venerdì 31 ottobre 2008
A un anno dal naufragio, Vendicari ricorda
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giovedì 30 ottobre 2008
Dossier immigrazione 2008
Caritas, dossier immigrazionein Italia quasi 4 milioni i regolari
Sono il 6,7% della popolazione; 1,5 milioni di lavoratori, 800mila iscritti al sindacato
In 500mila lavorano in nero. Molti sono imprenditori. Contribuiscono al Pil per il 9%
La stima nel rapporto stilato con Migrantes al di sopra della media Ue e dei dati IstatComunità romena la più numerosa, aumentano i minori e gli studenti
Nell'ultimo anno la popolazione straniera è aumentata di circa mezzo milione e la comunità straniera più grande, raddoppiata negli ultimi due anni, è quella romena con un milione di presenze stimate. Il 62,5% degli immigrati si trova al nord (oltre 2 milioni), il 25% al centro (poco meno di un milione) e circa il 10% nel mezzogiorno (quasi mezzo milione).
Gli immigrati nel territorio. La stima sulla presenza degli immigrati regolari in Italia varia quindi dai 3,5 milioni di residenti accertati dall'Istat e i 4 milioni ipotizzati dal dossier, ma per entrambi la popolazione immigrata è aumentata di diverse centinaia di migliaia di unità. Secondo il rapporto Caritas/Migrantes in Italia risultano presenti 3.987.000 persone regolarmente registrate. Gli immigrati sono uno ogni 15 residenti in Italia e uno ogni 15 studenti a scuola, ma quasi uno ogni 10 lavoratori occupati; inoltre, in un decimo dei matrimoni celebrati in Italia è coinvolto un partner straniero, così come un decimo delle nuove nascite va attribuito a entrambi i genitori stranieri.
Comunità romena la più numerosa. La comunità romena, raddoppiata nel giro di soli due anni, conta 625 mila residenti e, secondo le stime del dossier quasi un milione di presenze regolari. Al secondo posto gli albanesi con 402 mila presenze e subito dopo i marocchini a quota 366 mila. Mentre intorno alle 150 mila unità si collocano le collettività cinese e ucraina. In termini percentuali gli europei rappresentano il 52% del totale degli stranieri residenti in Italia, gli africani il 23,2%, gli asiatici il 16,1% e gli americani l'8,6%. Secondo le stime del dossier la regione con il maggior numero di stranieri regolari è la Lombardia (953.600 presenze pari al 23.9% del totale), seguita dal Lazio (480.700 pari al 12,1% del totale) e dal Veneto (473.800 pari all'11,9% del totale).
Popolazione minorile in aumento. Nel 2007 sono nati 64.000 bambini da entrambi i genitori stranieri e, se si tiene anche conto dei minori che vengono per ricongiungimento, emerge che la popolazione minorile aumenta in Italia al ritmo di 100.000 unità l'anno; i minori stranieri residenti sono 767.060, dei quali ben 457.345 di seconda generazione, ovvero nati in Italia e gli studenti figli di immigrati aumentano al ritmo di 70.000 unità l'anno sfiorando le 600.000 nell'anno scolastico 2007-2008 (574.133). Sono poco meno di 100 mila gli studenti romeni (92.734), albanesi (85.195) e marocchini (76.217), quasi 30.000 i cinesi, 20.000 gli ecuadoriani, 15.000 i tunisini, i serbi e i montenegrini.
Il lavoro e il sindacato. In Italia lavorano circa un milione e mezzo di immigrati, che rappresentano il 10% degli occupati in diversi comparti soprattutto al nord. A Brescia un lavoratore su cinque è nato all'estero. A Mantova, Lodi e Bergamo uno su sei. A Milano, uno su sette. In tutta la Lombardia quasi la metà dei nuovi assunti (45,6%) è nata all'estero. Un segnale della trasformazione radicale del mondo del lavoro riguarda le iscrizioni al sindacato: i tesserati immigrati hanno ampiamente superato la cifra di 800 mila lavoratori. Mentre la percentuale di iscritti al sindacato sul totale dei lavoratori è del 5%, la percentuale sul totale degli iscritti tra i lavoratori attivi raggiunge ormai il 12%.
Almeno 500mila lavorano in nero. Il dossier stima che almeno mezzo milione di stranieri sono già insediati e inseriti nel mercato del lavoro nero, seppure sprovvisti di permesso di soggiorno. Il lavoro nero fra gli immigrati, osserva il rapporto, "è enormemente diffuso non solo presso le famiglie ma anche nelle aziende con un'ampiezza sconosciuta negli altri paesi industrializzati. In tre anni (2005-2007) è stato presentato circa un milione e mezzo di domande di assunzione di lavoratori stranieri con un'incidenza rispetto alla popolazione straniera già residente che va dal 10% al 25% nel 2007 (ma addirittura del 33% rispetto ai lavoratori stranieri già occupati).
Imprenditori. L'85% delle aziende con titolari immigrati è stato costituito dal 2000 in poi. La collettività straniera che vanta tra le sue fila il maggior numero di imprenditori è quella marocchina, con 20 mila figure di questo tipo. Subito dopo arriva quella romena, tuttora in forte crescita, seguita dalla comunità cinese. Anche gli imprenditori albanesi non sono pochi con le loro 17 mila presenze. Il grosso dell'iniziativa degli immigrati che decidono di mettersi in proprio si concentra tra l'edilizia e il commercio: per entrambi i settori risultano quattro imprese su dieci.
Ricchezza prodotta e spesa sociale. Secondo una stima di Unioncamere, gli immigrati concorrono per il 9% alla creazione del Pil, tre punti in più rispetto all'incidenza sulla popolazione. Gli immigrati hanno un costo in termini di servizi e assistenza: i Comuni italiani spendono specificamente per gli immigrati il 2,4% della loro spesa sociale (nel 2005, ultimo dato disponibile, 137 milioni di euro). Tenendo conto che gli immigrati sono fruitori anche di servizi a carattere generale, si può stimare che attualmente per loro si possa arrivare a una spesa sociale di un miliardo di euro, ampiamente coperti dai 3,7 miliardi di euro che, secondo una stima del dossier, assicurano come gettito fiscale.
Raddoppiate le cittadinanze in tre anni. In tre anni, sono raddoppiati i casi di cittadinanza di stranieri: nel 2007 ad acquisire la cittadinanza italiana sono stati 38.466 stranieri. Il dato italiano è comunque uno fra i più bassi nell'Ue dove sono 700 mila i casi di cittadinanza registrati in Europa, quasi 2 mila al giorno.
La criminalità. L'analisi congiunta delle statistiche giudiziarie e penitenziarie relative agli anni Duemila porta a queste conclusioni: gli immigrati regolari hanno all'incirca lo stesso tasso di devianza degli italiani. Gli addebiti giudiziari sono più ricorrenti per gli immigrati irregolari. La maggiore preoccupazione va riferita alle "mele marce" delle diverse collettività immigrate e alla criminalità straniera organizzata, che sta prendendo piede anche in collaborazione con le organizzazioni malavitose locali.
