Lettera aperta dalla Romania
(pubblicata sul Messaggero on line)
Cara redazione ho pensato da scrivere questa lettera perché era il mio dovere farlo. Tanti anni fa quando ero bambino ho letto una belissima favola romena scritta da Petre Ispirescu. La favola raccontava di un figlio di un re andato via di casa e ritornato indietro poco tempo dopo. Quando è tornato era tutto cambiato, il paesaggio, le case, le persone, non aveva più famiglia. Il nome dalla favola è "giovinezza senza vecchiaia e vita senza morte". In poche parole lo scrittore anticipava senza sapere il cosiddetto tempo biologico. Io ho vissuto a Roma per 10 anni che non sono pochi. Non dimenticherò mai la prima volta quando sono arrivato, nel novembre 1995. Era un mondo diverso di tutto quello che conoscevo. I primi tempi sono i più duri, tante volte gli amici non sono amici e puoi rimanere per strada senza nessuno. Ero impaurito, non sapevo una parola d'italiano, mi sentivo come catapultato e abbandonato. Paese diverso, lingua diversa.Dopo 2 anni di sacrifici sono riuscito a avere una stanza in affitto. Pian piano come un bambino che impara a caminare ho imparato la lingua, un mestiere e ho cominciato ad amare Roma giorno dopo giorno. L'ho amata come una donna misteriosa e cosmopolita, come una madre che non era con me, come tutti i miei affetti rimasti in Romania.Gli anni sono passati l'amore è rimasto lo stesso. Adesso sono in Romania e ho paura. Ho paura per la disillusione da trovare una città cambiata in un solo anno. Ho paura da sentirmi tradito non da lei, ma da altre cose. Tante volte pensavo "cosa posso fare io per Roma?". Alla fine la risposta l'ho trovata: mi devo comportare bene e rispettare ogni sanpietrino di Roma.A Roma piace essere corteggiata, però con molta gentilezza. Devi essere una brava persona così lei ti accetta. Se la ami con tutta tua anima il tuo amore verrà ricambiato con l'amore suo e della popolazione capitolina.Mi auguro che questa bufera mediatica finirà. Di più di questo mi auguro che certi miei connazionali capissero una volta per tutte che la delinquenza non è la strada per andare in paradiso. Per colpa loro soffrono persone italiane e non che non hanno colpe. Faccio un apello a tutti gli italiani: vi prego, non pensate che tutti i romeni sono delinquenti e che tutti dovrebero essere tratati alla stessa maniera.L'Italia è un paese civile con una grande storia e con un massimo apporto per l'umanità (rinascimento, scritori, pittori, scienziati e tanti altri). Non cambiate il vostro modo di essere, sono pochi quelli che sono la vergogna dalla Romania, è la stampa che li fa diventare di più. Avete l'altruismo e la bontà cristiana che ho trovato io 11 anni fa. Non vi preocupate, noi che vi rispettiamo siamo con voi. Non possiamo tacere vedendo come vanno le cose in Italia.Il mio appello non è per la classe politica di entrambi paesi, è per l'uomo comune. A lui mi appello con molta sincerità e gli chiedo scusa per gli stupri e tutto il resto fatti da alcuni che non si meritano il nome di romeni. Tutti quelli che delinquono non sono la Romania. Quello che fanno in Italia lo facevano pure qui. Non si diventa in pochi giorni stupratore, rapinatore, prosseneta oppure ubriacone. Non si può.I have a dream: voglio rivedere Roma come l'ho lasciata quando sono andato via. Non lo fate per me, fatelo per lei. E' l'unica cosa che chiedo, non voglio un posto di lavoro, andare in tv, fare grande fratello. Solo questo. Grazie Marius(28 marzo 2009)
martedì 31 marzo 2009
Una lettera che ci fa riflettere
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