mercoledì 25 settembre 2013

L’Europa difende Cécile Kyenge dagli italiani

L’Europa difende Cécile Kyenge dagli italiani

di   - 24/09/2013 - Per la prima volta nella storia i rappresentanti di 16 stati membri dell'UE si schierano con una ministra contro il razzismo

Dopo gli attacchi più o meno razzisti dei mesi scorsi Cécile Kyenge ha ottenuto la solidarietà dell’Europa. Ben 17 paesi dell’UE si sono trovati a Roma per dare sostegno alla ministra dell’Integrazione, paragonata ad un orango-tango da Calderoli e ripetutamente oggetto di attacchi rivolti contro il suo colore della pelle. Una novità nella storia dell’UE,  che rafforza l’impegno della Kyenge, in realtà piuttosto isolata nel governo Letta.

cecile kyenge Ue 4
UE CON LA KYENGE - L’Unione europea quasi sempre divisa ritrova un’unità nella difesa di Cécile Kyenge. L’incontro a Roma tra la Kyenge e altri 16 ministri o rappresenti di stati membri dell’Ue appare come una piena solidarietà alla responsabile del dicastero dell’Integrazione, che ha ricevuto una lunga serie di attacchi razzisti, a partire dal paragone con un orango-tango pronunciato da Roberto Calderoli. 17 rappresentanti di altrettanti Stati Ue si sono riuniti ed hanno condiviso una Dichiarazione contro il razzismo. L’iniziativa è partita dal  vicepremier e ministro dell’Interno del Belgio Joelle Milquet, esponente di un partito centrista vallone, che ha mobilitato i colleghi a difesa di Cecile Kyenge, vittima di numerosi attacchi di stampo razzista sin dal momento della sua nomina.
EUROPA DELLE DIVERSITÀ  - I responsabili di Belgio, Lituania, Lettonia, Irlanda, Svezia, Francia, Grecia, Croazia, Polonia, Portogallo, Gran Bretagna, Romania, Bulgaria, Cipro e Malta, insieme al ministro Kyenge, hanno proposto agli Stati membri e alla Commissione europea di lanciare  un Patto settennale, dal  2014 al 2020, per una “Europa delle diversità” e per contrastare tutte le forme di razzismo, xenofobia e discriminazione. ”I leader politici – si afferma – devono essere modelli di unità, di accettazione della diversità e di tolleranza, non attori di divisioni e intolleranza”.  Nella Dichiarazione di Roma, il documento condiviso nel Meeting lanciato dalla Milquet e dalla Kyenhe, sono fermamente condannati «i programmi politici e le organizzazioni basate sul razzismo, la xenofobia e le teorie di superiorità razziale». La Dichiarazione chiede inoltre ai paesi membri dell’UE l’adozione di «strumenti legali per l’effettiva prevenzione, repressione ed eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della discriminazione di genere».
LOTTA AL RAZZISMO - La vice primo ministro del Belgio, Joelle Milquet, ha ribadito l’importanza della presa di posizione in supporto di Cécile Kyenge. «Dobbiamo reagire alle manifestazioni di razzismo», ha rimarcato la Milquet, che ha definito inaccettabili gli attacchi subiti dalla collega italiana. «Era importante reagire e agire, in tutta l’Europa ci sono movimenti politici che predicano il rifiuto dell’altro, dello straniero, occorre mobilitarsi per riaffermare i valori della tolleranza». La ministra italiana ha invece precisato che la solidarietà europea nei suoi riguardi non rappresenti un problema legato solo alla sua persona. « Questo problema non riguarda solo me, sono atteggiamenti che stanno riaffiorando ovunque. Bisogna cercare di reagire non solo in quanto sostegno alla mia persona, ma cercando di riaffermare i valori dell’Europa. Il nostro messaggio oggi è quello che vogliamo riaffermare la cultura della solidarietà, dei nostri valori all’interno dell’Ue, e dobbiamo farlo anche in vista delle elezioni europee».
MESI DI INSULTI - La nomina di Cécile Kyenge al ministero dell’Integrazione ha da subito suscitato forti polemiche. Non solo il colore della pelle, ma anche le posizioni della ministra Kyenge hanno creato un movimento di opposizione che, per quanto apparentemente minoritario, è stato molto feroce nei suoi attacchi. Dopo essersi schierata pubblicamente in favore dello ius soli, l’esponente del PD ha subito continue provocazioni da parte della Lega Nord, che per alcune settimane l’ha praticamente assediata in ogni iniziativa svolta sul territorio. Allo stesso tempo sono partiti pesanti attacchi personali, culminati nel paragone con un orango-tango declamato, tra la delizia della folla, dal leghista, ed ex ministro, Roberto Calderoli. Forza Nuova, partito neofascista, è stata ancora più aggressiva, lanciando banane sul palco delle feste dove parlava la Kyenge, e depositando manichini che rappresentavano immigrati morti contro lo ius soli. Una serie di attacchi violenti che hanno provocato una presa di posizione dell’Ue piuttosto inusuale.