Il dossier Caritas/Migrantes. E' diventato negli anni un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che si occupano della tematica. Per certi versi è ormai una fonte prioritaria, anche se nel passato sono state sollevate polemiche a proposito delle cifre. Nel dossier di quest'anno la questione viene affrontata direttamente, spiegando anche i criteri adottati e contribuendo quindi a svelare il mistero delle cifre dissonanti rispetto a quelle ufficiali dell'Istat e del ministero dell'Interno.
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Chukwubike Okey C.
RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE ...CAMBIA
Circolare Prot. n. 4660 del 28 ottobre 2008
Nuove disposizioni in materia di ricongiungimento familiare ai sensi dell'art. 29 del Testo Unico immigrazione, come modificato dal decreto legislativo n. 160 del 3 ottobre 2008.
mercoledì 29 ottobre 2008
LA GIUSTIZIA?....eeeh Qui è cosi amici miei
Femminicidi: Meredith Kercher e Giovanna Reggiani, se il colpevole è il negro o lo zingaro è più facile fare giustizia di Gennaro Carotenuto, Mercoledì 29 Ottobre 2008, 09:27 Ieri Rudi Guede è stato condannato a trent'anni di carcere in quanto colpevole di stupro e assassinio di Meredith Kercher a Perugia. Parallelamente è stato chiesto l'ergastolo per Romulus Nicolae Mailat, con ogni probabilità stupratore e assassino di Giovanna Reggiani a Roma. Sono due crimini orribili e due condanne (se anche quella di Mailat sarà confermata) ineccepibili anche per gravità. Di sicuro l'esposizione mediatica ha in questi casi favorito una giustizia rapida e senza tergiversazioni ed evitato che le difese potessero attuare tattiche dilatorie. Resta la considerazione, scomoda, che sia molto più facile far giustizia per un femminicidio in Italia quando il colpevole è un outsider, il negro o lo zingaro, e molto meno facile quando è un insider, un membro della comunità. Perciò vedremo (senza prevenzione) se sarà usato lo stesso metro per il ragazzo borghese difeso dall'avvocatessa e parlamentare di grido (Raffaele Sollecito e Giulia Buongiorno) o per la bella americanina (chissà perché usano il vezzeggiativo, come fidanzatini) Amanda Knox. Sheryl Grana ha studiato come: "i femminicidi sono ignorati o sensazionalizzati a seconda della razza, classe sociale e attrattiva della vittima". E' una costatazione che ci porta a concludere che la rappresentazione mediatica del femminicidio elude sempre i contorni e la portata del fenomeno per ragionare con i canoni dell'infotainement, dell'informazione intrattenimento. Esistono femminicidi glamour, per pruriti sessuali o speculazioni politiche, e altri che è interesse di troppi sopire. Esistono femminicidi con vittime e colpevoli perfetti e ne esistono altri che non corrispondono all'allarme sociale fatto percepire dall'opinione pubblica. E quindi non sorprende che non vi sia alcun interesse né esposizione mediatica per il processo a carico del rispettabile dentista Raffaele Caposiena, accusato di avere assassinato a martellate la sua convivente ecuadoriana di 21 anni, Sofia Margarita Varela Freire a Pesaro. O che sia calata un cortina di fumo sul processo agli assassini di Lorena Cultraro, la quattordicenne di Niscemi stuprata in gruppo, assassinata e buttata in un pozzo. O che sia in corso la più cinica delle speculazioni intorno al caso di Barbara Cicioni, incinta di otto mesi, ammazzata di botte dopo anni di maltrattamenti dal marito Roberto Spaccino (che aveva accusato "una banda di albanesi"), in maniera evidentemente premeditata, di nuovo nel perugino. Chissà come finiranno i processi per tutti gli almeno 107 femminicidi commessi in Italia nel solo anno 2007, la stragrande maggioranza dei quali non merita neanche una breve in cronaca. Sono 126 con quelli di gennaio 2008 (101 erano stati nel 2006) e sono stati studiati da Sonia Giari in un documento eccellente che i giornalisti che si occupano di questi casi dovrebbero mandare a memoria: La mattanza. Femminicidio ricerche sulla stampa italiana nell'anno 2007. La lettura dello studio di Sonia Giari, che elenca sommariamente tutti i casi, conferma quello che si conosce ma che i media tradizionali nascondono sistematicamente all'opinione pubblica e che quindi il giornalismo partecipativo ha il dovere di far notare ogni volta che può. Il 35% degli assassini (o presunti tali) è il legittimo consorte della donna uccisa. Addirittura i tre quarti delle donne sono uccise da un familiare. Oltre al marito (e padri, figli eccetera) c'è il fidanzato, l'amante, ma soprattutto l'ex. Tutti uccidono per i motivi arcaici di sempre, possesso, onore, sapere di avere la forza come arma per sostituire la ragione. Del quarto rimanente la metà dei crimini è commesso da amici e conoscenti. Quindi solo un femminicidio su otto in Italia, circa uno al mese, è commesso da sconosciuti. Ed è molto più comune che un uomo italiano, come nel caso di Sofia, uccida una donna straniera che il caso di un uomo straniero, possibilmente di razze inferiori, negri o zingari per capirci, che uccida "le nostre donne". Non basta. Sofia, Lorena, Barbara sono tre delle decine di casi nei quali la nostra opinione pubblica sceglie o è indotta a fare il tifo per l'assassino senza neanche vergognarsene. Nel contesto spesso provinciale dei femminicidi nei sette ottavi dei casi l'assassino ha almeno altrettanti legami familiari e relazioni sociali della vittima. E' un intreccio che genera omertà, il silenzio, l'elusione, soprattutto quando l'uomo è ricco, potente, influente. E' complice il complesso mediatico, sono senza ritegno i legulei che falsificano contesti insinuando colpe di chi non si può più difendere, è colpevole lo squallore della politica che fabbrica consenso andando a caccia del nemico esterno. E l'opinione pubblica, il peso delle culture dominanti, non sono ininfluenti nei percorsi di impunità. Generano impunità. I processi per femminicidio stessi stanno modificandosi e in peggio. Fino a pochi anni fa le difese puntavano sull'infermità mentale, sull'incapacità di intendere, sul raptus di follia. Adesso le difese puntano dritte sull'impunità. E' una strategia che paga e in genere trova un'opinione pubblica disponibile. Se lo possono permettere. E' infatti una strategia interna alla cultura troglodita, arcaica nonostante la nostra apparente modernità, per la quale l'omo è omo e la donna provoca. Ed è una cultura che nell'attuale fase storica non può che portarci ad ulteriori regressioni visto che viviamo in una società dove la gerarchizzazione della quale è sempre più caratterizzante. C'è un caso simbolico in questo, anche se per pura casualità non si concluse con la morte, successo nella tranquilla provincia di Macerata. Nell'estate del 2006 Bruno Carletti, direttore artistico del teatro della città, massacrò di botte l'ex moglie, Francesca Baleani. Credendola morta ebbe la lucidità di disfarsi del corpo. La chiuse in un porta abiti, la caricò in macchina, e la buttò in un cassonetto dei rifiuti in un posto isolato. La donna si salvò per incredibili circostanze fortunate