. Il razzismo è una intollerabile violazione dei diritti umani. È un grave limite del nostro dibattito: destre irresponsabili che guadagnano voti con slogan razzisti; alcune sinistre che li perdono con slogan idioti tipo “siamo tutti clandestini”».
Cicchitto, no al razzismo ma nemmeno Italia ventre molle dell'Europa. «Nell'autonomia della politica è un atto dovuto che lo Stato intervenga sulla qualità, sulla quantità e sulle caratteristiche dell'immigrazione nel nostro Paese. Infatti, con la legge Bossi-Fini ed altri provvedimenti la maggioranza ha fatto una scelta di fondo: regolamentare i flussi dell'immigrazione consentita e, conseguentemente, contrastare quella clandestina». Lo spiega Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. «Non c'è nessun sottinteso razzismo in tutto ciò, ma l'obiettivo di evitare che l'Italia diventi il ventre molle dell'Europa, tenendo conto, sia della durezza con cui gestiscono questo problema altri Paesi europei che s'affacciano sul Mediterraneo, come la Francia e la Spagna, sia dei dati che riguardano il tasso di criminalità molto elevato che caratterizza l'immigrazione clandestina. Sottoponiamo questa valutazione con il massimo rispetto, ma anche con la dovuta convinzione, alla Cei, che evidentemente ha tutto il diritto di avanzare le sue riflessioni e poi le forze politiche e il governo nella loro autonomia devono prendersi le loro responsabilità».
Casini: società multietnica significa vivere fuori dalla realtà. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha commentato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla società multietnica, poco prima di entrare nella chiesa del Sacro Cuore di Genova Carignano, dove si celebrano i funerali di don Gianni Baget Bozzo scomparso venerdì scorso. «Non so in che mondo viva Berlusconi -ha detto Casini- negare la società multietnica significa vivere fuori dalla realtà. Il problema non è dire no agli extracomunitari o alla società multirazziale che c'è già, ma dire sì ad un'accoglienza alle persone oneste ed essere rigorosi contro i clandestini e i disonesti. Mi sembra -ha aggiunto Casini- che ci sia molta demagogia nella posizione di chi dice no alla società multirazziale che in Italia c'è già. Nel momento -ha concluso Casini- in cui abbiamo un presidente degli Usa con la pelle nera, dire no alla società multietnica, mi sembra di tornare all'età delle caverne».
Cota: difendere la nostra identità. «Oggi più che mai dobbiamo difendere la nostra identità. Noi non vogliamo la società multietnica, nel senso che non vogliamo che quella che è la nostra identità, cioè l'insieme di storie, di costumi e tradizioni, venga cancellata e modificata da chi viene nel nostro territorio e non pensa di fare un processo di integrazione, ma di costruire situazioni di ghetto, di Stato nello Stato, dove pensa di applicare le sue regole». Lo ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Cota a Gr Parlamento.
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