martedì 10 settembre 2013

10 Rules For Eating in Italy Without Scaring the Italians


10 Rules For Eating in Italy Without Scaring the Italians

Italian food culture is probably very different from what you’re used to at home. And, since Italians have been perfecting it for over 1,000 years, try going with the wine and olive oil flow instead of fighting against the current when you’re in Italy.

1. Don’t ask for “fettuccine alfredo” or “spaghetti with meatballs”

They don’t exist here. Alfredo is an Italian name, and when I asked my Florentine friends if they really had never heard of “fettuccine alfredo,” they responded: “Chi?” (Who?) To get pasta with cream sauce, try any one withpanna (cream) listed in the ingredients – just know that you’ll never find pollo (chicken), on that same list. Explaining the idea of putting chicken in pasta provokes confused looks and expressions like, “Che schifo!” (How disgusting!) Likewise, spaghetti is not served with meatballs. In Naples, you’ll find miniature ones on other types of pasta. Everywhere else, pasta al ragù (with meat sauce) is a common first course, and “polpette” (meatballs), are a typical – separate – second course. If you’re way ahead of me and already thinking, “I’ll just ask for both those things and mix them together,” you can certainly do that. But…reread the title of this article first.

2. Only drink wine or water with a meal

Wine and Water Italian Beverages and Drinks
Water & Wine: The Only Beverages Acceptable to Drink      with an Italian Meal
In America, my mom used to open up the fridge come dinnertime and list every drinkable thing inside: “Ok, we’ve got ginger ale, milk, coke, lemonade, bacardi breezers…what do you want?” This would never happen in Italy. The table is usually set with a bottle of sparkling or still water, and a bottle of wine. Cocktails and liquors are reserved for: aperitivi (before-dinner drinks) anddigestivi (after dinner drinks). Italians take enjoying the flavor of food very seriously; and you have to admit, drinking peach ice tea with rosemary lamb chops has to mess with your taste buds. One exception is pizza, to which Coke and beer are acceptable compliments – but a single glass; no refills.

3. Don’t eat eggs in the morning

The quintessential Italian breakfast is a strong espresso and a sweet pastry. Mix up some scrambled eggs to start your day, and your Italian roommates will watch as if you’re building a spaceship on their stove top. In Italy, eggs are usually eaten hard-boiled on a lunchtime salad or sandwich, or as a frittata (open-faced omelet) for dinner. If you’re dying for a salty breakfast, try a ham and cheese toast (you guessed it, a toasted sandwich) at a local bar (in Italy, a café is called a “caffè” or “bar”), or escape to American paradise, The Diner, where you can find sausages, omelets and bacon on the menu.
The Diner
Via dell’Acqua, 2 – Florence
+39 055 290748
Open from 8:00 to 22:30, daily
Italian Cappucino in Florence Italy at Moyo
The Giant Cappucino At Moyo Bar in Florence, Italy

4. Do drink cappuccino in the morning

…with your (non-egg) breakfast, and not as an accompaniment or finish to other meals. A sure-fire way to be immediately labeled “foreign” is ordering up a pizza and a cappuccino. If you want to fit in, wean yourself off frothy milk and get used to black espresso, which Italians drink after eating, all day long. Or, feed your cappuccino habit with one of the giant, almost bowl-sized ones at Moyo Bar in the morning, and ride the high for the rest of the day.
Moyo
Via de’ Benci, 23r – Florence
+39 055 2479738
Open from 8:00am – 2:00 or 3:00am, daily

5. Know what a “pepperoni pizza” is

Duh! Sliced meat on a pizza! …right? In most countries, yes. But in Italy, “pepperoni” is Italian for the plural of bell pepper. So, if it’s little red meat circles you want and not strips of red or yellow peppers, check the menu for “pizza al salamino,” “pizza diavola,” or “pizza calabrese” – just be prepared for some spiciness.