ma sul crimine di Bruno Carletti, ricco, potente, membro dell'establishment sociale e culturale della città, calò il silenzio. Lui, dopo poche settimane di carcere, riuscì a farsi affidare ad una comodità a pochi km di distanza e cominciò a pretendere perdono da lei e dalla città di essere riaccettato alla vita di prima, trovando nella migliore delle ipotesi occhi abbassati ma mai disprezzo dichiarato. E così il femminicidio è la cartina tornasole di una società che sta tornando predemocratica e dove regnano gerarchia e ordine sociale. L'uomo può disporre della donna. Il ricco è sopra il povero. Il forte può abusare del debole. Il bianco può incolpare il nero. E' così elementare e dicotomica la cultura dell'uomo bianco italiano senza differenze per una volta tra Nord e Sud. Uccide ancora per possesso o per onore come mill'anni fa. Sempre più spesso è lucido nell'occultare prove e cadavere, l'ha visto fare in diecimila telefilm. Poi si autoconvince, e trova un intorno sociale compiacente, di non meritare alcuna punizione: in fondo mica è un criminale, è un gran lavoratore, è un bravo ragazzo, una persona così per bene, salutava sempre, oramai la moglie l'ha ammazzata, mica può reiterare il reato, che ci sta a fare in galera, e poi anche lei… qualcosa avrà fatto lei perché lui reagisse così. Il caso Spaccino è simbolico, come quello di Garlasco, dove l'intero paese fa quadrato intorno ad Alberto Stasi. Possiamo stupirci che centinaia di Bruno Carletti proprio non capiscano che senso abbia punirli? Ieri abbiamo fatto giustizia del negro e dello zingaro, ma il mostro è tra noi. A questo link la sezione femminicidi del sito. Ha collaborato Barbara Spinelli. |
Dossier Statistico Immigrazione
Caritas Italiana, Caritas di Roma, Fondazione Migrantes
invitano alla presentazione del
Dossier Statistico Immigrazione 2008 XVIII Rapporto
Giovedì, 30 ottobre 2008, ore 10.30 Teatro Orione - Via Tortona, 7 (Metro A – Re di Roma)
Il volume sarà distribuito ai partecipanti |
domenica 26 ottobre 2008
sabato 25 ottobre 2008
Maledizione africana
La statuetta in bronzo dell'etnia Ashanti Ghana, che è stata rubata lunedì scorso al complesso del S. Spirito, deve tornare al suo posto prima della fine della mostra, altrimenti scatterà la maledizione. A lanciare l'avvertimento è di Emilio Giani, collezionista di "Spiriti Africani", la collaterale della mostra-mercato "Antiquari nella Roma Rinascimentale", al complesso monumentale del S. Spirito in Sassia fino a domenica 26 ottobre. Giani, dopo il furto del raro pezzo della collezione, che risale al 1800 e ha un valore di almeno 15 mila euro ha rispolverato libri e appunti, risalendo alla storia della statuetta nera. "Non solo quest'opera è legata ad un rito di Magia Nera di una tribù africana, ma il metallo con cui è stata realizzata - spiega - proviene dalla fusione delle monete di scambio per acquistare gli schiavi nel 1600 - 1700, ed è denso di sofferenza". Inoltre, la statuetta, ottenuta col processo della cera persa, e raffigurante un cavaliere con la spada sguainata, fu utilizzata come contrappeso della bilancia per la misurazione dell'oro. "Molti ricercatori d'oro di quei tempi - fa ancora Giani - sono morti per la bramosia del metallo prezioso, sono anche stati assassinati e depredati. La statuetta è testimone di tutte queste energie negative, che potrebbero essersi risvegliate con il recente furto alla mostra per scatenarsi sull'autore del misfatto. Solo se tornerà al suo posto potrà rientrare la maledizione".
STOP RAZZISMO......PD
Caro Dott Okpara, E' una idea grandiosa manifestare contro il razzismo sempre ed invito tutti a partecipare, ma mi tolga una curiosità; perché le persone (immigrati) 'che contano a Roma'...... hanno disertato la manifestazione del 4 Ottobre? Forse perché non c'errano bandirei dei partiti politici (destra o sinistra) per 'ruffinare dietro'? Fratello abbiamo ancora tanto da camminare per essere liberi di a da tutti. Ci vediamo oggi a Roma inshallah. Charles ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- --- On Fri, 10/24/08, CHRISTIAN OKPARA <christianokpara@ hotmail.com> wrote: From: CHRISTIAN OKPARA <christianokpara@ hotmail.com> MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL PD "SALVA L'ITALIA" SABATO 25 OTTOBRE
L'appuntamento è per sabato 25 ottobre, ore 13.45, a Piazza della Repubblica, davanti alla Chiesa di S. Maria degli Angeli, dietro allo striscione "NO AL RAZZISMO"
Passaparola!
In allegato trovi il testo dell'appello nazionale del PD "No al razzismo". Aderisci scrivendo a uguaglianze@ partitodemocrati co.it e diffondilo. |
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venerdì 24 ottobre 2008
Altro articolo su atto razzista piccolo piccolo
Alla base della violenta aggressione da parte di un pregiudicato genovese ci sarebbero essere motivi razziali. Infatti, anche durante il pestaggio, avvenuto a colpi di manganello, il venticinquenne avrebbe più volte pronunciato: "Sporco albanese". L’aggressore è stato prontamente arrestato dai carabinieri. Per lui il capo d’accusa è di tentato omicidio volontario. La cosa più inquietante della vicenda è che il reato era stato preannunciato tanto che il giovane albanese, da 15 anni in Italia, aveva già denunciato l'aggressore per minacce razziste e di morte
giovedì 23 ottobre 2008
FLUSSI....Altri quattromila permessi in arrivo
Altri quattromila permessi in arrivo
Già 25 mila gli stranieri residenti in città
Nel Padovano le pratiche presentate ammontano a 15.334 (per due terzi da persone che già vivono in Italia); gli ingressi già concessi risultano poco più del 20%, ovvero 3100, di cui 1200 rilasciati a badanti. Adesso, in pratica, si procederà allo scorrimento della graduatoria, pescando tra le istanze non evase. Se i numeri verranno confermati, i nuovi nullaosta potrebbero essere all'incirca 4000. Una cifra che, suppergiù, corrisponde al numero degli stranieri non comunitari (3.692) - come puntualizza Claudio Sarcona, dirigente del settore Lavoro della Provincia - che risultano iscritti come disoccupati alle liste di collocamento: si tratta del 22% del totale dei disoccupati.
Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 30 ottobre 2007 stabilisce che «per l'anno 2007 sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini stranieri non comunitari entro una quota massima di 170 mila unità. Ammontano a 47.100 gli ingressi riservati a cittadini di Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione: 4.500 albanesi, 1.000 algerini, 3,000 bengalesi, 8.000 egiziani, 5.000 egiziani, 5.000 filippini, 1.000 ghanesi, 4.500 marocchini, 6.500 moldavi, 1.500 nigeriani, 1.000 pakistani, 1.000 senegalesi, 100 somali, 3.500 cingalesi, 4.000 tunisini e 2.500 cittadini di altri Paesi. Per quanto riguarda le tipologie lavorative, sono previsti 65.000 ingressi per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona; 14.200 ingressi per il settore edile; 1.000 ingressi per dirigenti; 500 ingressi per conducenti; 200 ingressi per la pesca marittima: 30.000 interessi per i restanti settori produttivi.
