Roma, pakistano in fin di vita dopo un pestaggio: forse un raid razzista
di Luca Lippera
ROMA (29 marzo) - «Chi siete? Ma che volete?». Mohammad Basharat, 35 anni, un negoziante pakistano, non capiva. Cinque giovani italiani mai visti e conosciuti capelli corti, orecchini, berrettini da baseball lo stavano tirando fuori a forza da un furgone fermo a un semaforo a Tor Bella Monaca e di sicuro non era un film. Un pugno devastante al volto gli ha spiegato in una frazione di secondo che c’era una caccia in corso e che c’era anche una preda: volevano lui, gli sconosciuti, e se non proprio lui la carnagione scura, i capelli dardeggianti come gli occhi, la faccia inconfondibile da straniero. È crollato a terra svenuto, Mohammad, e poi si è ripreso. Un’illusione: l’immigrato, colpito da «una vasta emorragia cerebrale», è crollato dopo poche ore: è stato operato al cervello e ora lotta per la vita nel Reparto Rianimazione del Policlinico “Casilino”.L’aggressione è avvenuta lunedì scorso nel primo pomeriggio. Ma fino a ieri era stata taciuta. La polizia ritiene «molto plausibile» l’ipotesi di un raid «a sfondo xenofobo» anche se «alla vittima non sono state rivolte espressioni esplicitamente razziste». Il commissariato “Casilino Nuovo”, che segue le indagini, ha trasmesso gli atti alla Squadra Mobile. I teppisti, tutti giovani intorno a vent’anni, non sono stati rintracciati. I carabinieri, sempre ieri, hanno arrestato a Tor Bella Monaca alcuni ragazzi con l’accusa di aver pestato «senza motivo» un bengalese. Le modalità sembrano simili all’assalto contro il pakistano. Si sta cercando di capire se i gruppuscoli fossero collegati. Mesi fa quattro adolescenti, sempre nella zona, assalirono un cinese alla fermata del bus, dopodiché toccò a un altro bengalese.C’è anche una tragedia nella tragedia. La moglie del pakistano, Karunasekera, del Bangladesh, era incinta di tre mesi. Era. Lo stress le è stato fatale. Venerdì la donna ha perso il bambino. «Mohammad è peggiorato nelle ultime ore racconta Faruk Tabassum, 42 anni, interprete, un connazionale amico di famiglia della vittima La Tac non va bene. Siamo pronti al peggio. È stata una cosa incredibile e non è bello che finora nessuno ne abbia parlato. Lunedì tra le tre e le quattro Mohammad era fermo alla guida del suo Fiat “Ducato” con un amico al fianco. Erano stati a fare la spesa al supermercato “Pewex” di Tor Bella Monaca e stavano lì vicino. Quelli sono arrivati all’improvviso e l’hanno tirato fuori. Lui non capiva. Poi c’è stato il pugno».Il pakistano, in Italia da dieci anni, ha un negozio di alimentari a Torre Angela. L’amico che era con lui nel furgone si chiama Naziq ed è coetaneo. È stato uno degli automobilisti italiani che seguivano il “Ducato” a dare l’allarme chiamando il “113”. «Hanno visto tutto continua Faruk Tabassum Mohammad, quando è arrivata la polizia, era a terra. Lì per lì, per paura di ritorsioni, ha detto di essersi sentito male. Ma in ospedale, prima di perdere conoscenza, ha raccontato tutto: gli agenti ormai avevano sentito i testimoni». Basharat era stato trattenuto in Osservazione al “Policlinico Casilino”. «Martedì mattina aggiunge l’amico i medici si sono resi conto che si stava “paralizzando”. Non rispondeva più. Hanno chiamato di corsa la moglie per farsi autorizzare a operarlo. Il pugno gli ha provocato un’emorragia cerebrale: una cosa incredibile». A Tor Bella Monaca, periferia est, storie che si ripetono, qualcosa che sta accadendo
Dal Messaggero on line
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