6. Peel your fruits and vegetables

Peel Fruits and Vegetables in Italy
Italians Peel Most Fruits and Vegetables
Italians peel fruits and vegetables normally enjoyed with the skin on in other countries: apples, pears, sometimes peaches, carrots, cucumbers, potatoes; and even they don’t know exactly why. I’ve heard, “it’s healthier,” “you’ll get sick if you don’t,” and “it tastes better, ” but I think it’s mostly just tradition. And why peelers are sold in Italy, Italians prefer good, old-fashioned knives. If you eat unpeeled produce in front of them, they might just take it out of your hand, remove the skin in one perfect spiral, and slice it into uniform wedges with the speed and dexterity of a sushi chef. In fact, one of my most embarrassing moments (and I have a lot to choose from) was trying to peel a pear at the dinner table while my Italian friend’s parents watched.

7. Don’t ask for salad dressing

…reach for the olive oil and vinegar.  If you want to be pointed in the direction of the salad dressing aisle at the grocery store, you’ll get blank looks (because there isn’t one). Some tourist restaurants have “ranch” and “french dressing,” which taste like anything but ranch and french dressing. It’s best to begin an amateur mixologist career, finding the perfect balance of oil and vinegar for your palette. Sound a little boring? You probably haven’t tasted authentic Italian oilio e aceto (oil and vinegar); the varieties are endless and the flavors intense. Opt for a cloudy, green oil and pay a little extra for an aged, balsamic vinegar, and you might just write off other (less healthy) dressings for life.
Condiments Salad Dressing Italian Olive Oil Mayonaise Mustard Ketchup
The Only Condiment, The Only Salad Dressing: Olive Oil

8. Use condiments sparingly

Olive oil is the only real Italian condiment. All the rest came from some other place and show up at grocery stores on the same shelf as exotic food. But “exotic” will not be the word Italians use to describe you putting ranch dressing on your pizza, ketchup on your potatoes, and mayonnaise on your sandwich, to their friends. People in Italy like to enjoy the exceptional flavor of what they’re eating (which is usually handmade, or picked that day), and not mask it with other toppings. If they’re eating chicken,  they want to taste chicken, not barbecue sauce. A condiment (read: olive oil) should enhance flavors, never cover them up.

9. Take time to enjoy your food

Eating is not a race, and a bowl of cereal in front of late-night TV is not a dinner. It’s not uncommon for Italians to spend an hour preparing a meal and even more time savoring every bite. And when eating out: service is slow, courses are many, and it’s highly unlikely that a waiter will ever tell you they “need your table.” Block off large chunks of time in your agenda for eating. Italian food is unbelievably good and so worthy of “wasting” a few hours; sitting at a table is so much nicer that running around town with a sandwich in your hand. Relax! You’re in Italy! You can mail that letter and drop off your laundry…tomorrow :)

10. Wait to eat plain bread with your meal

Dipping bread in sauce in Italy
“Fai La Scarpetta!” (Do The Little Shoe!) Italian for: Using Bread To Mop Up Food
Can’t wait to show Italy how Italian you are by sitting down at your first ristorante, pouring some olive oil and vinegar on your plate, sprinkling it with Parmesan cheese and dipping your bread inside? Save it for the Olive Garden, because, like that restaurant, it’s actually not Italian at all. Visitors to Florence often complain about the flavor of plain Tuscan bread, as it’s made without salt. But that’s just because they don’t know that in Italy, table bread is more of a utensil than an eat-alone food. It’s used as the main tool to fare la scarpetta (do the little shoe): the action of mopping up any delicious-ness left on your plate after a meal, or whatever your fork can’t pick up during one.
*Interesting fact: Fare la scarpetta (do the little shoe) ‘s origin came from one of three things: 1) An old word similar to “scarpetta” that was used to describe someone who didn’t have enough food 2) That bread picking up food off a plate is similar to they way the sole of a shoe picks up things off the ground 3) That using bread to scrape up food off a plate smashes it into a shape that somewhat resembles a shoe. (I choose to believe #3).