I dati (resi noti dal ministero dell'Interno) delle pratiche presentate al 7 febbraio 2008 collocavano la provincia di Padova (14.679 istanze) al 14º posto per numero di domande: in testa Milano (76.092) davanti a Roma (45.652), Brescia (43.333), Napoli (23.993), Bergamo (22.569), Torino (22.020), Bologna (21.453), Verona (20.228), Modena (19.227), Vicenza (17.394), Treviso (15.873), Firenze (15.077) e Venezia (14.901).
mercoledì 22 ottobre 2008
vietato l'ingresso ai negri
«Vietato l'ingresso ai negri»
Provocazione al bar «Alle 3 Botti», interviene la Digos
Per riaprire dopo lo stop di un mese imposto dal questore Luigi Savina hanno scelto l’«alto» profilo. Al bar Alle 3 Botti di via Buonarroti, il quarto (botto) è una provocazione che sconfina nel reato: «Vietato l’ingresso ai negri. Irregolari e pregiudicati». A scrivere sulla lavagna bianca - poi esposta davanti al locale - è la figlia della titolare Vincenza D’Andrizza. In rosso c’è scritto: «Questo è quello che la legge vuole. Ex art. 100 (citando il testo unico di pubblica sicurezza). A fianco di Vincenza D’Andrizza la madre Lucia De Florio che scrolla le spalle. «Lo so che questo non va bene - risponde la signora De Florio - ma ci hanno detto di cambiare clientela. L’ultima volta che mi hanno chiuso il bar hanno trovato all’interno alcuni ragazzi clandestini. Ma io non posso chiedere loro i documenti per sapere se sono in regola o meno. E non posso nemmeno sapere se sono pregiudicati. Per cui è meglio che gli extracomunitari non entrino più. Così almeno non rischio. Se mi chiudono per la terza volta mi revocano la licenza. Io ci ho messo i soldi in questa attività. Ho investito per il futuro e per i miei figli».Sono da poco passate le 17. Il bar Alle 3 Botti è a un tiro di schioppo dall’incrocio con via Malta e via Toti. Lì ci sono i bazar nigeriani. Molti africani sono clienti del bar. Qualcuno guarda la lavagna e si ferma. Altri si indignano. Come Enby, in Italia dal 1993. «Non capisco il motivo di esporre un cartello del genere - questiona proprio di fronte all’esercizio pubblico - Io qui ci venivo qualche volta. Era l’unico bar che potevo frequentare tranquillamente. Perché in altri bar della zona, quando entri ti guardano come fossi un animale. Sì, scrivilo per favore. E’ la parola giusta. Un animale. Ti guardano come un animale». Vincent, invece, titolare di uno dei bazar di via Malta coglie la provocazione. Stringe la mano a Vincenza D’Andrizza, poi piazza la stoccata. «Padova non vuole gli stranieri - aggiunge - Padova è una città razzista. Io ho vissuto anche in altre città italiane. Nessuna è come Padova. Qui il clima è pesante. I padovani pensano che il degrado sia una colpa degli africani».
Il bar Alle 3 Botti ha aperto i battenti il 19 aprile 2007 in via Buonarroti, in uno spazio al piano terra che era chiuso da tempo. A pochi metri c’è il nuovo centro dei servizi delle Acli. Il bar è il classico locale pubblico di periferia. Si mangia e si beve a buon mercato. Nell’ultimo anno molti africani sono diventati affezionati clienti. E i primi guai per la titolare sono iniziati la primavera scorsa quando alcuni residenti hanno inviato esposti in Comune e in questura segnalando gli schiamazzi notturni. Sono iniziati i controlli e le sanzioni. I primi di giugno il primo stop di 15 giorni. Con conseguente protesta anche da parte dagli avventori africani. A metà settembre il secondo provvedimento di chiusura: stavolta di un mese. Ieri la riapertura. «Qui torneremo indietro nel tempo - aggiunge la signora De Florio - e si faranno bar per bianchi e bar per neri. Perché chi ha il bar per bianchi avrà paura di dover chiudere se serve senza saperlo a persone clandestine. Tutto questo è incredibile. Compreso che io devo chiudere alle 19,30 e per sei mesi non potrò vendere alcolici. Domani andrò in Comune con la licenza. Zanonato deve sapere che ciò che mi è stato imposto non è giusto».Davanti al bar si è ormai radunato un piccolo capannello di persone. E arriva anche la polizia. Prima gli agenti motorizzati in divisa. Poi la Digos. Che ordina alla titolare di togliere il cartello. La lavagna viene spostata dentro il negozio, ma probabilmente scatteranno comunque le denunce. Intanto Max Gallob - arrivato poco prima della polizia - se la ride sotto barba e baffi. Era al corrente della provocazione, ma sottolinea di non entrarci per nulla. «Questo è il frutto delle folli politiche securitarie - sottolinea il leader del Centro Pedro - C’è chi fomenta le paure per poi dare false risposte. Centrosinistra e centrodestra, non importa: sono uguali. Purtroppo l’intolleranza ha raggiunto livelli incredibili. E le istituzioni hanno delle responsabilità per tutto questo. Dopo di che quello a cui stiamo assistendo è una provocazione incredibile». (ha collaborato Felice Paduano)
(21 ottobre 2008)
martedì 21 ottobre 2008
Violenza
L'episodio durante la fiera del rosario
Canicattì: 5 giovani aggrediscono romeno di 19 anni e lo riducono in fin di vita
Ignote le motivazioni del gesto criminoso. Colpito a calci e pugni, ora è in prognosi riservata
CANICATTI' (AGRIGENTO) - Aggredito e ridotto in fin di via un romeno di 19 anni. L'episodio si è verificato in via Carlo Alberto, a Canicattì. Viorel Ionita è stato avvicinato da cinque giovani, tutti italiani, mentre si stava tenendo la fiera del Rosario, alla periferia della città agrigentina, ed è stato colpito con pugni e calci. Soccorso, è trasferito all'ospedale Barone Lombardo. I medici si sono riservati la prognosi. Sull'episodio indaga la polizia che sta cercando di individuare gli autori dell'aggressione. Le condizioni del romeno vengono considerate estremamente gravi.
21 ottobre 2008
Corriere della Sera on line
Se fossero stati 5 rumeni ad attaccare un italiano, quali dimensioni avrebbe avuto?
domenica 19 ottobre 2008
Cure mediche non possibili per gli irregolari
Non è tutto. L'emendamento leghista mira anche a eliminare la gratuita delle cure per gli stranieri. Critica l'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione): "La previsione di sopprimere la gratuità della prestazione urgente o essenziale erogata agli stranieri non iscritti al servizio sanitario nazionale e privi di risorse economiche sufficienti, cozza con l'articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo, garantendo cure gratuite agli indigenti". Sul piede di guerra anche Medici senza Frontiere, che dal 2003 a oggi ha attivato in Italia 35 ambulatori per stranieri privi di permesso di soggiorno, visitando 18mila pazienti. "Con questo emendamento leghista - denuncia Antonio Virgilio, capo missione dei progetti italiani di Msf - si mette in seria discussione uno dei diritti fondamentali dell'uomo, quello alla salute". Sul fronte immigrazione si registra poi lo scontro tra Maroni e Chiamparino, intervenuti ieri a Saint Vincent, al convegno di studi della Fondazione Donat-Cattin. A dare fuoco alle polveri è il sindaco di Torino: "Il provvedimento del governo che prevede classi differenziate per bambini italiani e stranieri rischia di essere la base per un fenomeno banlieue". Il ministro Roberto Maroni replica: "L'Italia è tra i primi Paesi europei per la qualità dell'integrazione. Siamo al settimo posto su 25 paesi dell'Unione e se si considerano i cinque Paesi con il più alto tasso di immigrazione (Italia, Regno Unito, Spagna, Germania, Francia), il nostro è al primo posto". Poi aggiunge: "L'Italia dà asilo politico a oltre 8 mila persone all'anno". E infine: "Per risolvere il problema dell'immigrazione dalla Libia c'è un modo, occorre che il governo libico attui un accordo che già c'è".
