DOTT. SANDRO DI MARIO .... CANDIDATO A SINDACO
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Notizie ed informazioni sulla vita degli stranieri in Italia e nella comunità-CE
E' accaduto alla stazione di Palermo: l'uomo è gravissimo
I nigeriani: non siamo eroi, il cuore ci ha detto di intervenire
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![]() Berlusconi: abbiamo posto fine ai barconi a Lampedusa. Ma a Lampedusa arriva barcone con 73 immigrati |
24 Maggio 2009 L'Italia rispetta il diritto d'asilo: Silvio Berlusconi lo ha sottolineato in una sua intervista andata in onda su Telereporter. 'C'e' il diritto d'asilo che noi rispettiamo': ha detto il premier parlando di immigrazione che, ha sottolineato, e' una questione che 'riguarda tutta l'Unione europea e ogni Stato - ha aggiunto - ha diritto di tenere chiuse le sue frontiere e di aprirle soltanto a chi va in quello Stato scappando da una situazione di mancanza di liberta' o di pericolo. E allora c'e' il diritto d'asilo che noi assolutamente riconosciamo'. 'Oppure - ha aggiunto - l'immigrazione deve essere regolare, di persone che entrano nel nostro Paese in modo regolare per inserirsi nel costume e nelle tradizioni e rispettare le leggi'. Non si placano le polemiche sul fronte immigrazione, con Massimo D'Alema che ricorda come in Italia ad uno come Obama si dovrebbe chiedere il permesso di soggiorno. Intanto il Viminale ha reso noto che questa settimana sono stati rimpatriati 68 extracomunitari irregolari, in gran parte nigeriani, marocchini e tunisini sbarcati a Lampedusa. E nell'isola c'e stato anche l'arrivo di un gommone con 73 migranti, intercettato dalla Guardia Costiera. Era da almeno un paio di giorni che la procura antimafia di Bari e la polizia erano in possesso di elementi che facevano ipotizzare l'imminente partenza dalla Libia di imbarcazioni con clandestini diretti in Italia. Frutto dell'indagine del pm di Bari Giuseppe Scelsi che a fine marzo ha seguito con intercettazioni telefoniche i commenti dei trafficanti nigeriani che avevano organizzato il viaggio concluso con il naufragio di due barconi e la morte di oltre 600 immigrati. Nella giornata il dibattito politico si e' sviluppato all'incontro dei giovani editori a La Bagnaia. 'Anche Obama e' figlio di un immigrato di seconda generazione: se vivesse in Italia dovrebbe chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno', ha detto D'Alema, spiegando che 'nel mondo vincono le societa' aperte. Se si ha paura degli immigrati e dell'Islam la vecchia Europa non puo' che perdere. Chi viene qui deve rispettare le nostre leggi e la Costituzione cosi' come noi italiani, ma poi serve una politica della integrazione'. D'Alema ha anche detto di condividere 'pienamente' le parole che Gianfranco Fini 'ha piu' volte usato sul tema; non posso invece condividere certe parole e certe proposte avanzate da parlamentari che - ha aggiunto D'Alema - non aiutano la convivenza alla quale bisogna educare'. Da parte sua il presidente della Camera ha detto: 'Dove sta scritto che la destra nei confronti dell'immigrazione debba essere solo 'respingiamoli', il che e' anche cosa giusta nel caso dei clandestini? Io dico integriamoli'. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini l'Europa 'deve portare lo sviluppo nei paesi da dove arrivano flussi migratori di persone'. Frattini ritiene che 'l'Europa debba andare alle radici profonde dell'immigrazione; per questo dobbiamo portare lo sviluppo nei loro paesi; quando arrivano a Lampedusa e' troppo tardi'. Quanto agli immigrati, per Frattini bisogna 'distinguere tra legalita' e illegalita', tra persone oneste e quelli che entrano illegalmente e lavorano nell'economia in nero. Legalita' e illegalita' non sono la stessa cosa, altrimenti agli immigrati che sono legali che lezioni diamo?'