Help us all be more Italian! What strange or fascinating food rules have you encountered in Italy?

lunedì 9 settembre 2013

"TROPPI BAMBINI STRANIERI A SCUOLA" I GENITORI ITALIANI RITIRANO I LORO FIGLI

"TROPPI BAMBINI STRANIERI A SCUOLA" I GENITORI ITALIANI RITIRANO I LORO FIGLI

ON . POSTATO IN NEWS

In una scuola elementare di Costa Volpino (BG) due terzi degli iscritti erano figli di immigrati. I genitori italiani fuggono, ora ci sarà una prima elementare ghetto

Roma  - 9  settembre 2013 – Ricominciano le scuole e tornano i casi delle “classi ghetto” composte quasi o esclusivamente di figli di immigrati. L’ultimo caso si è in una scuola elementare di Costa Volpino, un comune di diecimila anime in provincia di Bergamo.
L’istituto ha solo una prima classe, alla quale quest’anno risultavano iscritti ventuno bambini, quattordici dei quali figli di immigrati. La maggior parte sono di origine marocchina, seguono albanesi, romeni, coerentemente con la geografia dell’immigrazione nella zona.
Il fatto che tra i banchi sedessero culture di tutto il mondo, non è stata però interpretata come una ricchezza dai genitori italiani. Uno a uno hanno ritirato i loro pargoli dalla scuola, prima chiedendo al dirigente Umberto Volpi (che ha preferito non commentare l’accaduto) di trovare loro un posto in altri istituti, poi muovendosi da soli.
“Bisogna lavorare, a vari livelli, perché situazioni come quella di Costa Volpino non si verifichino” commenta Elena Carnevali, deputata del Pd eletta a Bergamo.  “Ormai è un dato acquisito che il miglior clima educativo è nelle classi dove si incontrano realtà diverse”, sottolinea, riconoscendo però che “questo clima educativo richiede la "personalizzazione della didattica", un obiettivo che mal si concilia con la carenza di docenti e risorse.
“L'istituzione scuola – aggiunge Carnevali - ha il dovere, ed è una sfida pedagogica impegnativa e appagante, di promuovere questa integrazione, garantendo a ogni alunno un percorso che favorisca il pieno sviluppo delle potenzialità individuali, difficilmente raggiungibile in classi esclusivamente dedicate agli stranieri”.

lunedì 2 settembre 2013

Referendum immigrazione. Firma anche Berlusconi (e Maroni si arrabbia)

Il Cavaliere e le proposte dei radicali: “italiani hanno il diritto di esprimersi”. Il segreatario della Lega Nord:
“Abolisce leggi che ha fatto insieme a noi?”
Roma - 2 settembre 2013 – Ora c'è anche la firma di Silvio Berlusconi sotto i due referendum sull’immigrazione promossi dai radicali Italiani. E fa un certo effetto, visto che quei due referendum vogliono cancellare norme varate dai suoi governi.
Berlusconi, in realtà, ha firmato sabato pomeriggio, in un gazebo a Roma, tutte le dodici proposte di referendum, comprese quelle sulla giustizia giusta, sul divorzio breve, sull’otto per mille, sul finanziamento pubblico e sulle droghe.
''Firmo i sei referendum sulla giustizia che sono assolutamente sacrosanti. Ma firmo anche tutti gli altri, perchè voglio difendere il diritto di ogni cittadino a esprimere il proprio voto, con un si' o con un no, sui problemi che gli vengono sottoposti'' ha spiegato l’ex presidente del Consiglio.
Fatto sta che la vittoria dei “sì” sotto i referendum sull’immigrazione scardinerebbero la politica di immigrazione voluta a suo tempo dal partito del Cavaliere e dai suoi alleati leghisti.  Cancellerebbero, infatti, il reato di immigrazione clandestina e il legame finora indissolubile tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Comprensibile, quindi, che il segretario della Lega Nord Roberto Maroni l’abbia presa male. “Chiamerò Berlusconi - ha commentato il capo del Carroccio -per chiedergli che cosa è successo. Mi ha sorpreso che abbia firmato per il referendum che abolisce il reato di immigrazione clandestina e interviene sulla Bossi-Fini: sono leggi che abbiamo fatto noi quando lui era presidente del Consiglio”.
“Quindi o glielo hanno spiegato male – ha dedotto Maroni - o mi viene da pensare che non l’abbia letto bene: se invece sarà così sarà chiaro che gli unici che si oppongono all’immigrazione clandestina sono quelli della Lega”.
http://www.stranieriinitalia.it/attualita-referendum_immigrazione._firma_anche_berlusconi_e_maroni_si_arrabbia_17659.html#.UiSEUMkuh7o.facebook


EXTRA.COM

EXTRA OSPITI

FeedBurner FeedCount

Live Traffic Feed

NeoEarth