(19 ottobre 2008)
Le notizie in Italia
Se lo zingaro è innocente, allora non c'è notizia
pubblicato il 16-10-2008 alle 20:40
Il 20 maggio scorso, a Catania, una coppia rom è stata arrestata vicino a un supermercato, con l'accusa di tentato rapimento di una bimba di tre anni. Dopo quattro mesi di galera, (sì, quattro mesi di galera, quanto è durato il processo per direttissima) i giudici li hanno prosciolti. Era tutto falso. Ma giornali e tv hanno snobbato la notizia, mentre avevano dato con grande enfasi quella del tentato rapimento. Non è una novità: anche quando un ubriaco al volante uccide un passante, il colonnaggio del titolo, o addirittura l'esistenza stessa dell'articolo, dipendono dalla nazionalità dell'omicida: ce ne siamo già occupati.Ho deciso quindi di ripubblicare il bell'articolo di Filippo Facci, apparso ieri sulla prima pagina de “Il Giornale" (che un omonimo lettore ci ha rispedito), sia perché è l'unico che abbia riccostruito il caso, sia perché non è così frequente leggere pezzi così spiccatamente anti-razzisti sul quotidiano milanese. Ma sarebbe bene richiamare alla mente altri recentissimi esempi, se non di amnesia, quanto meno di sottovalutazione della notizia: ricordate il pacchetto sicurezza che prevedeva l'arresto per i clandestini, e l'espulsione dei comunitari senza fissa dimora (leggi i rom)? Marcia indietro, niente carcere, l'Unione europea non vuole, ci sarà solo una multa. E niente espulsioni dei comunitari. Su queste due misure tutti avevano fatto grandi titoli di apertura. Ieri Maroni ne ha malinconicamente annunciato il declino: ma non c'è un quotidiano che oggi vi abbia dato rilievo di prima pagina. Così, cadrà piano piano nel dimenticatoio anche l'inattuabile mozione sulle “classi ponte” riservate solo ai bambini immigrati. Se arrivano quattro nuovi alunni stranieri nella scuola di un paese, che non masticano l'italiano, che facciamo: una classe soltanto per loro? Con quali soldi, con quali insegnanti? Il bisogno di sostegno c'è, e forte, ma non è certo questa la soluzione.Ecco dunque l'articolo di Filippo Facci, dalla prima pagina del “Giornale” di ieri, 15 ottobre. Titolo: Il razzismo c'è. Sulla carta
lunedì 13 ottobre 2008
Autobus per bianchi
Marocchina 16enne picchiata da gruppo: «Si è seduta su bus in posto di italiani»
Secondo gli investigatori si tratta di un episodio di bullismo tra adolescenti e non di razzismo
VARESE - Il nome di Rosa Parks vi dice qualcosa? In Italia forse no, ma negli Stati Uniti tutti sanno chi era. Il 1° dicembre 1955 l'afro-americana Rosa Parks si rifiutò di alzarsi da un posto «riservato ai bianchi» su un autobus di Montgomery (Alabama). Fu la scintilla che diede il via alle manifestazioni antirazziste guidate da Martin Luther King. Ebbene, un episodio simile è avvenuto venerdì scorso (ma si è saputo solo domenica) a Varese, anche se per gli investigatori non ha una connotazione razzista.
POSTO NON SUO - Una ragazza marocchina di 16 anni è stata picchiata in un raid da alcuni suoi coetanei, almeno sette. Il gruppo voleva «punirla» in quanto giovedì si era seduta su un autobus in un posto «non suo in quanto non italiana». L'episodio è stata denunciato dal padre della ragazza ai carabinieri, i quali hanno denunciato a piede libero con l'accusa di lesioni una delle presunte ragazze del gruppo, una 15enne che vive nel Varesotto. Al momento non vi è contestazione di aggravanti come le finalità di discriminazione razziale, perché in ambiente investigativo si tende a ritenere la violenza un episodio di bullismo fra adolescenti. La vittima, aggredita vicino alla stazione ferroviaria di Varese, è stata soccorsa dai volontari dei City Angels che operano nella zona ed è quindi stata portata al pronto soccorso per diverse contusioni. Il gruppo l'ha circondata per strada e pare che a picchiarla più pesantemente sia stata proprio una delle ragazze.
12 ottobre 2008
NO COMMENT
venerdì 10 ottobre 2008
LA LEGA E AFRICA
Iniziativa "pro Africa" |
Mostra in piazza La Lega contesta |
Pordenone «Una pagliacciata alla quale si è prestato anche il Comune di Pordenone». Non usa mezzi termini il capogruppo in Regione della Lega Nord, Danilo Narduzzi, per definire la mostra sull'Africa che da domani sino a domenica sarà allestita in piazzetta Calderari. Una mostra itinerante portata in città dalla Caritas con l'aiuto di molte altre Associazioni, dal titolo "Persone". Ma soprattutto una iniziativa d'impatto visto che per tre giorni in piazza saranno collocate una settantina di sagome umane che rappresentano i "nostri vicini di casa" impegnanti nelle varie professioni. Resta il fatto che la Lega ha deciso di alzare il tiro. «Chiederemo - attacca Narduzzi - chi ha pagato per una mostra che non ha senso. Non capiamo perchè il Comune di Pordenone anzichè aderire a simili cose non spenda i soldi per sistemare le aree cittadine in cui il disagio, per la presenza di stranieri, è evidente e più volte sottolineato dagli stessi residenti». Ma le Lega se la prende anche conalcune associazioni. «Valuteremo attentamente come spendo i soldi che chiedono a Comuni, Provincia e Regione. Mi chiedo - va avanti il capogruppo - se questa mostra non nasca dalla volontà di provocare piuttosto che integrare». Ma il Carroccio ha anche intenzione di attrezzarsi per una sorta di contro manifestazione. «Ne parlerò nel direttivo provinciale - spiega il capogruppo - e valuteremo una serie di iniziative. L'idea è quella di organizzare in concomitanza con la mostra un presidio in piazza Calderari dove distribuiremo materiale sulla presenza di stranieri e clandestini. Non è da escludere che possa anche essere realizzato un grande manifesto con le foto delle vittime, donne stuprate e malmenate, anziani rapinati e trucidati come la coppia di Gorgo al Monticano, dalla violenza di alcuni stranieri». C'è da aggiungere che la mostra itinerante oltre alla Caritas è stata resa possibile dal Comune capoluogo che ha patrocinato l'evento cedendo gratuitamente l'occupazione del suolo pubblico, ma anche dalla stessa Regione, ora amministrata dal centrodestra. Loris Del Frate http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Pordenone&Codice=3934528&Data=2008-10-9&Pagina=1 |
mercoledì 8 ottobre 2008
martedì 7 ottobre 2008
lunedì 6 ottobre 2008
SIAMO FELICI..... NON E SUCCESO NIENTE
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Il sindaco è felice.