. Di Europa ha parlato anche il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi: 'Sull'immigrazione l'Europa ha lasciato sola l'Italia, a dimostrazione che questa Europa non funziona, e' assente dal Mediterraneo e l'immigrazione e' diventata un problema gravissimo'. Ronchi ha anche ribadito che 'le politiche sull'immigrazione adottate del governo sono perfettamente in sintonia con quelle europee'. Mentre il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, ha detto che i respingimenti sono un 'nostro pieno diritto e continueremo, ne faremo di piu', perche' il diritto internazionale, gli accordi fatti con molti paesi a partire dalla Libia, ci consentono di respingere chi entra illegalmente in Italia'. Ma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ritiene che si debbano 'evitare respingimenti indifferenziati' per rispettare le 'singole vicende umane'. |
Berlusconi piangeva per i migranti - Ballarò - 12/05/2009
nuovo programma di rai3, riccardo iacona, presa diretta. 1 febbraio 2009 - migranti - italiani in svizzera
All'alba due motovedette della Finanza hanno soccorso
al largo di Siracusa un gommone con 48 persone a bordo
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Guantanamo Libya. The new Italian border police
Nothing strange, says the lawyer Abdussalam Edgaimish. Libyan law does not provide free legal aid for crimes punishable by less than three years. Edgaimish is the director of the Bar of Tripoli. He welcomes us in his office, in the First September road. He explains us that the practice of arrest and detention of immigrants have nor legal basis neither a validation from the court. Any Libyan citizen, according to the law, could not be deprived of liberty without a warrant of arrest. But for foreigners it is not the same. Police raids are usual. The practice is that of house-to-house raids in the suburbs of Tripoli. Mustafa O. Attir think the same. He is professor of sociology in the Tripoli University of El Fatah. "It is not simply a problem of racism. Libyans are kind with foreigners. It is a matter of police." Attir knows what he says. He visited Libyan prisons as a researcher in 1972, 1984 and 1986. Police officers have no education – he tells us - and are instead educated to the concept of punishment. ![]() Read also: Libya: inside the immigrants detention centre of Misratah Border Sahara: the detention centres in the Libyan desert Download the Fortress Europe 2007 Report: Escape from Tripoli |
Speciale Libia: cosa accadrà ai 227 emigranti respinti a Tripoli?"Le espulsioni collettive di migranti dall'Italia alla Libia costituiscono una violazione del principio di non refoulement. Le autorità italiane non hanno rispettato i loro obblighi internazionali". Era il 14 aprile del 2005 e il Parlamento Europeo adottava una risoluzione di condanna contro le deportazioni collettive con cui il Governo italiano aveva espulso in Libia 1.500 persone intercettate al largo di Lampedusa tra l'ottobre 2004 e il marzo 2005. "Il parlamento europeo - continuava la risoluzione su Lampedusa P6_TA(2005)0138 - è profondamente preoccupato sul destino di centinaia di richiedenti asilo respinti in Libia, dal momento che questo paese non ha firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati, non ha un sistema d'asilo, non offre garanzie effettive per i diritti di rifugiati, e pratica arresti arbitrari detenzioni e espulsioni". Un mese dopo, il 10 maggio del 2005, la Corte europea dei diritti umani sospese l'espulsione da Lampedusa di 11 cittadini stranieri sbarcati a marzo e che avevano presentato ricorso. Quattro anni dopo, ciò che ieri era illegale è divenuto regola d'ingaggio dei pattugliamenti di Frontex partiti la settimana scorsa nel Canale di Sicilia. Adesso però le questioni sono due. La prima: che ne sarà del soccorso in mare, quando la priorità non è più la vita dei naufraghi, ma le trattative sul dove portarli? Maroni presenta i 600 salvataggi fatti dalle nostre unità in acque maltesi come un peccato originale. In