La Gazzetta è felice.
Non è successo niente.
La prostituta nigeriana è felice.
Non è successo niente.
La prostituta nigeriana è infelice.
Non è successo niente.
La bella Parma è felice.
Non è successo niente.
Emmanuel "negro" è felice.
Non è successo niente.
Matteo Cambi è felice.
Non è successo niente.
Tanzi è felice.
Non è successo niente. Io sono infelice:
si vede che non ho capito niente...
http://parma.repubblica.it/dettaglio-inviato?idarticolo=repparma_1523132&idmessaggio=768922
I giorni dell' odio
Flora Martinelli accusa una zingara di 16 anni di aver tentato di rapire la sua bambina, l'accusa si rivela falsa ma la popolazione per diversi giorni assalta cinque campi rom a colpi di bottiglie molotov; un vero e proprio pogrom con immagini che riportano alla memoria le deportazioni ai tempi del fascismo; 700 nomadi sono costretti a fuggire, ma per settimane i loro insediamenti vengono presi di mira dalla popolazione.
20 MAGGIO, ROMA
Le «ronde» di cittadini per la sicurezza dalla Padania dilagano in tutta Italia e contagiano anche le amministrazioni di sinistra. A Salerno a guidarle è il sindaco Vincenzo De Luca (Pd, ex Pci) che va a caccia di prostitute e mendicanti. Tutti i tg mandano in onda un raid notturno contro transessuali nel quartiere Prenestino di Roma. La spontaneità dell'assalto è dubbia: qualcuno ha organizzato il tutto e chiamato fotografi e giornalisti, accorsi in piena notte su una strada buia di periferia.
21 MAGGIO, NAPOLI
il governo Berlusconi presenta il «pacchetto sicurezza», l'immigrazione clandestina viene considerata un reato, la permanenza nei centri di detenzione (Cpt) viene prolungata fino a 18 mesi, vengono assegnati più poteri ai sindaci.
24 MAGGIO, TORINO
Hassan Neyl, marocchino tossicodipendente, viene trovato morto nel Cpt Brunelleschi di Torino; i suoi compagni di cella sostengono che l'uomo stava malissimo e non è stato soccorso per tutta la notte, e fanno uno sciopero della fame.
29 MAGGIO, MILANO
i vigili urbani di Milano, utilizzando un mezzo blindato dell'Atm con le sbarre ai finestrini, vanno a caccia di «clandestini» sui mezzi pubblici.
3 giugno, Mestre (Ve)
I leghisti occupano il campo nomadi di via Favaro Veneto insultando gli abitanti e bloccando la strada per protestare contro la costruzione di un insediamento regolare per i sinti.
3 GIUGNO, ROMA
Silvio Berlusconi, dopo le accuse di razzismo rivolte all'Italia da Onu e Vaticano, fa marcia indietro sul reato di immigrazione clandestina, ma la clandestinità rimane come aggravante.
4 LUGLIO, MILANO
il ministro Maroni si scaglia contro i musulmani che pregano in viale Jenner perché intralciano il marciapiede; è dello stesso avviso il presidente della Provincia di Milano Penati, l'odissea della moschea milanese non è ancora terminata.
14 GIUGNO, ROMA
Il ministro La Russa difende la militarizzazione delle città con l'esercito e fissa tempi e modalità dell'intervento.
17 GIUGNO, SARONNO (VA)
Said Saber Halim, egiziano di 29 anni, accompagna suo fratello dal datore di lavoro che non gli versa lo stipendio; il figlio del titolare del cantiere, Antonio Fioramonti, lo uccide a colpi di pistola.
25 GIUGNO, ROMA
Il ministro degli Interni Maroni annuncia: «Prenderemo le impronte anche ai rom minorenni e toglieremo la patria potestà ai genitori che li mandano a mendicare».
19 LUGLIO, TORREGAVETA (NA)
Violetta e Cristina Ebrehmovic, due bambine rom di 12 e 11 anni, annegano al mare e i loro corpi senza vita restano per ore sulla spiaggia di Torregaveta (Pozzuoli) nell'indifferenza generale dei bagnanti che continuano a prendere il sole come se nulla fosse; l'immagine ha fatto il giro del mondo.
26 LUGLIO, NAPOLI
Un ex leader di Forza Nuova, oggi del Pdl, incita la rivolta ai quartieri Spagnoli contro l'arrivo di un gruppo di cittadini sgomberati a Pianura; gli stranieri si rifugiano nel Duomo e la polizia li sgombera e li malmena.
8 AGOSTO, PARMA
Una prostituta nigeriana viene abbandonata in una cella del comando dei vigili di Parma e fotografata mezza nuda mentre sta piangendo.
18 AGOSTO, GENOVA
Tredici italiani aggrediscono Assuncao Benvindo Muteba, studente angolano di 24 anni, al grido di «sporco negro».
5 SETTEMBRE, BUSSOLENGO (VR)
Tre rom italiani vengono fermati e portati nella caserma dei carabinieri dove vengono picchiati e incarcerati con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale; i tre sporgono denuncia raccontando uno scenario da «macelleria messicana».
14 SETTEMBRE, MILANO
Abdul Guibre, 19 anni, cittadino italiano originario del Burkina Faso, viene ucciso a sprangate in via Zuretti dai due proprietari di un bar da cui il ragazzo avrebbe sottratto un pacchetto di biscotti.
18 SETTEMBRE, CASTELVOLTURNO
La camorra spara e compie una strage, sotto il fuoco di 130 proiettili muoiono sei immigrati africani. Una strage che scatena paura e rabbia tra le comunità straniere del paese del casertano. Il giorno il giorno dopo la mattanza è un giorno di rivolta: decine di immigrati scendono in piazza occupando strade e rovesciando automobili.
25 SETTEMBRE, ROMA
In via Tiburtina appaiono scritte razziste con riferimento alla morte di Abdul Guibre e alla strage di Castelvolturno: «Minime in Italia, Milano meno 1 Castelvolturno meno 6».
19 SETTEMBRE, MONZA
Uno straniero non meglio identificato viene fotografato all'interno del commissariato, ammanettato a una colonna perché non c'erano celle di sicurezza.
25 SETTEMBRE, ROMA
L'Osservatore romano, il giornale della Santa sede, pubblica in prima pagina un articolo che critica pesantemente governo e Unione europea per le politiche sull'immigrazione «che creano un clima di odio e violenza».
29 SETTEMBRE, PIANURA (NA)
Alcuni immigrati, dopo essere stati sgomberati dalle loro abitazioni in via dell'Avvenire, sfilano in un corteo autorizzato per le strade della cittadina ma un gruppo di donne italiane scende in strada per una contromanifestazione bloccando la strada con i cassonetti.
29 SETTEMBRE, PARMA
Emmanuel Bonsu Foster, studente ghanese di 22 anni, viene sequestrato, picchiato e denudato al comando dei vigili; sulla busta del verbale qualcuno ha scritto «Emmanuel Negro».
29 SETTEMBRE, MILANO
«Signora lo riporti nella giungla»; con questa frase urlata una maestra di una scuola elementare si è rivolta ai genitori adottivi di un bambino nero.
29 SETTEMBRE, TREVISO
La procura di Venezia apre un fascicolo contro il vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, con l'accusa di istigazione all'odio razziale per aver pronunciato frasi irripetibili durante la festa della Lega a Venezia.
2 OTTOBRE, ROMA
Tong Hong-Shen, cinese, 36 anni, viene picchiato selvaggiamente al grido di «cinese di merda» da sei minorenni di Tor Vergata.
2 OTTOBRE, MILANO
Ravan Ngom, 39 anni, viene preso a bastonate al mercato di via Archimede dopo una lite con un altro venditore italiano; lo picchiano due italiane con una mazza al grido di «negro ti merda ti ammazziamo, torna al tuo paese».
2 OTTOBRE, SESTO SAN GIOVANNI Compare una scritta sui muri dell'ex Falck di Sesto San Giovanni (Milano) dove pochi giorni prima un ragazzino rumeno era morto a causa di un incendio, «Bruciate ancora rumeni di merda».
3 OTTOBRE, ROMA
Amina Sheikh Said, somala, 51 anni, sposata con un italiano e cittadina italiana, denuncia un episodio capitatole a fine luglio all'aeroporto di Ciampino, sarebbe stata umiliata, maltrattata, oltraggiata e tenuta nuda per ore con l'accusa di traffico di clandestini, rapimento di bambini e traffico di stupefacenti.
domenica 5 ottobre 2008
Bonsu ricoverato in ospedale
Bonsu ricoverato in ospedale |
sabato 4 ottobre 2008
CORTEO ANTIRAZZISMO A ROMA
ROMA - Sfila a Roma il corteo antirazzista, organizzato dopo gli ultimi episodi di violenza ai danni di immigrati in alcune città italiane. "Da oggi nasce una profonda reazione al razzismo, che in questi mesi è stato provocato anche dal Governo e dal suo pacchetto sicurezza". Lo dice Renato Scarola di Socialismo rivoluzionario, una delle sigle che hanno organizzato il corteo anti-razzista di Roma. "Le decisioni del Governo - prosegue - hanno inasprito la rabbia che cova e lo dimostrano gli episodi di Milano e Roma, anche nelle classi popolari. Oggi dobbiamo renderci conto che il razzismo non può essere sconfitto da questi politici, ma è un sentimento che deve nascere in ogni singolo cittadino: convivenza e accoglienza devono essere i punti di partenza di tutti".Gli immigrati che giungono da Castel Volturno sono circa un centinaio: aprono il corteo tenendo in mano le foto dei ragazzi trucidati dal clan dei Casalesi. "Per noi oggi è un evento importante - dice Christopher - Quanto fatto dalla camorra è prima di tutto un massacro a sfondo razzista. Tra noi c'é chi sbaglia, ma in maggioranza siamo persone perbene, che lavorano e che cercano di mandare in Africa un po' di soldi a chi sta peggio". Circa 300 persone appartenenti alla comunità cinese di Roma sta partecipando al corteo contro il razzismo nella capitale. "La nostra presenza qui è motivata non solo da quanto accaduto a Tor Bella Monaca ma perché oggi in Italia è necessario ribadire il no a tutti i tipi di razzismo - afferma Jixin, uno dei portavoce della comunità - Saremmo stati qui lo stesso ma quello che è successo a Tor Bella Monaca deve rappresentare un campanello d'allarme per tutti. I rappresentanti della comunità cinese marciano con uno striscione che recita "contro qualsiasi discriminazione". "Noi siamo per l'integrazione - conclude Jixin che vive in Italia da circa 9 anni -. Fino ad oggi gli episodi di intolleranza verso di noi sono stati pochi ma ci auguriamo che non stia cambiando il vento". AMICO ABBA, CI GIUDICATE SOLO PER IL COLORE - In testa al corteo c'é anche Max, amico di Abba ucciso a Milano. "A voi che pensate di essere migliori di noi, a voi che ci chiamate clandestini - ha detto Max - a voi ignoranti, ci siamo stancati di voi, perché ci giudicate solo per il colore della pelle". E' scesa in piazza per dire "basta al razzismo" anche la soubrette tv Sylvie Lubamba: "Mi sento parte in causa perché anche se sono nata in Italia sono di origine africana. Sono con loro, non potevo non essere qui". Partecipano al corteo, sotto una pioggia battente, non solo immigrati ma anche semplici cittadini. Molti anche i bambini accompagnati dai genitori. Tra di loro una bimba che tra le braccia stringe un bambolotto di colore.
venerdì 3 ottobre 2008
Donna somala tenuta nuda per ore e insultata a Ciampino
Donna somala tenuta nuda per ore e insultata a Ciampino
Amina Sheik Said, cittadina italiana, è stata a lungo perquisita e maltrattata ("sei nera dentro e fuori") perché rifiutava l'ispezione anale. È stata sospettata prima di avere documenti falsi, poi di essere un corriere della droga. Ma le ipotesi non sono state confermate dagli 'accertamenti'
''Il 21 luglio scorso alle 10 di mattina una donna somala con passaporto italiano è arrivata a Ciampino insieme ai nipoti - ha raccontato Santini - Lì ha passato un pomeriggio da incubo. Al controllo in aeroporto gli operatori hanno prima posto la loro attenzione sui documenti della donna ipotizzando che avesse rapito i minorenni con cui viaggiava, che tra l'altro avevano passaporto britannico, poi che comunque li avesse portati in Italia irregolarmente. Superato questo primo problema ed effettuati i controlli è stata formulata l'ipotesi che la donna fosse un corriere della droga''.
''Quindi la somala è stata sottoposta prima a un'ispezione dei bagagli poi a una perquisizione personale a cui non ha opposto resistenza, ha acconsentito a denudarsi e a mettersi nelle posizioni richieste ma ha rifiutato la perquisizione più invasiva - ha continuato - A quel punto la donna ha chiesto di essere visitata da un medico. Per questo motivo le è stato detto 'questa nera è pazza', 'sei nera dentro e fuori'. La donna è stata poi tenuta nuda per varie ore.
La situazione si è sbloccata alle 15 quando, nuda, avvolta da un cellophane da pacchi e con le manette è stata portata al policlinico Casilino dove è stato accertato che la signora non nascondeva nulla. La donna è stata lasciata libera con a carico una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale''.
http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.2537212007
Poverina....