realtà fanno onore alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina militare. Perchè questa gente non viaggia su navi di crociera. Ma su vecchi legni malmessi. Tutti ricordino che sono quasi 4.000 le vite umane che il mare di Sicilia si è ingoiato negli ultimi dieci anni! Bene, rischiano di morirne altrettanti ora che la nostra Guardia costiera ha ricevuto l'ordine di non intervenire in alto mare, senza autorizzazione del ministero dell'Interno, previa consultazione-scontro con Malta. Ieri è andata bene perché il mare era calmo. Ma col mare in tempesta e onde altre quattro metri, bastano pochi minuti di ritardo a decidere la morte di centinaia di persone. La seconda questione è: che cosa succederà ai migranti respinti in Libia? Sappiamo già che sono stati arrestati e detenuti nel carcere di Tuaisha, a Tripoli, fatta eccezione per una donna ricoverata in ospedale dopo sei giorni trascorsi in mare. Adesso, a seconda delle nazionalità, alcuni saranno rimpatriati in pochi giorni (ad esempio verso Tunisia e Egitto), altri saranno tenuti a marcire nelle carceri libiche per mesi, o per anni. In che condizioni? Lo scriviamo da tre anni. Per l'ennesima volta vi riproponiamo i nostri esclusivi reportage. Nella speranza che la stampa ne faccia buon uso, anziché continuare a leccare le scarpe ai ministri. I nostri reportage Guantanamo Libia. I nuovi gendarmi dell'Italia Frontiera Sahara. I campi di detenzione nel deserto libico Reportage dalla Libia: siamo entrati a Misratah ![]() E poi le nostre inchieste: Libia: arrestati i superstiti del naufragio, sono a Tuaisha "Così le navi di Frontex ci respinsero in Libia" Dall'Unione europea 20 milioni alla Libia contro l'immigrazione Libia: ecco le foto dei campi di detenzione La Libia cerca immigrati in Asia, mentre l'Oim pensa ai rimpatri Libia: ecco il testo dell'accordo segreto con l´Italia Italia-Libia: Berlusconi firma l'accordo. Presto i pattugliamenti Italia - Libia: Prodi firma l'accordo per il pattugliamento congiunto Marocco: le testimonianze degli harragas arrestati in Libia Per testimonianze audio potete scaricare questo file Libia: esclusiva intervista con i rifugiati detenuti a Zawiyah |
Veronica Lario si prepara a chiedere il divorzio dal marito, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Lo scrivono oggi i quotidiani La Repubblica e La Stampa, aggiungendo che la moglie del premier avrebbe già individuato un avvocato donna cui far preparare le pratiche per mettere fine al matrimonio celebrato nel 1990. Continua a leggere questa notizia
Palazzo Chigi al momento non ha voluto commentare la notizia.
"Sono stata costretta a questo passo, non voglio aggiungere altro", ha detto la first lady al giornale di Torino, dopo la lettera scritta all'Ansa martedì scorso in cui descriveva "ciarpame senza pudore" la possibile candidatura alle elezioni europee di cosiddette 'veline'.
"Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione", aveva scritto nella lettera. "Dobbiamo subirla e ci fa soffrire".
Secondo La Stampa, non ci sono possibilità che Veronica Lario cambi idea, soprattutto dopo la partecipazione di Berlusconi alla festa per i 18 anni a Napoli di una ragazza, nonostante lui non abbia mai partecipato a quelle dei suoi figli, "pur essendo stato invitato".
"La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni", avrebbe detto la donna al suo entourage nei giorni scorsi, secondo Repubblica.
Il quotidiano scrive che la first lady avrebbe preso contatti il primo maggio con un avvocato donna, "una persona di cui mi posso fidare fino in fondo", spiegandole che "finalmente posso tirare giù il sipario, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro".
Già due anni fa Veronica Lario aveva critico l'atteggiamento del premier in fatto di donne in una lettera a Repubblica, dopo alcuni apprezzamenti rivolti da Berlusconi ad alcune signore in occasione di una cena di gala.