Santanchè: «Sono stati momenti orribili»
«Lerner ha alzato il livello dello scontro. Poi due neri mi hanno detto di tutto, con una violenza ingiustificata»
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AUDIO: Santanchè racconta gli insulti subìti ad «Annozero»
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MILANO - «Ho passato dei momenti veramente brutti, sono ancora scossa». Daniela Santanchè, ormai ex portavoce della Destra di Storace, racconta la disavventura che le è capitata ad Annozero, durante una pausa pubblicitaria. «Gad Lerner ha fatto di tutto per alzare il livello dello scontro, dicendo che cavalco la paura - ha spiegato -. Ho detto "via i clandestini a calci nel sedere" e lo penso ancora oggi, proprio perché sono dalla parte degli immigrati regolari che hanno un lavoro e rispettano le nostre leggi. Ho detto anche che un delinquente è un delinquente, qualunque sia il colore della sua pelle».
L'AGGRESSIONE - È stata questa frase, secondo l'ex candidata premier, a scatenare l'ira furiosa di due neri. «Nella pausa pubblicitaria sono piombati da me, mi hanno insultata: "bastarda, delinquente, figlia di puttana, troia", con una tale violenza verbale che sono stata incapace di reagire sul momento. Poi ho chiesto che venissero allontanati e Santoro lo ha fatto». E non è tutto. «Finita la trasmissione si avvicina un signore dicendomi che i due ragazzi vogliono chiedermi scusa e io dico benissimo. Per fortuna ho la scorta perché i due ragazzi non volevano affatto scusarsi: sono tornati da me, uno soprattutto, per castigarmi con la stessa arroganza di prima».
Daniela Santanchè (Newpress)«CONTRO IL RAZZISMO» - La puntata del programma, «Italiani brutta gente», era dedicata alla strage di Castelvolturno e agli ultimi episodi di razzismo, come l'omicidio di Abdul, ucciso a Milano per aver rubato un pacco di biscotti; il cinese malmenato da una baby-gang a Roma; l'ambulante senegalese picchiato al mercato a Milano. «È stato un gesto inaccettabile perché io voglio insegnare ai giovani che non bisogna essere razzisti e sono sempre stata dalla parte degli immigrati regolari facendo anche delle battaglie a favore delle donne musulmane - sottolinea Santanchè -. L'intolleranza viene anche da queste persone. Dico basta alla finta solidarietà: i clandestini mi devono spiegare come fanno a vivere, dato che girano tutti con macchine e collane d'oro al collo. Non vorrei che si scatenasse un razzismo al contrario».
«CONTINUO AD ANDARE IN TV» - Giusto poche ore prima di Annozero il premier Berlusconi aveva detto basta con le trasmissioni non imparziali, invitando tutti gli esponenti del Pdl a non partecipare a talk-show in cui si fa «insulto e mendacio». Ma Santanché, nonostante il suo ormai noto avvicinamento alla maggioranza, fa dei distinguo: «Non sono d'accordo, non getto la spugna e lo faccio perché voglio che i nostri figli siano uomini liberi». In ogni caso, sottolinea, «non bisogna alzare il livello di scontro nelle trasmissioni, perché basta guardare la popolazione carceraria nel nostro paese, la maggioranza sono stranieri. Sono stufa del politically correct, essere solidali vuol dire garantire a queste persone un lavoro, una soglia di dignità».
«ITALIA NON È RAZZISTA» - E soprattutto basta dire che l'Italia è un paese razzista, continua l'onorevole. «La camorra non è razzismo, è solo delinquenza - sottolinea parlando di Castelvolturno -. Però gli italiani hanno paura e la paura è dettata dalla malapolitica, al fatto che domina l'illegalità e non c'è la certezza della pena. Gli italiani non sono razzisti, pensano però che la patria debba essere di chi la ama. Allora il governo deve avere il coraggio di prendere provvedimenti più duri introducendo il reato di clandestinità ed eseguendo le espulsioni con accordi bilaterali. Un paese con regole certe può permettersi di essere ospitale».
Laura Cuppini03 ottobre 2008
ITALIA CHE CAMBIA 3
l'aggressione davanti al teatro di Tor Bella Monaca, A ROMACinese pestato da una baby gang |
Il cinese pestato (Emmevi) |
PRECEDENTE - Si tratterebbe della stessa banda che nei giorni scorsi ha assalito due uomini originari della Costa d'Avorio, di 30 e 24 anni, verso i quali avevano rivolto frasi razziste come «sporchi negri!». E, ancora, da una decina di giorni la baby gang si divertiva a frantumare i finestrini delle autovetture di impiegati del Municipio VIII e dei vigili urbani dell'VIII Gruppo.
IL RACCONTO - Un testimone ha riferito ai vigili che il giovane cinese stava camminando tranquillo quando è stato picchiato violentemente. Dopo l'aggressione il gruppo sarebbe fuggito verso viale dell'Archeologia lasciando a terra la vittima, che non parla italiano.
IL SINDACO ALEMANNO - Il sindaco di Roma Gianni Alemanno. ha espresso la sua solidarietà al giovane cinese: «Nel ribadire l'assoluta necessità di pene severe nei confronti dei responsabili e una grande fermezza nel condannare la violenza, voglio rivolgere un particolare ringraziamento alla Polizia Municipale, che, in tempi record, ha assicurato alla giustizia i responsabili».
VELTRONI - Il segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni, sulla vicenda ha scritto in una nota: «Un'aggressione che ha tutti i segni del razzismo e della xenofobia in un grande quartiere della periferia della capitale. Spero che stavolta nessuno metta la testa sotto la sabbia o tenti di sminuire la gravità dei fatti. Si sta diffondendo un clima pesante di intolleranza e di violenza che va combattuto da tutti e invece fino ad oggi abbiamo visto più volte da parte della destra il tentativo di nascondere la realtà - continua Veltroni - Battersi contro questo clima e questi fenomeni è un dovere di tutti, i rischi del ripetersi di simili gravissimi episodi sono enormi in un Paese in cui qualcuno ha speculato sulle paure dell'altro, dello straniero, di chi ha la pelle di un colore diverso. Noi lo faremo con tutto l'impegno e la forza necessaria».
02 ottobre 2008
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SI ASPETTAVA QUESTA 'DIFESA.....'
PROSTITUTA MALTRATTATA: DA UNA DENUNCIA LA VERITA'Clamoroso colpo di scena nella vicenda della foto, scattata al comando della polizia municipale di Parma, che ritraeva una prostituta nigeriana seminuda e abbandonata a terra all'interno di una cella di sicurezza. La testimonianza di un'altra prostituta sudamericana smonta il caso: la donna, che si e' rivolta alla Questura, ha infatti dichiarato che la prostituta, la cui foto fece il giro del mondo, non e' stata in nessun modo maltrattata dai vigili urbani della citta' emiliana, attualmente nella bufera del caso del presunto pestaggio di un ragazzo di colore. La testimonianza verra' pubblicata in esclusiva domani dalla Gazzetta di Parma ed e' stata anticipata da alcuni minuti dal sito dello stesso quotidiano. Nella sua denuncia, la prostituta - che racconta come sia stata cercata insistentemente da alcuni giornalisti che volevano convincerla a denunciare i vigili - ha spiegato di non aver subito alcun maltrattamento da parte degli agenti della polizia municipale e che la prostituta ritratta in foto avesse aggredito i vigili tirando calci nel tentativo di liberarsi. "Per quanto potuto constatare - ha spiegato la donna alla questura - nessuno la toccava con un dito. Anzi, era i vigili che avevano la divisa scomposta per i comportamenti della donna che alternava la violenza al finto svenimento". |